giovedì 24 marzo 2011

Referendum immunitario. - Nadia Redoglia




La nube compie il primo giro del globo, cui ne succederanno altri ché nulla si crea e si distrugge. Isapienti avvertono che non ci sarà alcun pericolo per il pianeta. Per farcene una ragione spiegano che sarà da 1.000 a 10mila volte inferiore alla "vecchia" Chernobyl. L'ignoto, specie se supportato da impotenza ampiamente dimostrata, scatena ansie che possono sfociare in autentico terrore. Ed è perciò che, nel non sapere, tanto vale fare un atto di fede verso i dichiarati “scampati pericoli” piuttosto di privilegiare ansie e allarmismi che potrebbero farci male quanto le contaminazioni nucleari. Un fatto è conclamato e pare che l’Europa ci sia arrivata: la certezza dell’incolumità totale sull’energia atomica, non c’è. Noi, Italia, che dal 1987 d.C. ancora non sappiamo mettere in sicurezza le sue scorie, si sta progettando nuovi impianti. Noi si va controcorrente (rinnovabile)… Ci potrà salvare, ancora una volta, il referendum. Mentre il popolo anela all’immunità da radiazioni, il capo di governo anela giusto alla sua immunità da processi (indirettamente uno dei 3 quesiti referendari), perciò invita a non esprimerci. No quorum, no volontà popolare, sì alla sua immunità. In cambio ci offre un anno d’immunità dal -suo- nucleare.



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