sabato 5 maggio 2012

Affaritaliani.it dà voce ai filosofi. Parla Francesca R. Recchia Luciani. - di Virginia Perini




L'essere umano deve tornare al centro del dibattito contro la dittatura di mercati e finanza che, secondo molti intellettuali, vige incondizionata. I segnali di questa esigenza ci sono: dai quotidiani racconti di disperazione che spingono persino al suicidio, alla fine dell'era Sarkozy (parola dei sondaggisti) che potrebbe essere a capo di una rivoluzione culturale europea.
Così, da sempre attento al mondo del pensiero (Filosofia sui Navigli, la colazione con dibattito della domenica mattina milaneseAffaritaliani.it dà voce ai filosofi.

 "Sulla psicologia delle masse Hollande avrebbe un grande impatto positivo perché rappresenta una nuova via, ma per condurre a una svolta non deve rimanere un caso isolato. Il problema è filosofico: non si producono più idee e le poche che si producono non hanno al centro l'essere umano. Ora gli intellettuali devono aiutare l'Europa in questo cammino". In attesa del ballottaggio delle presidenziali francesi tra il candidato socialista Francois Hollande e Nicolas Sarkozy la filosofa Francesca R. Recchia Luciani, docente di filosofia ed epistemologia del Novecento all'Università di Bari ed esperta di relazioni internazionali spiega ad Affaritaliani.it che cosa comporterebbe per l'Europa la fine dell'epoca Sarko che i sondaggisti danno quasi per scontata. Ma non si tratta solo di politica francese, potrebbe aprirsi una nuova era "culturale".
Se, come dicono i sondaggi, dovesse vincere Hollande in Francia, che cosa cambierebbe in Europa?
"Credo che sulla psicologia delle masse avrebbe un grande impatto positivo. Darebbe un forte segno di cambiamento che è quello che oggi le persone anelano".
Cambiamento rispetto a che cosa esattamente?
"Oggi domina un pensiero unico: quello di un'Europa governata da un solo tipo di sapere: quello economico. Si verifica una sorta di main stream economicistico che perde di vista la cultura e le persone. La filosofia insomma".
E sul piano politico?
"Assistiamo a un deficit di riflessione teorica dei partiti di sinistra che filosoficamente chiamerei 'deficit delle idee', ovvero la mancanza totale di una riflessione compatta e sensata che sappia condurre a una ricetta utile per far fronte allo status quo. Se Hollande vincerà, sarà perché non è Sarkozy e rappresenta una via nuova, non perché sa effettivamente colmare quel deficit. Quello che serve è una nuova strategia di aggressione dei problemi che immobilizzano la società. Sul piano politico, dunque, non so quanto rappresenti una svolta. Certo, attenuerà il rigorismo dell'asse Merkel -Sarko, ma sicuramente sarà un elemento dirompente più sul piano psicologico".
Filosoficamente come inquadra questa crisi?
"Il tema centrale è l'essere umano e l'attualità parla chiaro, pensiamo ai numerosi suicidi. Le persone, oggi ridotte alle categorie di produttori e consumatori, sono stritolate dal meccanismo letale dei grandi poteri finanziari e non è un caso che nei diversi Paesi si salvino le banche e non le persone. Quello che vige è un sistema vetero capitalista di controllo degli esseri umani che non lascia respiro. Per questo Marx risulta più attuale che mai, e oggi può a ragione essere considerato il più grande rivoluzionario di tutti i tempi".
Quanto le sinistre sono responsabili di questa crisi?
"Le sinistre hanno avuto un progetto che poteva sembrare anti capitalistico, ma che di fatto non lo è stato mai. Porre gli esseri umani davanti al sistema economico non è un progetto utopico, è una rivoluzione concettuale fattibile".
Un'eventuale fine dell'epoca Sarkozy può aiutare a compiere questo passaggio culturale?
"Sì se quello della Francia non rimane un fenomeno isolato. Gli intellettuali dovrebbero riprendere in mano le redini del pensiero e portare a una riflessione collettiva in tutta Europa che determini lentamente il passaggio a una nuova era di consapevolezza in cui tornino a proliferare idee, progetti politici e culturali".
Quindi i filosofi possono dare una mano in questo senso?
"Sì, la filosofia è fondamentale perché solo il suo sguardo complessivo può aiutare a riflettere in maniera completa e sensata su quella realtà che deve essere trasformata dalle idee, sui meccanismi reali di funzionamento della vita sociale, portando al centro del cambiamento l'essere umano, i suoi bisogni e le sue necessità".

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