domenica 3 novembre 2013

SICILIA, CASABLANCA DELLO SPIONAGGIO INFORMATICO. ISRAELE-CONNECTION. - Salvatore Parlagreco

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Da tredici anni Israele è collegata con la Sicilia con cavi sottomarini in fibra ottica che trasportano scambi su web e comunicazioni telefoniche. L’Isola sconta una servitù di passaggio senza avere firmato patti e concessioni con alcuno. Accade con il gas, il petrolio, l’energia elettrica.
Come è diventata la Casablanca dello spionaggio informatico internazionale? Chi ha trattato con i partner internazionali? Quale parte hanno avuto Terna e Telecom nella realizzazione dell’hub siciliano?
Lo scandalo Datagate ha gettato una luce nuova sulle telecomunicazioni. Non è più una questione industriale, un affare fra aziende private, uno scippo, l’ennesimo, di prerogative e poteri decisionali, la prova di una povertà decisionale, ma la certificazione del ruolo opaco, misterioso e inquietante esercitato dalla Sicilia.
Giorno dopo giorno le rivelazioni di Snowden, il tecnico “pentito” della Nsa, e le informazioni pubblicate dalla stampa internazionale, delineano l’esistenza di un mondo parallelo, che spia quello in cui viviamo. E di questo mondo parallelo, l’Isola è protagonista inconsapevole.
Ci sono tutti dentro, meno quelli che “ospitano” le nuove macchine intelligenti costruite per dominare il mondo. La pesca a strascico delle informazioni, da parte della Nationale Security Agency, è soltanto la punta dell’iceberg. Gli inglesi lavorano a braccetto con gli americani, servizi francesi, tedeschi o israeliani non se ne stanno a guardare. La proverbiale efficienza del Mossad israeliano si sarebbe inceppata davanti allo strapotere della Nsa? E il governo italiano è rimasto all’oscuro di tutto?
La Sicilia è un hub internazionale nelle telecomunicazioni e ciò ne fa uno snodo essenziale nell’incrocio di dati e informazioni “grezze”, che vengono “trattate” da vari soggetti attraverso programmi estremamente sofisticati.
L’Isola, insomma, offre la materia prima. La rete di cavi sottomarini risponde ai bisogni del mondo reale, nasce per rendere un servizio pubblico ai paesi che l’utilizzano, ma è una struttura “infiltrata”, senza la quale non sarebbe possibile il reperimento delle informazioni. Uso proprio ed improprio, dunque. I flussi delle comunicazioni vengono “filtrate” dai soft, smistati, decrittati ed utilizzati attraverso target che ne giudicano automaticamente i livelli di utilità.
Due programmi della Nsa, Lithium e Stormbrew, di cui non si sa praticamente niente, “trattano” il materiale raccolto da Upstream, a monte, nei luoghi in cui viaggiano i flussi di comunicazione. Il “prelievo” avviene quando le fibre ottiche salgono in superficie a conclusione del loro viaggio in immersione.
Fairview, altra sigla della Nsa, vigila sulla proprietà delle reti telefoniche e internet a raggio internazionale. Esercita un controllo discreto sul mercato. Il collegamento fra la Sicilia e Israelepotrebbe essere perciò un affare americano, non solo israeliano.
L’alveare della Nsa opera in una mondo “parallelo” affollato, il suo strapotere non gli regala alcun monopolio, ma “solo” una influenza rilevante. La gestione dell’alveare costituisce il problema della Casa Bianca: è materialmente impossibile controllare dei quell’esercito di scienziati informatici, ben 4000, che sotto le varie sigle “spiano” il mondo.
Si sospetta che la megastruttura di spionaggio, ricevute le regole d’ingaggio all’indomani dell’attentato alle torri gemelle, grazie al Patriot act, abbia fatto quel che ha voluto, ed abbia agito liberamente, interpretando in modo indipendente la strategia di contrasto del terrorismo. Nella migliore delle ipotesi, è stato inserito un pilota automatico. La Nsa sarebbe una superpotenza in sè, pur agendo al servizio del suo governo.
Al servizio di chi svolge la sua attività l’hub siciliano? Essenziale al sistema di controllo mondiale delle informazioni, non è un partner istituzionale. Concepito da aziende di telecomunicazioni italiane ed estere, e vigilato dai servizi dei paesi interessati, Italia compresa, è una gigantesca struttura fantasma, ignorata da chi la ospita.
Se è impensabile che il Mossad trascuri le attività d’intelligence “informatico” degli americani – cavi sottomarini in fibra ottica e le antenne della sughereta di Niscemi – è del tutto plausibile che i siciliani non ne sappiano niente e che nei Palazzi romani si abbiano solo conoscenze superficiali e poco attendibili sul ruolo affidato alla Sicilia. Nella guerra al terrorismo ed alle mafie?
No, la finanziarizzazione dell’economia mondiale ha altre priorità.

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