domenica 21 settembre 2014

Vertigine Hong Kong, dove la densità umana è da capogiro.

Vertigine Hong Kong, dove la densità umana è da capogiro  

Vertigine Hong Kong, dove la densità umana è da capogiro  



Vertigine Hong Kong, dove la densità umana è da capogiro  



Vertigine Hong Kong, dove la densità umana è da capogiro  

Vertigine Hong Kong, dove la densità umana è da capogiro  

Con oltre sette milioni di abitanti "stipati" in soli 424 chilometri quadrati, Hong Kong si piazza al secondo posto al mondo per la sua densità abitativa. Nella serie "Stacked" - ammassati - il fotografo australiano Peter Stewart ha voluto raccontare il caledoscopio di infrastrutture architettoniche ed urbane dei grattacieli. Le immagini, oltre a regalare uno spendido colpo d'occhio, restituiscono un enorme senso di vertigine.

Nicola Perilli

http://www.repubblica.it/esteri/2014/09/20/foto/hong_kong_e_la_sua_densit_urbana_colori_e_prospettive_da_vertigine-96256638/1/#14

Apriscatole in funzione! - Giulia Grillo Cittadina a 5 Stelle



Siamo riusciti a trovare il documento originale della DIA, allora secretato, spedito nel 1993 da Nicola Mancino a Luciano Violante. 
Vi si parla di ‘progettazione ed esecuzione di attentati in grado di indurre le Istituzioni a una tacita trattativa’.
Violante ha sostenuto fino al 2009 di non saperne nulla!
Qui il documento: ---> bit.ly/1mlPxNC


https://www.facebook.com/GiuliaGrilloM5S/photos/a.494494350591575.126486.494308557276821/820573554650318/?type=1&theater

Ricetta per il mal di gola.





Assicurarsi di avere un po 'di questo sempre pronto ... ottima ricetta per mal di gola e bronchiti.

Ingredienti:
1 - due limoni accuratamente puliti e affettati; 
2 - due pezzi di zenzero delle dimensioni dell' indice e del medio tagliati a fettine; 
3 - miele (circa 1 tazza-forse di più) 

In un barattolo di 12-16 once sistemare le fette di limone e di zenzero. 
Versarvi il miele (biologico è meglio) lentamente. Questa operazione potrebbe richiedere un po 'di tempo per lasciare scorrere il miele verso il basso e intorno alle fette di limone e zenzero. 
Assicurarsi che il miele abbia riempito tutti i vuoti, chiudere il barattolo e metterlo in frigo; si formerà in una "gelatina". 
All'occorrenza, mettere un cucchiaio di gelatina in una tazza e versarvi acqua bollente.
Conservare in frigo 2-3 mesi.

https://www.facebook.com/healthdigest/photos/a.187939824672351.44283.187938474672486/441800899286241/?type=1&theater

Marco Travaglio: “Tiziano act. 10 aziende in trent’anni e un solo assunto: Matteo”

Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “ziotom@governo.it”

Cari fans, come ho detto nel videomessaggio di venerdì ai sindacati, noi non siamo interessati a uno scontro ideologico sul passato, perché non ci preoccupiamo della Thatcher, ma di Marta e di Giuseppe. L’articolo 18 garantisce lavoro a chi già ce l’ha e non a chi non ce l’ha, creando cittadini di serie A e cittadini di serie B. Per colmare questa diseguaglianza inaccettabile, noi potremmo fare qualcosa per garantire il lavoro anche a chi non ce l’ha, ma sarebbe banale. Perciò preferiamo battere la strada più originale e innovativa: garantire a chi ha un lavoro la certezza di perderlo quanto prima, anche senza giusta causa. Del resto, chi siamo noi per giudicare sulla giustezza di un licenziamento? Mica possiamo costringere un datore di lavoro a tenersi un lavoratore che gli sta sul hazzo. Se gli sta sul hazzo, come giusta causa mi pare sufficiente.
Conosco molti imprenditori che assumerebbero un sacco di giovani, se sapessero di poterli licenziare ancor prima di assumerli. Io, per esempio, a mio padre stavo parecchio sul hazzo. Infatti, dopo una vita da co.co.co., mi assunse come dirigente un minuto prima che mi candidassi alla Provincia di Firenze: tanto si sapeva che sarei stato eletto, mi sarei levato dai hoglioni e i contributi li avrebbe pagati la Provincia, mica lui. Una forma di contratto a tutele crescenti ante litteram: appena cresci, entri in politica a carico dei contribuenti. Ecco, cari Marta e Giuseppe: prendete esempio da Tiziano e Matteo. La finalità sociale dell’impresa, checché ne dica la Costituzione che non a caso stiamo riformando in versione 2.0 per farne una Selfieconstitution, praticamente una SmartCard, è questa: assumere e subito licenziare più lavoratori possibili. A fine anno, chi ne avrà assunti e licenziati di più vincerà una cena con la Boschi. Il secondo classificato, con la Picierno. Il terzo, con la Pinotti. L’ultimo con Orfini, così impara.
Basta con le vecchie dispute ideologiche, i totem e i tabù. E non mi riferisco solo all’articolo 18. Ma anche al mito dello stipendio: chi l’ha detto che chi lavora debba essere pagato? È una bella pretesa! Ma come, io mi sacrifico per darti un lavoro e tu, esoso, dopo un mese vieni subito a battere cassa? Bella riconoscenza. Non avete idea di quanti giovani assumerebbero le aziende senza il fastidio di stipendiarli. Perciò, dopo il Jobs Act, stiamo approntando lo Spartacus Act per ripristinare il lavoro obbligatorio e gratuito. Ora qualche sindacalista gufo, ancorato agli schemi del passato, parlerà di schiavismo: noi preferiamo “servizio civile a costo zero”. Conosco imprenditori, tipo mio padre, che dovendo distribuire giornali per le strade davano un lavoro da strilloni a un sacco di precari ed extracomunitari più o meno clandestini, provenienti da paesi che hanno superato da tempo i miti del posto fisso, del contratto e dello stipendio. Non per nulla, in 30 anni ha avuto 10 società e un solo dipendente: io.
Cari sindacati, dov’eravate mentre noi sperimentavamo su strada (fra Santa Maria Novella e Palazzo Vecchio) questa nuova forma di flessibilità? Chi intendesse delegittimarla con formule obsolete, tipo “lavoro nero”, si rassegni: dopo il Jobs Act e lo Spartacus Act, il governo ha pronto il superemendamento KuntaKinte, come sempre aperto ai vostri suggerimenti: scriveteci a zio  tom@governo.it  . Dopodiché – come ci chiede l’Europa, che non deve darci ordini perché noi li anticipiamo – passeremo a sfatare il più ideologico e pernicioso dei tabù che frenano la crescita e bloccano la ripresa: la pensione. No, non sarà la solita riforma per ritoccare questo o quel dettaglio, ma una scelta molto più radicale: l’azzeramento. Se già quella di essere pagati quando si lavora è una pretesa che non possiamo più permetterci, figurarsi quella di essere pagati quando si smette di lavorare. Troppo comodo (…)

sabato 20 settembre 2014

TASI, TARI e IMU. Monreale. Come e quando si pagheranno - Gabriele Volpetto

TASI, TARI e IMU. Come e quando si pagheranno

Uno schema dettagliato su come calcolare gli importi, le esenzioni, le scadenze dei pagamenti.
Monreale, 18 Settembre. Non si placa l'eco della questione TASI, approdata in consiglio comunale lo scorso 8 e 9 Settembre. A breve i contribuenti dovranno versare le somme dovute per la IUC (imposta unica comunale), nelle casse del Comune.
Ricordiamo che la IUC altro non è che un’imposta articolata in tre distinti tributi: IMU, TARI e TASI.
TARI: La nuova tassa sui rifiuti è destinata a finanziare integralmente i costi del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti svolto dall’ATO.
Si pagherà in quattro rate. L'importo dovuto dal contribuente sarà calcolato, per le prime tre rate, sul 75% del totale versato riguardo alla TARES 2013, meno i 30 centesimi a metro quadro che erano allora dovuti per i cosiddetti “servizi indivisibili”. 
Gli uffici comunali stanno attualmente preparando ed inviando ai cittadini i modelli di pagamento F24 relativi alla prima rata che dovrà essere versata entro il 30 Settembre
La seconda rata dovrà invece essere versata entro il 30 Ottobre, la terza entro il 30 Novembre, la quarta, infine, entro il 31 Gennaio. L'ammontare di quest'ultima sarà calcolato, a conguaglio, dopo che l'ATO avrà presentato al Comune di Monreale il costo per il servizio svolto nel 2014.
IMU: L'IMU (Imposta Municipale Unica) 2014 sarà calcolata sulla base degli stessi parametri dell'IMU 2013; nessuna variazione prevista.
TASI: Novità invece sul versante TASI, la nuova tassa che coprirà i costi dei servizi indivisibili.
Come ormai ben noto, l'amministrazione conta di ricevere da questo tributo un gettito stimato nella misura di 350.000,00 euro. 
Ma come avverrà, in che tempi e secondo quali modalità, questo pagamento?
Ricordiamo che la TASI è dovuta per le abitazioni principali e le loro pertinenze con aliquota del 3,3 per mille.
Per gli immobili di categoria A01 (abitazioni signorili, 11 in tutto il territorio monrealese), immobili di categoria A08 (le ville, 1 in tutto il territorio), immobili di categorie D4 (case di cura ed ospedali con fine di lucro, 0 a Monreale), immobili di categoria D5 (istituti di credito, di cambio ed assicurazione) l'aliquota è dello 0,8 per mille.

E adesso il calcolo di quanto dovuto:
Per conoscere l'importo, basta avere il dato riguardante la rendita catastale del proprio immobile e moltiplicarlo per 168, ricavando così la cosiddetta “Base imponibile” (il calcolo rende conto della rivalutazione al 5% della r.c. e della successiva moltiplicazione per 160).
Avuto questo dato, per ricavare l'importo dovuto bisogna calcolare il suo 3,3 per mille, e cioè moltiplicarlo per 3,3 e poi dividerlo per 1000.
In sintesi:
Base Imponibile = Rendita Catastale X 168.
TASI = BASE IMPONIBILE X 3,3 / 1000
A ciò dovranno essere applicate le detrazioni previste dal regolamento approvato dalla maggioranza nello scorso consiglio comunale. Sono di due tipologie:
1 - Detrazione fissa: 150 euro per rendite catastali fino a 600 euro, 100 euro per rendite catastali da 600,01 euro a 750 euro, 50 euro per rendite catastali da 750,01 euro a 1000 euro. Per le rendite catastali di valore superiore non è prevista detrazione fissa.
2 - Detrazione per i figli a carico: 50 euro di detrazione per ogni figlio fino ai 26 anni.
Il contribuente dovrà quindi calcolare l'importo dovuto, compilare il Modulo F24 semplificato, e pagare la tassa o in un'unica soluzione entro il 16 Ottobre, o in due rate, una entro il 16 Ottobre ed una entro il 16 Dicembre.

Duet. - Glen Keane

venerdì 19 settembre 2014

La mummia cinese, del 193 a.C. avvolta in un sudario di nylon.




La mummia della marchesa cinese "Vestita di nailon".

Tempo fa, in una nostra pubblicazione, avevamo riferito del rinvenimento, a Mawangtui, in Cina, della mummia di una donna deceduta circa 2.100 anni fa, in stato di ottima conservazione, accompagnata all'aldilà da un ricco corredo funerario e da vesti preziosissime anche dal punto di vista archeologico, fra cui uno splendido abito di seta presentante scene riferite all'oltretomba, alla Terra e al cielo.

Il reperto più straordinario era però costituito dal sudario in cui era avvolta la salma, leggerissimo (pesava soltanto 49 grammi, con una lunghezza di 128 centimetri), fatto di una sostanza simile al nostro chiffon di nailon.
Nailon 21 secoli fa? La cosa pare incredibile, dato che le fibre sintetiche furono realizzate per la prima volta nel 1938, eppure è così.
Oggi sul conto della donna, del suo trapasso e della conservazione del corpo conosciamo molto di più, dopo le ricerche che, nel frattempo, si sono condotte e approfondite.

                                                        Radiografia ed autopsia del corpo della marchesa di Tai.

Si trattava della moglie del primo marchese di Tai, Li Tsang, fatto nobile nel 193 a.C. dopo essere stato cancelliere del principe Tsciang-cia, deceduta all'età di 50 anni, nella stagione dei meloni, come dimostra la presenza dei semi di questo frutto nell'intestino, nell'esofago e nello stomaco. Era alta 1,54, apparteneva al gruppo sanguigno A ed aveva sofferto di parecchie malattie, tra cui una arteriosclerosi generalizzata, tubercolosi, calcoli biliari, ed aveva riportato una frattura all'avambraccio sinistro ed una vertebrale, il che la costringeva a camminare appoggiata ad un bastone.

Tutto ciò è stato dimostrato dall'autopsia e dalle radiografie eseguite a Pechino, che hanno anche accertato la causa della morte, avvenuta subitaneamente in seguito ad un infarto miocardico o ad una grave aritmia provocata da una crisi di arteriosclerosi coronarica suscitata da una colica epatica.

All'epoca della scoperta ci si sorprese non poco dell'ottima conservazione del cadavere, che è stata ora spiegata dai seguenti fatti:
- La profondità della sepoltura. La camera funeraria era posta a 20 metri sotto terra, protetta da un tumulo, e la bara era composta da quattro casse, messe l'una dentro l'altra. 

                                      Il prezioso sarcofago della mummia cinese.

Posato su traverse di legno, il sarcofago era coperto da uno strato di carbone di legno spesso da 30 a 40 centimetri e pesante oltre 5 tonnellate, strato che lo proteggeva dall'umidità. Un involucro di argilla bianca, spesso più di un metro, non lasciava passare né l'aria né l'acqua, assicurando una buona tenuta stagna.
- Il liquido in cui era immerso il corpo: gli effetti del mercurio, che lo componevano, sono noti come antisettici e battericidi.
- La rarefazione dell'ossigeno, assorbito dalle offerte funerarie di cibo.

Accanto alla sepoltura della donna ne sono state scoperte altre due, denominate «tomba 2» e «tomba 3». La prima è quella di Li Tsang, la seconda quella di suo figlio. Gli esami hanno dimostrato che i due sono deceduti anteriormente alla loro rispettiva sposa e madre.

Interessantissimi sono anche qui gli oggetti che compongono il corredo funerario: oltre venti volumi di seta nella «tomba 3», con preziosissimi dati concernenti la storia e la filosofia degli antichi Cinesi, libri di prescrizioni mediche, di astronomia, di effemeridi, una carta geografica ed una militare, con altri 316 oggetti archeologicamente notevolissimi.



                                 Una scena su seta del corredo funebre della famosa tomba cinese: la nobildonna con il bastone.




Un tamburo scoperto nella tomba del principe Yi, (2) la cosiddetta Siringa di Pan, composta di 13 canne, (3) lo Scengh, una specie di organetto a bocca, (4) due contenitori di liquore (perfettamente conservato) rinvenuti nella tomba di Xi, del tempo dei Reami Combattenti, (5) un vaso per liquori, di bronzo, di forma piatta. Contiene ancora un liquido verde, trasparente.

A proposito di riti funerari e di «parentele» fra popoli geograficamente molto lontani tra loro, va notata l'usanza di porre nella bocca del defunto una piccola cicala di giada o di un'altra pietra: la troviamo sia presso i Cinesi del periodo Han, sia presso gli antichi popoli della Mesoamerica, ovviamente collegate al frinire dell'insetto, che avrebbe dovuto simbolicamente ridare il dono della voce al trapassato.

                                   Piccola cicala cinese del periodo Han: come in Mesoamerica, veniva posta nella bocca dei defunti.

Nella tomba della marchesa di Tai sono stati rinvenuti, tra gli oggetti che la dovevano accompagnare all'aldilà, farmaci per il trattamento delle malattie cardiache delle quali soffriva, tra cui boccioli di magnolia, scorza di cannella ed altri prodotti vegetali.

A proposito di farmaci, ci sembra interessante sottolineare la scoperta, nel distretto cinese di Wuwei (Kansu) di 92 tavolette di legno di pino e di pioppo contenenti le formule terapeutiche impiegate all'epoca degli Han dell'Est (23-220 d.C.): vi sono incise istruzioni concernenti la chirurgia, la medicina interna, la ginecologia, con il nome delle affezioni, le cause, i sintomi, le manifestazioni, i rimedi e persino le controindicazioni.
I medicinali sono di origine animale, minerale, ma soprattutto vegetali, somministrabili sotto forma di decotti, pillole, polverine, cataplasmi, gocce e supposte.
Alcune tra le malattie così curabili si riferiscono al sistema respiratorio, digestivo, circolatorio, genitale, urinario e ad affezioni febbrili in genere. In chirurgia abbiamo tumori, ascessi, calcoli. Sono, poi, presi in considerazione i malanni che riguardano gli occhi, le orecchie, la cavità orale, la gola. Qualcosa di «nuovo», infine, concerne l'agopuntura, i punti da toccare e le precauzioni da prendere.
È nota l'attenzione che la Cina moderna presta all'antica medicina: migliorate ed arricchite - osserva uno specialista - queste formule sono, per la maggior parte, applicabili anche ai nostri giorni.
Stranamente, nell'antica medicina cinese erano usate sostanze pericolosissime, come composti metallici derivati dall'arsenico, dal mercurio, dal rame, dallo stagno, dal piombo, dal nichel e persino dall'antimonio.
Parecchie conoscenze sconfinano nell'alchimia, ed è curioso notare come gli ingredienti basilari di numerose operazioni alchemiche, primi tra i quali lo zolfo e il mercurio, siano stati comuni alla Cina, all'India, all'Egitto e all'Occidente, proprio come i due scopi principali a cui avrebbero mirato i «maestri occulti»: l'elisir di lunga vita e la tramutazione di metalli vili in oro. In Cina, fra l'altro, venne promulgata, nel 175 a.C., una legge contro la produzione d'oro con metodi alchemici.

Quanto all'elisir di lunga vita, è noto che molte salme di nobili furono ricoperte di piastrelle di giada, il che pareva ritardarne la decomposizione, ma non è altrettanto conosciuto il fatto che l'ingestione di giada poteva - secondo alcuni studiosi dell'«arte somma» - prolungare moltissimo la vita.
Ma come assorbire la giada?

                            Il sudario di giada di Ten Wan.

Ecco, alla lettera, la ricetta di Koh Hung, un alchimista cinese del IV secolo d.C.: «La pasta di giada si forma nel seno di montagne che celano giada. La si trova solo in luoghi tagliati a picco e pericolosi. Il succo di giada che cola da queste montagne si coagula in una specie di pasta dopo un periodo di qualche decina di migliaia d'anni. Questa pasta è fresca e limpida come il cristallo. Se ne trovate, schiacciatela e mescolatela con succo di erbe privato delle essenze. Si liquefarà immediatamente. Bevetene allora una pinta e vivrete mille anni... Colui che assorbe giada vivrà tanto quanto durerà la giada; colui che assorbe oro vivrà tanto quanto durerà l'oro. Colui che assorbe la Vera Essenza della Sfera Oscura [la giada] godrà di un'esistenza eterna...».