NEL 1992, come segretario generale della Presidenza del Consiglio era stata soprannominata la "bestia nera" dei benefit, visto che in due settimane aveva tagliato ben 56 macchine di servizio ad altrettanti alti burocrati di Stato. Ma oggi Fernanda Contri, 76 anni, vicepresidente emerito della Corte Costituzionale, è proprio una di quei privilegiati che all'auto blu non vogliono rinunciare. Intendiamoci, la macchina con autista è assolutamente legittima, ma in questi tempi di crisi l'opportunità si fa sostanza oltreché motivo di scandalo. Tanto che lo hanno capito pure al palazzo della Consulta. Proprio pochi giorni fa è stata decisa la clamorosa abolizione di un diritto: agli ex giudici costituzionali niente più auto a vita ma solo per un anno a partire dal momento dell'abbandono della carica.
Per chi invece ne disponeva già da diversi anni i dodici mesi scattano dall'11 settembre giorno dell'approvazione della modifica al regolamento.
Avvocato Contri, è la fine di un'era? «Visto che non ho mai approfittato di alcuna situazione e non ho mai rubato un centesimo, anzi ho sovente sacrificato il mio tempo e ci ho rimesso pure del mio, in qualche maniera, certo mi sono sentita privilegiata, però...» AVVOCATO Contri, non approfittare e non rubare dovrebbe essere la regola, specie per un giudice Costituzionale.
«Certo, lo dico perché purtroppo non è così. Perchè è ben diverso il comportamento disinvolto di alcuni parlamentari che hanno continuato a fare il ministro e l'avvocato. Io da ministro non ho messo piede in tribunale.
E per due volte mi sono cancellata dall'Albo per alcuni anni perdendo così tutti i clienti».
Torniamo all'auto blu che lei ha dal 2005, da quando ha lasciato la Consulta.
«Certamente questi sono momenti in cui dobbiamo cercare di contribuire ad uscire da una situazione di grave crisi economica e la decisione della Corte Costituzionale mi trova d'accordo.
Io però l'auto di Stato l'ho sempre utilizzata per ragioni legate al ruolo. Anche quando ero in servizio mi servivo della mia. A Madonna di Campiglio, dove ho in affitto un appartamentino sono sempre andata con la mia Musa ».
Però all'auto blu - benzina e manutenzione incluse - non ci rinuncia e di questi tempi un diritto può apparire come un privilegio.
«Si è vero, alla disponibilità non ho mai rinunciato. Oddio, devo dire che la macchina mi è molto utile, andando spesso a Roma ci metto meno che con l'aereo. Certo è stata una comodità e l'ho vissuta come un privilegio ma, ripeto, necessario per certe incombenze. Io ad esempio le tessere per il treno, per le partite di pallone o il cinema non le ho mai ritirate».
Sono rinunce pesanti. Lei però appartiene alla sinistra (segretario alla presidenza del consiglio con Giuliano Amato, ministro con il governo Ciampi) e i privilegi lì non dovrebbero essere di casa.
«Ripeto, l'ho sempre usata in relazione ad impegni istituzionali, ad esempio per andare alla festa della Repubblica o a quella dei Carabinieri».
Lei però non è una semplice pensionata: è tornata ad esercitare l'avvocatura, è presidente onorario del gruppo Italbrokers, consulente dell'Autorità Portuale, consigliere della Porto Antico. «E' un'attività assai ridotta.
Guardi, più che altro presiedo enti benefici, oggi ho partecipato a tre consigli di questo genere.
Comunque credo di poter dire che dell'auto blu ne ho approfittato nel senso buono, visto che mi spettava. E siccome qualche anno fa mi sono trasferita a vivere in riviera, e raggiungere Genova in treno è un problema, la macchina di servizio mi è servita».
E tra un anno, pendolare della Fs? «Non penso. Credo che mi fermerò un po', forse è il momento».
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