Patrizia Moretti: «Mio figlio è ancora lì che chiede aiuto».
MILANO - «Accetto volentieri di incontrare il capo della polizia Manganelli ed il ministro Cancellieri». In un post sul blog intitolato a suo figlio, Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti ringrazia per le scuse che le hanno rivolto pubblicamente. «Ma non mi si chieda di perdonare ciò che per una madre è imperdonabile , insopportabile, inconcepibile». Le hanno ucciso il figlio diciottenne. Poi l'hanno insultata soltanto perché pretendeva giustizia. La giustizia ha impiegato sette anni per appurare la colpevolezza di quattro agenti di polizia. E da uno dei quattro colpevoli, non ancora rimossi dal proprio incarico, ha anche ricevuto pesanti insulti. «Non ho mai nutrito rancore nei confronti della Polizia anche se devo ammettere che da quella maledetta mattina le divise mi fanno paura», spiega la madre di Federico, ucciso il 25 settembre 2005 a Ferrara. Ma il passo successivo, il perdono della violenza e della protervia, è davvero difficile: «Ora ci si aspetta che da una persona come me, probabilmente sopravvalutata, ci sia il perdono nei confronti dei quattro poliziotti che hanno tolto la vita a mio figlio Federico. Io non sono forte. Io non sono lungimirante. Io non guardo avanti. Io non passo oltre».
SOLTANTO UNA MADRE - Patrizia Moretti spiega di sentirsi soltanto una madre:«Una madre che non si è voluta rassegnare alle menzogne, ai depistaggi, alle intimidazioni. Sono una madre normale come tutte le madri che hanno partorito il proprio bimbo e lo hanno visto crescere fino a diventare quasi adulto. Quasi. Ecco, io sono debole. Sono debole perché non riesco a voltare pagina. Sono debole perché non riesco a di dimenticare Federico che chiedeva aiuto e rantolava mentre quei quattro non lo ascoltavano e continuavano. Non riesco a dimenticare che tutti hanno sentito, ma nessuno ha ascoltato. Non riesco a dimenticare che se qualcuno, uno fra i tanti, avesse ascoltato la sua coscienza io avrei ancora il mio bambino e vivrei ancora felice nella mia vita anonima ma meravigliosa vedendo il suo farsi uomo».
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