Angello Paris e Primo Greganti
Secondo la Procura di Milano l'ex deputato Pci e il manager delle infrastrutture lombarde sarebbero coinvolti in episodi di turbativa d'asta e corruzione. Il loro arresto arriva a distanza di due mesi da quello del dg delle infrastrutture lombarde per presunte irregolarità negli appalti delle opere pubbliche.
Angelo Paris, manager delle infrastrutture lombarde, e Primo Greganti, ex militante del Pci coinvolto nell’ambito dell’inchiesta Mani Pulite, sono stati arrestati con altre quattro persone nell’ambito di un’inchiesta portata avanti della Procura di Milano per corruzione e turbativa d’asta nell’ambito di episodi legati all’Expo 2015. Un nuovo scandalo che si aggiunge all’arresto per presunte irregolarità negli appalti delle opere pubbliche del direttore generale delle infrastrutture lombarde, Antonio Rognoni, che risale a poche settimane fa. Nell’ambito di questa inchiesta Rognoni è stato raggiunto da un’ordinanza di arresti domiciliari.
Nelle intercettazioni, che arrivano fino alle ultime settimane del 2014, Paris racconta come favorire un loro costruttore di riferimento.
Primo Greganti, passato alle cronache come il Compagno G durante Mani Pulite, scontò una pena di 3 anni in carcere per finanziamento illecito al suo partito ma lui si professò sempre innocente e rifiutò ogni collaborazione con la magistratura. In manette anche Gianstefano Frigerio, ex segretario generale della Dc, poi passato tra le file di Forza Italia e l’ex senatore Pdl Luigi Grillo.
L’inchiesta è una delle indagini citate dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo, a capo del pool “Pubblica Amministrazione”, nell’esposto da lui presentato al Csm contro il procuratore Edmondo Bruti Liberati per lamentare una serie di irregolarità nell’assegnazione dei fascicoli. Nell’esposto, infatti, Robledo ha scritto, tra le altre cose, di aver richiesto più volte a Boccassini, che coordina l’inchiesta che oggi ha portato a sette arresti, atti dell’indagine a lei affidata per “costruire un quadro complessivo il più organico e completo possibile” e utile anche per le sue indagini. Atti che invece, a detta di Robledo, non sono mai arrivati sul suo tavolo, se non in minima parte.
L’inchiesta, che oggi ha portato anche ad una serie di perquisizioni da parte della Gdf e della Dia milanese, vede al centro i reati di associazione per delinquere, corruzione, turbativa d’asta, rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio. L’indagine è nata da un’altra inchiesta che nei mesi scorsi aveva portato all’arresto dell’ex consigliere lombardo, Massimo Gianluca Guarischi (ora sotto processo), per presunte tangenti nella sanità lombarda, un filone questo che vede indagato in una tranche (distinta dall’inchiesta scaturita nel blitz di stamani) anche l’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni.
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