“Mi hanno offerto un posto in Mondadori per rientrare nei ranghi”. Se proprio in quel momento non fosse arrivata in studio la notizia della solidarietà espressa da B. a Roberto Lassini, (l’uomo dei manifesti “Fuori le Br dalle procure”), forse Sara Giudice, la giovane ex pidiellina che ha raccolto 12 mila firme per chiedere le dimissioni di Nicole Minetti dal Consiglio regionale della Lombardia, lo avrebbe detto in diretta ad ‘Annozero‘. Invece ha avuto solo il tempo di raccontare che qualcuno aveva cercato di “comprarla”. Ecco la storia completa.
Sara, chi ha cercato di comprarla?
Poco più di un mese fa ho ricevuto una telefonata di Maria Stella Gelmini. Ero appena stata daGad Lerner, la famosa puntata della chiamata di Berlusconi in cui parlava di “cosiddette signore” e stavo per essere ospitata ad ‘Annozero‘. La Gelmini mi chiese di non partecipare alla trasmissione di Santoro, perché la mia presenza, in un momento di estrema difficoltà per il presidente del Consiglio, non era opportuna.
A che titolo le ha telefonato?
La Gelmini è stata coordinatore regionale del Pdl e abbiamo lavorato insieme.
E lei cosa ha risposto?
Ho rivendicato il diritto di discutere nel merito la questione che ponevo, cioè il metodo di selezione della classe dirigente all’interno del Popolo della Libertà, cosa che ho tentato, invano, di fare anche con Berlusconi.
E il ministro come ha reagito al suo rifiuto?
Ne ha preso atto. Il giorno dopo ha rilasciato un’intervista a Repubblica accusandomi di aver raccolto le firme perché, a differenza della Minetti, ero stata esclusa dal listino bloccato. Una questione personale insomma.
E poi cos’è successo?
Qualche giorno dopo sono stata avvicinata da alcuni dirigenti del Pdl, che so per certo essere persone di fiducia di Maria Stella Gelmini. Mi hanno proposto un caffè con Nicole Minetti in favore di telecamera, una specie di “carrambata” per chiudere l’incidente. E per essere convincenti, conoscendo la mia condizione di lavoratrice precaria, mi hanno fatto capire che se avessi accettato ci sarebbe stato un posto sicuro in Mondadori per me.
E lei?
Ovviamente ho rifiutato. É stato in quel momento che ho capito che non c’era più niente da fare e ho lasciato il Pdl per Fli.
Sara, chi ha cercato di comprarla?
Poco più di un mese fa ho ricevuto una telefonata di Maria Stella Gelmini. Ero appena stata daGad Lerner, la famosa puntata della chiamata di Berlusconi in cui parlava di “cosiddette signore” e stavo per essere ospitata ad ‘Annozero‘. La Gelmini mi chiese di non partecipare alla trasmissione di Santoro, perché la mia presenza, in un momento di estrema difficoltà per il presidente del Consiglio, non era opportuna.
A che titolo le ha telefonato?
La Gelmini è stata coordinatore regionale del Pdl e abbiamo lavorato insieme.
E lei cosa ha risposto?
Ho rivendicato il diritto di discutere nel merito la questione che ponevo, cioè il metodo di selezione della classe dirigente all’interno del Popolo della Libertà, cosa che ho tentato, invano, di fare anche con Berlusconi.
E il ministro come ha reagito al suo rifiuto?
Ne ha preso atto. Il giorno dopo ha rilasciato un’intervista a Repubblica accusandomi di aver raccolto le firme perché, a differenza della Minetti, ero stata esclusa dal listino bloccato. Una questione personale insomma.
E poi cos’è successo?
Qualche giorno dopo sono stata avvicinata da alcuni dirigenti del Pdl, che so per certo essere persone di fiducia di Maria Stella Gelmini. Mi hanno proposto un caffè con Nicole Minetti in favore di telecamera, una specie di “carrambata” per chiudere l’incidente. E per essere convincenti, conoscendo la mia condizione di lavoratrice precaria, mi hanno fatto capire che se avessi accettato ci sarebbe stato un posto sicuro in Mondadori per me.
E lei?
Ovviamente ho rifiutato. É stato in quel momento che ho capito che non c’era più niente da fare e ho lasciato il Pdl per Fli.
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