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venerdì 5 luglio 2024

Trucchi di bellezza che si possono preparare con la crema Nivea.

 

La crema Nivea è uno dei prodotti cosmetici industriali più antichi, e viene usata da più di un secolo tanto da essere diventata un prodotto familiare per tantissimi di noi.

Usata perlopiù per umettare la pelle, la crema Nivea può essere utile in tantissimi altri modi, e di seguito ti elenchiamo alcuni trucchi di bellezza che possono essere preparati partendo da questa crema.

Contro le smagliature. La crema Nivea ha un potente effetto idratante e favorisce l’elasticità della pelle, ed è per questo che può essere utilissima contro le smagliature. Applica la crema sulle aree del corpo colpite da smagliature, quasi sempre addome, cosce e glutei.

Contro i segni dell’acne. Questa crema ha un leggero effetto cicatrizzante che aiuta a recuperare la pelle danneggiata, risultato dell’eccesso di acne. Applicane una piccola quantità direttamente sui segni.

Contro le occhiaie. Applica una piccola quantità di crema Nivea sotto gli occhi prima di andare a dormire per alleviare occhiaie e borse sotto gli occhi.

Contro i talloni screpolati. Una scarsa idratazione dei piedi può farli screpolare e per prevenire ciò basta applicare un po’ di crema Nivea prima di andare a dormire. Metti delle calze e fai agire la crema tutta la notte.

Schiarire la pelle. La crema Nivea è particolarmente utile per schiarire gomiti, collo e ginocchia, aiutando al tempo stesso ad ammorbidire queste aree che tendono a screpolarsi.

Migliorare l’aspetto di capelli. Applica una piccola quantità di crema Nivea sui capelli per idratarli, prevenire le doppie punte e problemi come il classico “frizz”.

Rimuovere il trucco. Andare a dormire col trucco danneggia la pelle e provoca imperfezioni e rughe. Per rimuovere velocemente il trucco e al tempo stesso idratare la pelle usa la crema Nivea come se fosse un normale prodotto struccante.

https://www.rimedio-naturale.it/trucchi-di-bellezza-che-si-possono-preparare-con-la-crema-nivea.html

giovedì 6 maggio 2021

Una società evoluta. - Beppe Grillo

 

“Le repubbliche e le società contemporanee si dichiarano fondate sul lavoro, presentando questo dato come naturale, certo e immutabile, sino a fare del diritto al lavoro il diritto per il cittadino di realizzare se stesso. Su questo mito dei tempi modernisi sono costruite ideologie e teorie, poi crollate di fronte alla crisi dell’occupazione delle società industriali avanzate. Si è cercata una soluzione nell’economia e nella creazione di posti di lavoro; ma il problema non è e non è mai stato soltanto economico, tecnico o politico,  il lavoro è necessariamente il fondamento delle società. Occorre una nuova riflessione critica, che tenga conto delle rappresentazioni che del lavoro si sono date nella storia, per chiarire una questione che mette in gioco la libertà degli individui e la sopravvivenza della moderna civiltà industriale.” Società senza lavoro: per una nuova filosofia dell’occupazione (Dominique Méda)


In che modo una ricorrenza dedicata al lavoro, che affonda le sue radici durante la rivoluzione industriale negli Stati Uniti d’America, può aiutarci a capire e cambiare qualcosa in più del lavoro di oggi?

Nel 1880 la questione era: “quanto tempo è giusto dedicare al lavoro?” Una faccenda di vita o di morte: stavano costituendosi i diritti di colui che metteva il suo tempo e la sua vita a disposizione di un imprenditore, il lavoratore. Senza il riconoscimento di quei diritti era soltanto schiavitù, le persone erano costrette a lavorare sino allo sfinimento senza alcun riguardo per la loro salute, le loro speranze e la loro sofferenza: le loro vite.

Mi chiedo, che cosa stiamo festeggiando oggi? Entro il 2025, l’automazione e la ricollocazione del lavoro tra uomini e macchine faranno perdere 85 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo nelle medie e grandi imprese in 15 settori e 26 economie. I ruoli in aree quali l’immissione dei dati, la contabilità e il supporto amministrativo sono sempre meno richiesti con la crescita dell’automazione e della digitalizzazione. Oggi, i lavoratori non hanno nulla da festeggiare, perché i loro diritti stanno subendo un attacco lento e progressivo. Non in nome dei padroni ma in nome della salvezza dell’economia finanziaria. Lavorare peggio e di più per tenere in piedi concezioni della società e del lavoro, che hanno lo stesso spessore culturale delle dicerie più becere.

Nel futuro le persone lavoreranno quando e quanto sarà vantaggioso per la loro, personale ed unica, produttività. Ed il Covid ci ha sbattuto la realtà in faccia. Molti credono che disporre del tempo del proprio lavoro sia una cosa da grandi scienziati, come Darwin, che difficilmente lavorava più di quattro ore al giorno, o di Poincare, che lavorava anche 2 ore a settimana. Si è portati così a pensare che persone come loro potevano permetterselo, mentre le persone comuni no.

E se la pandemia ha fatto qualcosa di buono, è stato quello di dimostrare che il lavoro non è qualcosa per cui vieni in ufficio, è qualcosa che fai, andando in contro alle esigenze personali di ognuno, dove al centro c’è soltanto l’uomo e non il mercato.

Dobbiamo solo avere più coraggio, perché siamo condizionati dall’idea che “tutti devono guadagnarsi da vivere”, tutti devono essere impegnati in una sorta di fatica perché devono giustificare il loro diritto di esistere.

In questi giorni ho ripreso in mano un libro del 2013, dell’attivista del movimento contro le disuguaglianze Occupy Wall Street, David Graeber: un saggio strepitoso in cui l’autore parte da questo assunto “Siate onesti: se il vostro lavoro non esistesse, quanti ne sentirebbero la mancanza? Qual è il contributo significativo che offre al mondo?” E’ questa la domanda che dobbiamo porci oggi. Una lettura che vi consiglio e che tutti i policy makers, i legislatori, gli amministratori e tutti coloro che “creano occupazione” dovrebbero avere sul comodino.

Il lavoro retribuito, e cioè legato alla produzione di qualcosa, non è più necessario una volta che si è raggiunto la capacità produttiva attuale. Abbiamo una capacità produttiva che è di gran lunga superiore alle nostre necessità. Per rispondere a questa crisi cosmica, per uscirne fuori, tutti cercano il lavoro. Ma siamo sicuri che il problema sia davvero il lavoro?

Appena smetteremo di produrre in sovrabbondanza; appena penseremo con impegno al nostro pianeta; appena si formerà nelle persone un’idea su quanto sia importante esistere ed essere nel mondo; appena gli individui potranno svilupparsi in modo libero; appena metteremo in atto soluzioni capaci di ridistribuire la ricchezza e di superare le disuguaglianze create dal nostro modello economico, potremo dire di vivere in una società evoluta… e sarà davvero una gioia festeggiare quel giorno.

ILBlogdiBeppeGrillo

venerdì 12 marzo 2021

Lotta al cashback, il partito degli evasori alza di nuovo la testa. - Peter Gomez


Il partito trasversale degli amici degli evasori rialza la testa. Per rendersene conto basta dare un’occhiata ai giornali. Quasi ogni giorno vengono pubblicati articoli che danno per imminente la fine del cashback di Stato. Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Italia Viva ne chiedono l’abolizione. Qualche esponente del Pd la riduzione. Tutti, ovviamente, brandiscono nobili motivazioni. Dalla lotta alle poche migliaia di furbetti che per incassare il super cashback da 1.500 euro – destinato a chi compie il maggior numero di operazioni con moneta elettronica – hanno frazionato gli acquisti, fino alla necessità di reperire altri fondi da aggiungere ai 32 miliardi di euro accantonati per il decreto Sostegno (i vecchi ristori). La realtà è però diversa. Dietro i no ci sono motivazioni politiche (il cashback è stato uno dei cavalli di battaglia dei governi Conte) e di bieca caccia al consenso elettorale. C’è cioè la convinzione che disincentivare l’utilizzo di bancomat e carte di credito possa spingere chi fa nero a votare per questo o quel partito.

Considerazioni miopi e sbagliate, perché il cashback, oltreché premiare chi utilizza il denaro di plastica, viene ormai visto con favore da tanti commercianti. In periodo di pandemia spinge infatti molti cittadini a uscire di casa per fare compere nei negozi invece che fare spese online (se si usa la carta di credito sul web il rimborso non c’è).

Anche per questo, secondo un’indagine commissionata dalla Community Cashless Society della European House – Ambrosetti (in pratica gli operatori del settore), il livello di soddisfazione tra gli italiani è altissimo. Tanto che oltre il 90 per cento dei giovani tra 25 e 30 anni e il 77 per cento dei residenti al Sud e nelle isole dichiara di aver utilizzato maggiormente i pagamenti elettronici rispetto al passato proprio in previsione del cashback. E il 39 per cento degli intervistati aggiunge di aver speso più del solito nelle ultime settimane.

Sondaggi a parte, numeri oggettivi arrivano da Io, la app scaricata per partecipare all’iniziativa. Io è ormai installata su dieci milioni e mezzo di telefonini, mentre sono già otto milioni gli italiani che la utilizzano. Numeri in aumento così come sono in aumento i cittadini in possesso di Spid. Oggi hanno un’identità digitale più di 18 milioni di persone: 12 in più rispetto a un anno fa. Il nostro Paese è a un passo dalla svolta. La pandemia e iniziative come cashback fanno pensare che nel giro di un paio d’anni la stragrande maggioranza degli italiani potrà dialogare con la Pubblica amministrazione, effettuare pagamenti, ricevere notifiche direttamente sullo smarthphone. Con vantaggi per fisco e burocrazia. Ovviamente alcune cose anche nel cashback vanno riviste e implementate. Per evitare i furbetti che frazionano le spese va, per esempio, utilizzato un algoritmo che blocchi i comportamenti anomali. Mentre tutti i comuni d’Italia devono essere messi in condizione di notificare le loro multe direttamente sull’app da dove devono essere sempre possibili i pagamenti (con 15 euro di risparmio rispetto al costo di una multa cartacea). A chi, invece, sostiene che servono più soldi per i ristori, va ricordato che con un contributo una tantum del 2 e 3 per cento sui patrimoni superiori ai 50 milioni di euro, è possibile raccogliere dieci miliardi. Quando, con comodo viste le lentezze, la maggioranza dei tutti dentro si deciderà finalmente a licenziare il decreto Sostegni, alias Ristori, i fondi in più li vada a prendere lì. Non impoverirà nessuno e mostrerà rispetto per i cittadini onesti.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/03/12/lotta-al-cashback-il-partito-degli-evasori-alza-di-nuovo-la-testa/6130766/

domenica 3 marzo 2019

In 200mila a Milano contro il razzismo.



Ennesima manifastazione-supercazzola costruita ad hoc da chi sull'argomento ci marcia. Per placare il razzismo serve un'educazione non una manifestazione che esalti il problema mettendolo in evidenza e creando fazioni che nulla hanno a che fare con la risoluzione dello stesso. Siamo alle solite: si fanno manifestazioni NON per risolvere i problemi, ma per mettere in difficoltà, agli occhi di chi vede, la parte avversaria. Tutto per un tornaconto personale; Peccato che ci sia, purtroppo, chi ci casca e partecipa a queste meschinate costruite ad arte da chi, avendo il carbone bagnato, inscena "colorate ed eclatanti" manifestazioni usando i partecipanti come oggetti da mostrare. Partecipanti che ignari di essere usati, manifestano in favore dei loro aguzzini e contro chi non vuole che vengano bistrattati nei famigerati "centri di accoglienza" e sfruttati nel lavoro dai caporali. Siamo alla frutta. Cetta.

venerdì 5 maggio 2017

Salvia: proprietà, benefici e controindicazioni.

salvia proprieta benefici controindicazioni

La salvia ha molte proprietà, in grado di apportare numerosi benefici. E’ utile contro la tosse, stimola la secrezione di succhi gastrici, mantiene fresco l’alito, tiene puliti i denti. In caso di laringiti e faringiti si può preparare un decotto con le sue cime fiorite. Questa pianta inoltre riesce a combattere gli stati di stanchezza e di depressione. Particolarmente note sono le sue proprietà antinfiammatorie, balsamiche ed espettoranti. Tuttavia, bisogna stare attenti alle controindicazioni, perché è conosciuta anche una reazione da intossicazione neurotossica determinata dall’uso dell’olio essenziale in alti dosaggi.
Le proprietà e i benefici.
La salvia è ricca di diversi acidi, di enzimi, di vitamina B1 e C, di flavonoidi e di sostanze estrogene. In generale, possiamo dire che la pianta riesce a stimolare l’organismo. E’ indicata anche nel caso di ascessi e gengiviti, perché ha ottimi effetti cicatrizzanti. Riesce ad agire contro le infezioni che interessano le vie respiratorie, dà una buona risposta contro la ritenzione idrica, le emicranie e i reumatismi.
Inoltre, si rivela opportuna anche per curare le sindromi mestruali dolorose e i disturbi della menopausa.
Riesce a combattere gli stati di astenia e di umore basso ed è indicata particolarmente nel caso di esaurimento fisico, oltre che per aiutare la memoria.
Riesce a ridurre la glicemia, rivelandosi utile anche nei casi di diabete. Ha delle ottime proprietà antisudorifere e contribuisce a mantenere rinvigorita la pelle, infatti la salvia è usata anche in cosmesi.
I preparati a base di questa pianta sono efficaci per combattere il catarro e l’olio essenziale ha delle notevoli proprietà antisettiche e balsamiche. Per questo si può impiegare opportunamente in caso di mal di gola e di raffreddore.
Le controindicazioni.
Bisogna prestare particolare cautela nell’utilizzare specialmente l’olio essenziale di salvia, perché il suo uso protratto a dosi normali o il suo utilizzo ad un dosaggio eccessivo può determinare manifestazioni neurotossiche.
La sua tossicità può comparire anche con i preparati ad uso topico, come le creme e gli oli da massaggio, che vengono assorbiti dalla pelle o dalle mucose. La salvia è sconsigliata in caso di insufficienza renale.
Inoltre è da tenere presente che non dovrebbe essere usata neanche in gravidanza e durante la fase di allattamento, perché può bloccare la lattazione.

venerdì 18 dicembre 2015

BUCCE DI BANANA: NON BUTTATELE! ECCO COSA POSSONO FARE.

banane

La banana è un frutto dalle molteplici proprietà e dai tanti effetti benefici: e ciò vale anche per la sua buccia, che può essere adoperata per tanti scopi e per soddisfare una enorme varietà di esigenze. La buccia, per altro, non serve solo a fini cosmetici e non è solo un toccasana per la salute, ma può essere impiegata anche per la vita di tutti i giorni: per esempio, per le pulizie di casa, vista la sua azione antifungina, o in cucina, per purificare l’acqua o per mantenere la carne ben succosa in forno. Se si ha bisogno di pulire le scarpe, per esempio, strofinando sulle calzature la buccia esse si mostreranno più pulite sin da subito. Lo stesso vale per l’argenteria – cucchiai, coltelli, forchette e così via -.
La buccia della banana, inoltre, è perfetta per il compost: se si dispone di una compostiera in cui vengono buttati tutti i rifiuti organici, i lombrichi si mostreranno golosissimi di questo prodotto. Insomma, uno scarto davvero eccezionale, che può essere sfruttato anche come repellente per i pidocchi delle piante e per gli afidi: occorre tagliare la buccia in tanti piccoli pezzi, per poi interrarli in corrispondenza dei rosai o alla base degli arbusti. Così, le piante non saranno mai colpite dalle malattie. A proposito di piante, con la buccia di banana si può ottenere anche un eccellente fertilizzante: per raggiungere lo scopo, è necessario inserirla all’interno di un contenitore di vetro che dovrà essere riempito con un po’ di acqua. 
VERRUCHE BANANE
Dentro lo stesso contenitore andranno collocate delle piante acquatiche, che grazie ai nutrienti provenienti dalla buccia trarranno notevoli benefici e cresceranno sane e rigogliose. Sempre in casa (o in giardino), la buccia è fondamentale per pulire le foglie delle piante e per attirare le farfalle, che saranno attirate dalla sua dolcezza. Ecco, poi, i cinque principali utilizzi a cui possono essere destinate le bucce di banana per la salute e per la cosmesi.
Contro le verruche
Grazie alle bucce di banana, è possibile prevenire la comparsa delle verruche o eliminarle, qualora fossero già presenti: è sufficiente strofinare un pezzo di buccia sulla zona da trattare, alcuni minuti per qualche giorno di seguito, e dopo un po’ si otterrà il risultato desiderato.
acne
Contro le punture degli insetti
Anche il dolore e i fastidi provocati dalle punture degli insetti possono essere alleviati con le bucce di banana, che hanno il merito di ridurre le infiammazioni e di limitare il prurito.
Contro l’acne
Se si ha a che fare con l’acne, non c’è niente di meglio delle bucce di banana: come per le verruche, basta strofinarle sulla zona interessata ogni sera, prima di andare a dormire.
CICATRICI
Contro le infiammazioni
Le bucce di banana riescono a calmare le infiammazioni di lieve entità: strofinandole sui punti coinvolti, in poco tempo si ottengono i risultati desiderati.
Contro le cicatrici
Il processo di cicatrizzazione viene accelerato in misura significativa con le bucce di banana: graffi e ferite guariranno più velocemente.

giovedì 22 ottobre 2015

VACCINI: Scienza, coscienza e … complottismo. - Lesmo Gabriella

vaccini bambini 675

 Preg.mo Signor Paolo MIELI
Ho letto il Suo editoriale comparso sul “Corriere” del 20 ottobre, dal titolo “Cinque stelle, la malattia pericolosa dei complottisti anti-vaccini” in cui Lei attribuisce a costoro la responsabilità della ondata anti-vaccini che starebbe travolgendo l’Italia e scatenerebbe un’epidemia prossima ventura di malattie come il tetano, la poliomielite, l’epatite B, la difterite e la pertosse.
Non commento le Sue opinioni politiche, ma non posso tacere sulle affermazioni che riguardano i vaccini, essendo Medico, Specialista in Pediatria e Anestesia e Rianimazione, nonché madre di un ragazzo con la vita rovinata da una reazione avversa alle vaccinazioni anti-infettive eseguite per obbligo di legge.
Con tutto il rispetto, l’articolo dimostra quanto profonda sia la disinformazione. Infatti, non possono verificarsi epidemie di tetano in quanto il tetano non è malattia infettiva e, propriamente, nemmeno epidemie di epatite B, che si trasmette per via parenterale e venerea. Circa la utilità delle vaccinazioni ricordo solo, per brevità, che la malattia invasiva da Haemophilus B, di per sé rara negli Stati Uniti con 1,73 casi ogni 100.000 bambini di età inferiore ai 5 anni, lo è ancor più nel nostro paese. Inoltre essa è più rappresentata negli over 65 che in età pediatrica. Da ultimo, il vaccino anti-Haemophilus B non protegge dalle infezioni invasive di ceppi non tipizzabili, che risultano essere più frequenti.
Il vaccino anti-pneumococcico contiene solo alcuni sierotipi di pneumococchi e risulta scarsamente immunogeno, specie nel bambino piccolo.
Per ciò che riguarda l’efficacia della pratica vaccinale, non è possibile comprovare l’avvenuta immunizzazione dei vaccinati, sia per inesistenza di parametri specifici, sia perché, quando dosabili gli anticorpi specifici, per ammissione delle stesse ditte produttrici di vaccini, la presenza di un titolo anticorpale specifico, non garantisce la capacità di difesa del vaccinato in caso di contagio futuro per via naturale.
Informazioni e dati non sono una invenzione dei “complottisti anti-vaccini”, bensì sono scritti nel più importante testo di infettivologia pediatrica mondiale , il “Red Book” della American Academy of Pediatrics, regolarmente aggiornato.
Personalmente, non nego a priori l’utilità del “farmaco-vaccino”, come strumento di prevenzione di specifica patologia in categorie di persone a rischio, bensì contesto la pretesa innocuità della pratica delle “vaccinazioni di massa. Con questo termine si indica la somministrazione di 25 -26 vaccinazioni anti-infettive a tutti i nuovi nati nel primo anno di vita, in un lasso di tempo di 10-11 mesi, vaccini rivolti anche verso malattie poco o nulla rappresentate nella fascia di età pediatrica.
Nonostante il D.M. 7 aprile 1999 che individua in quattro i vaccini obbligatori, di fatto i nuovi nati ne ricevono SEI perché da anni il Sistema Sanitario Nazionale fornisce solo una formulazione composta contenente sei vaccini, i quattro obbligatori oltre al vaccino anti-Haemophilus B e il vaccino anti-pertosse.
Alla inoculazione del vaccino esavalente viene associata la iniezione di vaccino 13-valente anti-pneumococcico, per tre sedute. Oltre a queste, altre vaccinazioni vengono promosse e fornite dal SSN: la vaccinazione anti-morbilloanti-parotite e anti-rosoliavaccinazione anti-meningococcicaanti-varicellaanti-epatite A.
Secondo le specifiche linee guida del Ministero della Salute, un lattante deve essere vaccinato anche se nato prematuro, di basso peso, epilettico, cerebropatico, HIV positivo, convalescente, ”moderatamente” febbrile e persino se ha già avuto una reazione avversa grave ad una vaccinazione
Tale pratica ha sollevato e solleva non poche perplessità nel mondo scientifico internazionale, che ravvisa significativi e inquietanti collegamenti tra la precoce iperstimolazione del sistema immunitario infantile indotta dai vaccini e l’insorgenza di gravi malattie neurologiche infantili, alterazioni dello sviluppo, allergie, sindromi autoimmuni, morte improvvisa in culla, patologie sino a pochi anni fa sconosciute o estremamente rare, ma ancor più preoccupa le tante famiglie che hanno visto ammalarsi un figlio e diventare autistico in concomitanza con un inoculo di vaccini.
Nonostante la Medicina Accademica reagisca con estrema lentezza a tale drammatica situazione, è ormai disponibile a livello mondiale una notevole quantità di dati epidemiologici e di studi clinici ed autoptici che indicano che la malattia autistica si realizza nell’organismo infantile nella delicata fase di sviluppo, come effetto di una encefalopatia innescata dalle vaccinazioni che danneggiano il tessuto nervoso con meccanismo immuno-allergo-tossico. Tale patologia non va confusa con l’encefalite acuta ed ha un andamento tipicamente subdolo, le manifestazioni cliniche essendo evidenti dopo settimane e mesi dalla vaccinazione interessando le aree cerebrali deputate alla funzioni integrative, funzioni che mancano fisiologicamente nel bambino piccolo.
Poiché Lei nomina, per sconfessarne la credibilità, il dottor Andrew Wakefield che assieme ad altri colleghi londinesi evidenziò la presenza di virus del morbillo nei linfonodi intestinali di bambini autistici con malattia infiammatoria intestinale, dovrebbe sapere che questa prima parte del lavoro di Wakefield fu confermata, sin d’ allora, da un immunologo universitario giapponese, il Dr Kawashima. Questi che fu in grado di identificare il virus del morbillo riscontrato nei linfonodi ileali ed era il virus vaccinale. In tempi recenti i lavori londinesi di Wakefield sono stati riabilitati ed il suo allora primario londinese ha avuto la meglio contro chi lo volle cacciare. Per dover di verità ricordo anche che alcuni studi danesi, citati per anni a dimostrazione della inesistente correlazione tra vaccinazioni e insorgenza di autismo si sono rivelati FALSI . Il principale autore degli studi danesi fu il Dr. Poul Thorsen, attualmente latitante, che figura nella lista dei maggiori ricercati dalla FBI, contro cui è stato spiccato mandato di cattura per una lunga serie di reati federali contestatigli negli Stati Uniti, in merito alle ricerche sull’Autismo .
Lo “scandalo nello scandalo” è emerso altresì dalle dichiarazioni del Deputato americano Bill Posey, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato della Florida che traduco, l’originale lo trova in rete.
“… Se leggete le e-mail e i dati relativi alle riunioni, nonché le disposizioni finanziarie che questo truffatore ha intrattenuto con il CDC, vi farà assolutamente venire il voltastomaco. Costui non era un ricercatore qualunque. Costui era l’uomo chiave del CDC in Danimarca. Costui era strettamente legato ai migliori ricercatori nell’ambito della sicurezza dei vaccini del CDC … e Thorsen ha cucinato gli studi per produrre i risultati che volevano diffondere. A loro non importava se gli studi fossero validi o quanto veniva pagato per manipolarli dall’inizio. Stiamo parlando di qualcuno che ha fondamentalmente rubato soldi pubblici che avrebbero dovuto essere utilizzati per migliorare la salute e la sicurezza dei più vulnerabili della nostra società: i nostri giovani bambini. …”.
Per brevità non riporto la testimonianza del dottor Thompson, rintracciabile sul web, che ha confessato pubblicamente di aver falsato gli studi che negavano la correlazione autismo e vaccino MMR.
Da tempo esiste un forte contrapposizione tra lo Stato Italiano che impone la politica delle “vaccinazioni di massa” pretendendo che siano l’unico modo di combattere le malattie e che siano sempre e comunque innocue ed una parte sempre più vasta della popolazione che rifiuta l’obbligo vaccinale per i propri bambini e pretende di poter scegliere consapevolmente come proteggere la loro salute .
In questa guerra pro-vaccinazioni-di-massa, ministero, regioni e Asl, dimenticano che i vaccini sono a tutti gli effetti dei farmaci pro-infiammatori aventi lo scopo di far maturare una memoria immunologica al di fuori della malattia naturale, ma che non sempre ci riescono.
I vaccini anti-infettivi, in quanto farmaci, posseggono indicazioni, controindicazioni, effetti collaterali ed effetti avversi, ma questi ultimi vengono volutamente omessi con strategie diverse, sia sui foglietti illustrativi dei vaccini, sia sul materiale divulgativo delle Asl.
Infatti, forse per scarsa consapevolezza della questione, forse per colpevole ignoranza, la maggior parte delle reazioni avverse ai vaccini non viene segnalata alla farmacovigilanza, come si evince dalla disamina dei tanti casi gravi per i quali le famiglie intentano causa allo stato. In questo modo i vaccini risultano falsamente “innocenti .
La politica sanitaria, come ogni politica, impone scelte non sempre condivisibili, spesso discutibili e basate su motivazioni tutt’altro che cristalline. Nel nostro Paese, per citare i casi più famosi, un Ministro della sanità, De Lorenzo, fu condannato per tangenti ricevute in cambio di aver reso obbligatorio il vaccino anti-epatite B.
Poggiolini, direttore generale del servizio farmacologico nazionale, fu condannato per aver falsato i prezzi dei medicinali e inserito farmaci nel prontuario nazionale, in cambio di tangenti; ancor oggi Poggiolini è sotto processo per omicidio colposo, per la possibile responsabilità avuta nel mancato controllo di sangue trasfusionale. I morti da trasfusioni infette non saranno presenti al dibattimento. Numerose case farmaceutiche sono state a loro volta condannate per tangenti relative all’inserimento di farmaci negli elenchi del SSN e spinto in alto i prezzi.
Queste ed altre frodi in campo sanitario sono ricorrenti e minano irreversibilmente la credibilità del sistema che ci governa e ci impone una sola e indiscutibile “verità scientifica”, la sua, e che costringerebbe i medici in protocolli comportamentali e rigidi percorsi di cura, in contrasto con i dettami della Professione Medica che ha come scopo primario il prendersi cura del paziente e non la vendita di farmaci, peraltro sempre più costosi e tossici.
Il tribunale di Milano, lo scorso anno, ha emesso una sentenza che riconosce il nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino esavalente e lo sviluppo di encefalopatia post-vaccinica in forma di Autismo, nel figlio dei ricorrenti.
Non è stata la prima sentenza a riconosce la lesività di un vaccino anti-infettivo esavalente, ma è la più importante per sostanza  Ebbene, il ministero della salute si è violentemente scagliato contro la sentenza e più società di pediatria hanno chiesto la testa del Medico Consulente Tecnico D’Ufficio  “colpevole” di aver studiato, guardato gli atti e ragionato sui fatti con mente libera da pregiudizi .
Questo non è un comportamento di uno Stato democratico, che ha il dovere di verificare periodicamente l’appropriatezza e delle proprie scelte sanitarie e del loro impatto sullo stato di salute della popolazione, bensì di un sistema dittatoriale che, lungi dal considerare gli interessi dei cittadini, men che meno quelli più fragili come i bambini e gli anziani, si dà da fare per escogitare le minacce più efficaci perché diventino bacino d’utenza di tanti farmaci, cercando di piegare all’obbedienza la classe medica premiando l’esercito degli yes-men e privando dell’abilitazione all’esercizio i medici “eretici”, “complottisti”, “anti-vaccinisti”, e persino navigatori del web, ossia i medici che sanno ragionare con la propria testa, che hanno a cuore l’interesse dei pazienti, che non sono sul libro paga delle industrie farmaceutiche, che non han paura che i loro pazienti curiosino su internet prima di venire in studio, quelli che hanno indagato lo stato immunologico, metabolico, tossicologico e nutrizionale dei bambini e ragazzi ammalatisi dopo i vaccini, quelli che han studiato le innumerevoli cartelle cliniche di bambini e ragazzi finiti in ospedale dopo aver ricevuto le vaccinazioni, quelli che hanno cercato e trovato modo di far scomparire tanti sintomi sistemici e neurologici delle encefalopatie post-vaccinali.
Se quella della libertà di scelta per la salute dei propri figli e la libertà di cura deve essere una guerra, questi medici la combatteranno con decisione, stetoscopio al collo, parker nel taschino, PC a tracolla, a fianco di sani e malati, stretti in un’alleanza per la salute senza tentennamenti.
Gabriella Maria Lesmo

martedì 18 novembre 2014

Università: ecco la classifica delle facoltà più “inutili”, secondo Almalaurea.



Il consorzio universitario che si occupa della ricerca dati dell’istruzione italiana ha pubblicato la classifica delle facoltà con la più alta percentuale di disoccupati a un anno dalla laurea. Nella top ten ci sono ben 9 università umanistiche.

La facoltà più inutile d’Italia? E’ Giurisprudenza. Almeno a guardare i dati del consorzio interuniversitario Almalaurea che ha pubblicato di recente la classifica dei corsi universitari con la più alta percentuale di disoccupati a un anno dalla laurea. Una precisazione va fatta subito, come del precisa lo stessa Almalaurea: per quanto possa trattarsi di una pubblicazione utile per gli studenti ancora indecisi in questi ultimissimi giorni d’iscrizione, è comunque una graduatoria da prendere con le molle vista la presenza di numerose variabili che entrano in gioco. Ad ogni modo in testa, come detto, c’è Giurisprudenza con il 24% dei disoccupati, seguita da Psicologia (18%) e Lettere (15%). Chiude la classifica Sociologia con l’11% di disoccupazione.

Le “inutili” facoltà umanistiche

Ciò che si evince da questa davvero poco onorevole classifica è che le facoltà umanistiche sono indubbiamente quelle che producono il numero più alto di laureati inadatti alle esigenze del mercato del lavoro. Non a caso, le prime nove facoltà con il maggior numero di senza lavoro a un anno dalla laurea sono tutte umanistico/letterarie: Scienze sociali, Lingua e letterature straniere, Scienze della comunicazione e Scienze politiche, Arte e design e Filosofia, sei facoltà con un tasso occupazionale compreso fra il 14 e l’11%. Per trovare una facoltà tecnico-scientifica bisogna scendere al decimo posto con Agraria. ”Fuori concorso” sono invece Medicina e Chirurgia, Ingegneria, Biotecnologie, Farmacia e Scienze Statische che registrano il più alto tasso di occupazione in Italia.
Fonte: http://opinioni-master.it/
I dati di Almalaurea non devono però essere interpretati alla lettera. Nel senso che l’utilità di una facoltà piuttosto che un’altra non può essere considerata esclusivamente sulla base dei riscontri occupazionali. Vanno infatti considerati anche fattori soggettivi: fondamentalmente, cosa ci piace fare. In altre parole, l’istruzione non è finalizzata unicamente alla realizzazione nel mercato del lavoro, ma contribuisce al nostro benessere anche in altri ambiti della vita personale. Inoltre, va considerata anche la qualità dell’inserimento professionale e non solo la quantità: oltre al guadagno e all’effettivo utilizzo delle competenze bisogna riflettere anche sul peso che ha la soddisfazione personale della scelta di una facoltà. Altra cosa importante: non ci si può limitare a verificarne gli effetti solo ad un anno dalla laurea. Insomma, il bagaglio di esperienze e conoscenze di cui ci dotiamo all’università ci accompagna lungo tutta la vita.
http://www.fanpage.it/universita-ecco-la-classifica-delle-facolta-piu-inutili-secondo-almalaurea/