mercoledì 14 dicembre 2011

Il Cern: trovata l'impronta della "particella di Dio



Un disegno che rappresenta la particella subatomica


Forse più leggera del previsto. "Ma conferma solo nel 2012"

GINEVRA
La particella di Dio grazie alla quale esiste la massa ora è un po' meno misteriosa. Il più grande acceleratore del mondo, il Large Hadron Collider (LHC) ha mantenuto la promessa ed è riuscito a «mettere alle strette» il bosone di Higgs prima del previsto.

I dati che per la prima volta individuano la massa di questa particella in una piccolissima zona compresa tra 124 e 126 miliardi di elettronvolt (GeV) sono cominciati ad arrivare nell’estate scorsa e sono così convincenti (anche se non definitivi) che il Cern ha deciso di annunciarli pubblicamente. A raccoglierli sono stati due grandi esperimenti dell’LHC chiamati Atlas e Cms, entrambi coordinati da due italiani: Fabiola Gianotti e Guido Tonelli, che fanno capo all’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn).

«Sono risultati straordinari, anche se c’è ancora molto da fare», ha detto oggi il direttore generale del Cern Rolf Heuer, rivolto ad un pubblico numerosissimo, arrivato ben tre ore prima dell’inizio della conferenza per assicurarsi un posto. Oltre 100 i giornalisti presenti, provenienti da tutto il mondo. L’attesa era grandissima e, anche se i toni erano pacati, l’entusiasmo era tangibile come l’emozione. Ma allora il bosone di Higgs esiste o no? La risposta non c’è ancora, ma «ormai il laghetto in cui può nuotare questa particella è talmente piccolo che in pochi mesi riusciremo a prosciugarlo tutto. Già cominciamo a vedere coda e pinne del bosone», ha detto il direttore scientifico del Cern Sergio Bertolucci.

Quello che i due esperimenti hanno mostrato finora è una traccia della particella di Dio, ma il margine di errore, pari a circa l’1%, è considerato troppo alto. Bisogna arrivare ad una probabilità di errore su un milione perchè ci sia la certezza di avere "guardato negli occhi" la particella di Dio. Solo allora ci sarà la conferma definitiva di ciò che si è visto finora. Una conferma che secondo i fisici potrebbe arrivare a fine 2012. Al momento il fatto che il bosone di Higgs si trovi in una zona di energia intorno a 125 GeV indica che questa particella potrebbe essere molto più leggera del previsto. Se da un lato la sua scoperta andrà a completare la teoria di riferimento della fisica contemporanea, chiamata Modello Standard, dall’ altro il fatto che sia così leggera stride con la teoria stessa, secondo la quale dovrebbe avere una massa maggiore. L’attesa è quindi che il Modello Standard sia destinato ad andare in pezzi. «Potrebbe non essere l’x che ci aspettavamo di vedere, così come potrebbero invece esistere più bosoni di Higgs», ha osservato Bertolucci. Lontanissima, quindi, dal dare le risposte tanto attese che il mondo della fisica si aspettava, la particella di Dio promette di riaccendere l’entusiasmo verso nuove zone di frontiera, ancora sconosciute e che potrebbero portare a scoprire la natura di oggetti ancora misteriosi come la materia oscura che occupa il 25% dell’Universo.

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