lunedì 26 aprile 2010

"Candeggiamo Samir": cori razzisti in un bar di Treviso contro una giovane di colore


La ragazza è stata costretta a cambiare locale. A denunciare quanto accaduto lettere e telefonate arrivate a la tribuna di Treviso da parte di persone che hanno assistito alla scena
di Federico de Wolansky
TREVISO. Cori razzisti, inni da stadio, svastiche tracciate sui muri e parole del tipo «candeggiare» lanciate all’indirizzo di una ragazza di colore. E’ il resoconto di quanto avvenuto nei giorni scorsi in un noto locale del centro storico diventato, attorno alla mezzanotte, teatro delle esibizioni dell’estrema destra.

A denunciarlo gli stessi avventori, sconvolti da quanto accaduto. «La ragazza è stata costretta a cambiare locale» raccontano alcuni di loro. Ma il titolare del locale prende le distanze. Che durante il fine settimana (era un sabato sera) sia successo qualcosa lo testimoniano le svastiche e le scritte, vergate con l’indelebile nero sui muri della case vicine al bar. Quelle che il lunedì dopo il titolare s’è visto costretto a raschiare via, con tante scuse al vicinato.

A raccontare quanto accaduto però sono lettere e telefonate, arrivate a la tribuna da parte di ragazzi che quella sera hanno assistito alla scena. Era circa mezzanotte. Serata come tante tra chiacchiere, birra e vino. All’improvviso arriva un folto gruppo di ragazzi appartenenti all’estrema destra. Una trentina di giovani della curva, ma non solo. Con loro anche delle ragazze. «Si capiva che erano su di giri» racconta M.. Prendono da bere, fanno gruppo, sotto tiro finisce una giovane di colore. «Hanno cominciato a guardarla male, a fare commenti vergognosi - segue la denuncia di M. - Poi, per far capire più chiaramente che si rivolgevano proprio a lei, hanno intonato una specie di stupido coro da stadio». Le parole erano «candeggiamo Samir, candeggiamo Samir». Chiaro il riferimento alla candeggina a effetto sbiancante, gergo già usato negli stadi di calcio all’indirizzo di giocatori di colore come Vieirà o Kallon. «Lo urlavano tutti insieme - racconta un altro testimone - a un metro da lei».

Tra i presenti molti restano a bocca aperta, qualcuno chiede che diavolo stiano cantando. Loro ripetono parola per parola e, incuranti delle facce stupite, proseguono. A quel punto la ragazza e i suoi amici hanno preferito andarsene, per evitare che la situazione degenerasse. Ma se ne sono andati anche clienti del bar. La gazzarra dell’estrema destra non finisce, prosegue dentro il locale: altri cori, battute, filmati e fotografie con il cellulare per immortalare la serata.

«Senza che nessuno intervenisse per mettere fine alla parata» racconta preoccupata una ragazza. Va avanti così fino alla chiusura. Quando la serranda si abbassa, per chiudere il sabato vengono anche lasciati segni sui muri. «Inaccettabile che possano accadere cose simili» dicono amaramente molti testimoni. Ma il gestore getta acqua sul fuoco: «Cori razzisti? Non mi pare - dice - nemmeno cori all’indirizzo di una ragazza di colore, che non ricordo di aver mai visto quella sera. E’ vero - spiega - c’era una festa dei ragazzi di Forza Nuova, salutavano un amico che partiva. C’è stata più confusione del solito ma nulla di male, altrimenti sarei intervenuto». Restano le svastiche da cancellare.
(26 aprile 2010)


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