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lunedì 1 aprile 2024
C'è ancora domani.
venerdì 29 marzo 2024
Il tempio funerario di Hatshepsu.
Il tempio funerario di Hatshepsut, noto anche come Djeser-Djeseru ("Santo fra i Santi"), è un tempio situato sotto le scogliere di Deir el-Bahari, sulla riva occidentale del Nilo, vicino alla Valle dei Re in Egitto. Il tempio funerario è dedicato alla divinità solare Amon-Ra, e si trova vicino al tempio di Mentuhotep II, entrambi serviti come fonte di ispirazione e, in seguito, come fonte di materiale edilizio.
Il tempio di Hatshepsut è considerato il punto di maggior contatto tra architettura egizia e architettura classica. Ottimo esempio dell'architettura funeraria del Nuovo Regno, enfatizza il faraone e include santuari in onore degli dèi importanti per la sua vita ultraterrena. Il tutto segna un punto di svolta nell'architettura egizia, che abbandona la geometria megalitica dell'Antico Regno per passare ad un edificio che permetta il culto attivo. La linearità assiale del tempio di Hatshepsut si ritrova negli altri templi del Nuovo Regno.
L'architettura del tempio originario è stata considerevolmente modificata a causa di un'erronea ricostruzione avvenuta all'inizio del XX secolo.
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giovedì 28 marzo 2024
Muro degli sconfitti - complesso di Cerro Sechín
Cerro Sechín è un sito precolombiano della bassa valle del Casma, sulla costa centrosettentrionale del Perù, dove sono venuti alla luce i resti di un grande complesso templare del periodo formativo. Costruito su una bassa piattaforma di terra, è cinto sui quattro lati da una muraglia con un'unica apertura sul lato nord; il muro è rivestito esternamente da monoliti di granodiorite incastrati nella massa di pietrame e argilla come tessere di un mosaico, che recano incise due file di personaggi convergenti verso l'ingresso. Questi personaggi sono sacerdoti, dignitari, guerrieri con mazza o con scettro e sono separati fra di loro dai corpi di vittime sacrificate e da parti anatomiche, come teste mozze.
Lo stile delle incisioni rivela affinità con quello di Chavín, anche se la datazione cronologica è ancora oggetto di discussione e molti storici propendono per la posteriorità di Cerro Sechín rispetto a Chavín.
All'interno del muro di cinta sorge un edificio sicuramente più antico in mattoni crudi, con le pareti rivestite di argilla e decorate da pitture e bassorilievi dove il tema dominante sono i felini.
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martedì 26 marzo 2024
Simulata al computer l’esplosione termonucleare che avviene in una stella di neutroni. - Marco della Corte
Le simulazioni al computer ci stanno fornendo nuove informazioni sul fenomeno conosciuto come esplosione termonucleare e il comportamento delle cosiddette “stelle cannibali”.
Quando una stella di neutroni assorbe materiale da una compagna binaria vicina, la combustione termonucleare instabile del materiale accumulato può produrre un’esplosione incontrollabile che invia radiazioni X in tutto l’Universo.
Michael Zingale è astrofisico computazionale presso la State University di New York a Stony Brook. Lo studioso ha affermato sull’esplosione termonucleare: “Possiamo vedere questi eventi accadere in modo più dettagliato con una simulazione. Una delle cose che vogliamo fare è comprendere le proprietà della stella di neutroni perché vogliamo capire come si comporta la materia alle densità estreme che si troverebbero in una stella di neutroni”.
Cosa sono le stelle di neutroni.
Le stelle di neutroni sono alcuni degli oggetti più densi dell’Universo. Sono ciò che rimane dopo che una stella massiccia ha terminato la sua vita, ha esaurito il carburante ed è esplosa in una supernova. Mentre il materiale esterno viene lanciato nello spazio, però, il nucleo dell’atro collassa sotto la gravità, formando una palla super densa di circa 20 chilometri (12 miglia) di diametro, che racchiude in quella piccola sfera una massa pari a quella di 2,3 Soli circa.
Si ipotizza che la materia schiacciata in modo così denso sia un po’ “atipica”, se volessimo utilizzare un eufemismo. Gli scienziati possono tuttavia studiare le loro esplosioni termonucleari per comprendere di più su ciò che rimane di queste stelle. Non possiamo esattamente avvicinarci a un corpo celeste formato da neutroni per osservarlo più da vicino, per ragioni ben valide come la distanza oppure il pericolo che una simile stella potrebbe arrecare. Possiamo però raccogliere tutte le informazioni possibili sui raggi X che fuoriescono da essa, grazie alle nuove tecnologie e simulazioni, come quella descritta nell’articolo in questione.
Approfondimenti sull’esplosione termonucleare.
L’esplosione termonucleare è un fenomeno estremamente potente che avviene quando nuclei atomici leggeri si combinano per formare nuclei più pesanti, liberando enormi quantità di energia. Questo processo è al centro del funzionamento delle bombe atomiche e delle stelle, incluso il nostro Sole. Qui di seguito proponiamo una panoramica più dettagliata dell’evento:
- Fusione nucleare: l’esplosione termonucleare è principalmente il risultato di tale fusione, che avviene quando due nuclei atomici leggeri, tipicamente isotopi di idrogeno (come deuterio e trizio), si combinano per formare un nucleo atomico più pesante, come elio. Durante questo evento vengono rilasciate enormi quantità di energia sotto forma di radiazione elettromagnetica (luce) e particelle ad alta energia.
- Condizioni estreme di temperatura e pressione: affinché la fusione nucleare avvenga efficacemente, è necessario creare condizioni estreme di temperatura e pressione simili a quelle presenti nel nucleo delle stelle. Queste condizioni possono essere raggiunte tramite due principali metodi: la compressione di una miscela di isotopi di idrogen, ad esempio quando esplode una bomba atomica, o tramite reazioni di fusione nucleare all’interno di una stella.
- Bomba termonucleare: chiamate anche bombe a idrogeno, esse sfruttano il principio della fusione nucleare per generare un’enorme esplosione. Queste armi sono una via di mezzo tra una bomba atomica tradizionale (detta anche a fissione) e un secondo stadio che utilizza la radiazione e il calore generati dalla fissione nucleare per avviare e accelerare la fusione nucleare di isotopi di idrogeno, come il deuterio e il trizio. Questo processo rilascia quantità di energia molto maggiori rispetto alle armi a fissione sola.
- Reazioni nucleari nel Sole e nelle stelle: le stelle, compresa la nostra, generano energia attraverso reazioni di fusione nucleare costanti, come quella di idrogeno in elio. All’interno del nucleo stellare, le enormi pressioni e temperature causate dalla gravità convergente rendono possibile la fusione nucleare. Questo processo continua per gran parte della vita di una stella, mantenendo il suo equilibrio termico e luminoso.
In sintesi, l’esplosione termonucleare è un processo in cui nuclei atomici leggeri si combinano per formare nuclei più pesanti, rilasciando enormi quantità di energia. Questo fenomeno è fondamentale per comprendere il funzionamento delle bombe atomiche e il processo di produzione di energia all’interno delle stelle.
Atlantide
La ricerca di Atlantide è andata ben oltre le antiche conoscenze lasciate da Platone. Molti ricercatori oggi continuano a sfogliare gli archivi, mentre altri effettuano esplorazioni alla ricerca di quella terra mitica che sarebbe diventata lo stato più potente in un remoto passato . Studi approfonditi sulle antiche piramidi egiziane e su altre grandiose strutture suggeriscono che furono costruite molto prima di quanto si crede comunemente. Inoltre, alcuni archeologi sostengono che geroglifici, affreschi, simboli e disegni furono applicati agli edifici nel secondo o terzo millennio a.C., mentre le strutture stesse potrebbero avere circa 20mila anni. L’erosione dell’acqua e del vento, ha contribuito a trarre tali conclusioni, che non potrebbero essere raggiunte nelle moderne condizioni climatiche. Un tempo il territorio del Nord Africa era un fiorente paradiso, con enormi città sparse sul territorio. Erodoto e Tolomeo ne menzionarono l'unicità, Lawrence d'Arabia voleva trovarlo, ma non ebbe il tempo di realizzare il suo sogno. Si diceva che fosse bello e coinvolgente, come "un pezzo di paradiso in terra". In essa vissero e operarono saggi e astrologi, Esculapio e alchimisti. Questo paese era un vero paradiso. Una conferma indiretta di ciò, può essere trovata nelle raccolte arabe di antiche leggende. Ad esempio, in Libia fino al 2013 esisteva un trattato che descriveva la vita dei locali vissuti nel XII millennio a.C.
A causa delle ostilità nel paese, questo e molte altre reliquie furono distrutte o rubate. Un quadro simile è stato osservato in Iraq, Siria e altri paesi di questa regione. Durante i combattimenti in questi paesi, è stato osservato l'intaglio intenzionale di antichi manufatti. Alcuni di loro furono salvati e altri andarono perduti per sempre. Si ritiene che in un lontano passato esistesse un potente stato arabo sul territorio della penisola arabica e del Nord Africa. Secondo varie fonti, fu qui che l'umanità imparò per la prima volta la metallurgia, e la gioielleria e che la medicina era in anticipo di diversi millenni sui tempi. Non sorprende che trovino sepolture di persone con protesi, teschi con evidenti segni di trapanazione e denti curati, dai 6 ai 10 mila anni fa. L'Atlantide araba era abitata dagli Aditi che, secondo le leggende, erano discendenti diretti di Noè . Sul territorio dei moderni paesi arabi si trovano antichi insediamenti. L'intero mondo antico sapeva che non esisteva altro luogo dove si producevano resine aromatiche e incensi meravigliosi. La vita dei cittadini era straordinaria e misteriosa. Si diceva che conoscessero i riti della resurrezione dai morti. Come i leggendari Atlantidei , sapevano volare, conoscevano il segreto dell'eterna giovinezza. Inoltre, gli abitanti di questa regione erano impegnati nell'estrazione e nel commercio dell'ambra e dei suoi prodotti, che si trovavano in grandi quantità solo in questi luoghi ed erano molto richiesti dagli antichi. In termini di valore, l'ambra a quei tempi era valutata più dell'oro. Le fotografie scattate dai satelliti della NASA, hanno confermato che tra le sabbie arabe esistevano davvero delle città. Gli archeologi nello studiare le immagini satellitari, hanno notato la convergenza di linee sottili, nonché segni di strutture nascoste sotto le dune di sabbia. All'inizio degli anni '90, le prime pagine dei principali giornali del mondo erano piene di resoconti di una importante scoperta archeologica. I rapporti affermavano che era stata trovata Iram la maestosa città araba "l'Atlantide delle sabbie". Gli antichi trattati arabi parlavano di città maestose. Un gruppo di ricerca canadese è giunto alla conclusione che i deserti non si formano dal nulla. Questo è il risultato di una potente esplosione. Cioè, si può immaginare che una volta qui esistesse un vero centro culturale, lo stato più ricco e avanzato in vari settori. Se prendiamo in considerazione tale teoria, allora possiamo supporre che questa civiltà non fosse l'unica sulla Terra e che l'emergere di uno o più forti concorrenti porti a inevitabili rivalità. Il paradiso arabo è stato distrutto da un'arma potente . Decine delle città più belle si trasformarono immediatamente in polvere. I giardini divennero una terra desolata senza vita. Le sabbie ed il tempo, nascondono le ricchezze di una grande civiltà. Dopo diverse migliaia di anni, le persone tornarono in queste terre e fondarono nuovi paesi. Le strutture più persistenti dell'Atlantide araba (il termine è stato dato da ricercatori americani) si sono rivelate delle piramidi . Furono queste ad essere le prime a essere portate alla luce dagli egiziani per far rivivere la grandezza perduta. Orientalisti e ricercatori del mondo arabo, che riuscirono a studiare un po' le fonti primarie e i materiali dell'antichità, giunsero alla conclusione che una volta nei territori sopra descritti esisteva uno stato potente. Ciò che sono riusciti a portare alla luce e a restaurare non è più dell’1% di quella grande civiltà, che ora riposa sotto milioni di tonnellate di sabbia. E forse lì da qualche parte, sotto uno strato di sabbia, un giorno ritroveranno la sorgente dell'eterna giovinezza, che, secondo le leggende arabe e l'onnipresente Erodoto, era proprietà degli Aditi. Questo è solo l’inizio del grande lavoro che attende gli scienziati in futuro. Ci sono ancora molti misteri, e il mistero è solo leggermente socchiuso.
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lunedì 25 marzo 2024
Göbekli Tepe - Sumeri
Scoperto un mostruoso buco nero con 6 galassie intrappolate nella sua rete gravitazionale. - Pasquale D'Anna
Gli astronomi hanno scoperto nel 2020 sei galassie intrappolate nella “ragnatela” cosmica di un buco nero supermassiccio quando l’Universo aveva meno di un miliardo di anni: il video.
Gli astronomi hanno trovato nel 2020 sei galassie intorno a un buco nero supermassiccio osservato quando l’Universo aveva meno di un miliardo di anni (osservazioni effettuate grazie al VLT dell’ESO). Questa è la prima volta in cui un raggruppamento così compatto è stato visto così presto dopo il Big Bang e la scoperta ci aiuta a capire meglio come i buchi neri supermassicci, uno dei quali si trova al centro della nostra galassia, la Via Lattea, si siano formati e siano cresciuti fino alle odierne enormi dimensioni così velocemente. La scoperta viene in supporto alla teoria secondo cui i buchi neri possono crescere rapidamente all’interno di grandi strutture, simili a ragnatele, che contengono gas in quantità sufficiente per alimentarli.
Queste galassie circondano un buco nero supermassiccio e sono contenute da una “ragnatela” cosmica di gas che si estende fino a 300 volte le dimensioni della Via Lattea. L‘Universo aveva solo 0,9 miliardi di anni!
La crescita dei buchi neri.
I primissimi buchi neri, che si pensa si siano formati dal collasso delle prime stelle, devono essere cresciuti molto velocemente per raggiungere masse di un miliardo di soli entro i primi 0,9 miliardi di anni di vita dell’Universo. Ma gli astronomi non riuscivano a spiegare come quantità sufficientemente grandi di “combustibile da buchi neri” avrebbero potuto essere disponibili per consentire a questi oggetti di crescere fino a dimensioni così grandi in così poco tempo. La “ragnatela” e le galassie al suo interno contengono abbastanza gas per fornire il carburante di cui il buco nero centrale ha bisogno per diventare un gigante supermassiccio.
Galassie deboli.
Le galassie che ora vengono rilevate sono tra le più deboli che gli attuali telescopi possano osservare. L’ELT (Extremely Large Telescope) dell’ESO studierà ancora questo incredibile oggetto.