martedì 25 ottobre 2011

Parentopoli Ama, nei computer le prove delle assunzioni irregolari.



Franco Panzironi



di Giulio De Santis
ROMA - La prova finale della Parentopoli all’Ama è arrivata sulle scrivanie degli inquirenti nel fine settimana. E’ la perizia sui computer dei dieci indagati, disposta lo scorso giugno dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal sostituto procuratore Corrado Fasanelli.

Una consulenza che racconta attraverso e-mail e file word come si sarebbero compiute le sospette 841 assunzioni avvenute tra il 2008 ed il 2009, finite nel mirino degli inquirenti lo scorso febbraio. In particolare il consulente informatico Massimo Bernaschi, scelto dalla Procura, avrebbe trovato l’istruttoria attraverso la quale sarebbero state aggirate le procedure di assunzione per 41 impiegati con chiamata diretta. Una procedura predatata per aggirare la legge Brunetta, che impone il possesso di determinati requisiti per gli assunti a partire dal 20 ottobre del 2008.

Sono quarantuno le persone, prive dei requisiti e impiegate dopo quella data, come proverebbe il file adesso in mano alla Procura. L’istruttoria, rinvenuta dal consulente, proverebbe che le date sarebbero state falsificate facendo risultare i contratti siglati precedenti al 20 ottobre del 2008, mentre in realtà colloqui e firme sui contratti sarebbero avvenuti successivamente. Prove cosi convincenti che il pubblico ministero Fasanelli si appresta a chiudere l’indagine nei confronti dei dieci indagati accusati, a seconda delle diverse posizioni, di abuso d’ufficio, falso e violazione della legge Biagi.

Dopo la lettura della consulenza gli inquirenti ritengono che non sia necessario procedere ad ulteriori accertamenti probatori poiché sarebbe ormai chiaro il complesso mosaico della Parentopoli avvenuta all’Ama. Pochi giorni e l’inchiesta nei confronti dell’allora ad Franco Panzironi, di Sergio Bruno, presidente del Consorzio Elis, di Luciano Cedrone, responsabile del personale, Gianfrancesco Regard, ex responsabile legale di Ama, e Ivano Spadoni, dirigente Ama, sarà formalmente conclusa. Insieme a loro rischiano la chiusura indagine anche Lorenzo Allegrucci, Giovanni D’Onofrio, Alessandra De Luca, Davide Ambrogi e il consulente Bruno Frigerio, dirigenti Ama indagati dalla procura di Roma all’inizio dello scorso maggio.

Nel mirino degli investigatori sono finite due modalità di assunzione compiute percorrendo un doppio binario. Una prima quota riguarderebbe le 41 assunzioni a chiamata diretta che riguardano persone definite «gente di fiducia» dall’allora ad Panzironi. In questo caso la perizia dell’accusa aggiungerebbe l’istruttoria rispetto agli elementi già raccolti nel corso della prima parte dell’indagine.

Gli inquirenti avevano però in mano diverse prove che le 41 assunzioni sarebbero state retrodatate per aggirare i requisiti di contrattualizzazioni imposti dalla legge Brunetta. La perizia ha confermato le certezze del pm.

La seconda tranche di assunzioni è quella realizzata dalla municipalizzata attraverso il Consorzio Elis. In questo caso, nel mancato rispetto della legge, sarebbero stati assunte altre 800 persone tra autisti, operatori ecologici e interratori. La consulenza in questa caso avrebbe evidenziato un carteggio molto dettagliato, fatto di email e file word, che inchioderebbe i responsabili in modo decisivo. «Non conosco il contenuto della perizia – commenta l’avvocato Giuseppe Di Noto, difensore dell’ex responsabile dell’ufficio legale Ama – ma sono sicuro che il mio assistito abbia svolto il suo compito in modo impeccabile».


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