Dopo molte notti insonni, Salvini si coricò e, complici sette mojito e una cannetta furtiva, si addormentò. Sognò se stesso in Senato, ma non più ai banchi del governo. Assisteva impotente alla nascita del Conte-2, con ministri incensurati di M5S, Pd e sinistra e un Contratto innovativo: legalità, politiche sociali, investimenti nella green economy, nel turismo, nel riassetto del territorio e nella cultura anzichè nelle grandi opere inutili tipo Tav, gestione rigorosa e integrata dell’immigrazione, meno tasse al ceto medio e carcere agli evasori, patrimoniale ecc. Renzi, salvata la truppa, se ne stava nascosto con i Lotti e le Boschi. I 5Stelle non litigavano col centrosinistra che non litigava coi 5Stelle e – ciò che era più stupefacente – neppure al proprio interno. La coalizione lavorava molto e parlava poco, ben avviata a reggere fino al 2023 e, prima, a rieleggere Mattarella. Gli italiani, felicemente sorpresi da tanta anomala normalità, non cercavano più uomini della Provvidenza. Conte, al 90% di popolarità, andava d’amore e d’accordo con la Von der Leyen, che gli concedeva un po’ di flessibilità, anche perché ora la prima a chiederla era la Germania. M5S e Pd veleggiavano nei sondaggi sul 30 ciascuno, mentre la Lega era tornata al 17.
Lui, Salvini, continuava a fare dirette Facebook, ma le vedevano quattro gatti (dalla Bestia alla Bestiolina), con i like in picchiata. L’iPhone, prima rovente per le richieste di interviste, era mestamente muto. Le ultime due chiamate lo avvertivano che un emissario di Putin aveva chiesto di parlare urgentemente con i pm di Milano e che il Parlamento li aveva autorizzati a sequestrare e aprire il pc di Siri. Poi ne arrivò una terza: Giorgetti, Zaia, Fontana e un redivivo Bossi lo convocavano per un processo pubblico sul prato di Pontida: “Cazzaro che non sei altro! Fino a luglio da vicepremier eri il padrone d’Italia col 36%, avevi ministeri importanti, i 5Stelle ti avevano approvato perfino quella boiata del Sicurezza-bis, stavi per strappare il commissario Ue, le autonomie regionali e la Flat Tax. I pieni poteri li avevi per davvero. Ora, da quando li hai chiesti, non conti più un cazzo: ci hai trascinati all’opposizione, hai perso tutto e l’hai fatto perdere pure a noi. A parte quei 50 disgraziati che abbiamo eletto all’Europarlamento per spaccare tutto e non servono a una mazza, visto che non se li fila manco Orbàn. Hai fallito: non sei più il segretario della Lega, però puoi fare il presidente onorario del Papeete Beach”. Qui Salvini si svegliò tutto sudato. Afferrò il primo rosario che aveva a tiro e subito si rincuorò: “Fortuna che il Pd è il Pd e il M5S è il M55, sennò era tutto vero!”.
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