mercoledì 27 maggio 2015

MEDICI VENDUTI: PAROLA DI MEDICO! - Franco Giusto


Medico: una professione meravigliosa. Ma per esserlo deve evolversi nella giusta direzione e cioè quella di imparare a riconoscere la vera natura della persona. Qualunque sia la specialità, dal medico di famiglia al neurochirurgo, il paziente deve essere considerato nella sua realtà fisica, mentale e spirituale, strettamente connesse fra loro e non solo in distretti corporei. Curare le malattie è indispensabile ma senza ridursi a sterili dispensatori di farmaci o atti chirurgici senza entrare in empatia col paziente. 
Non è facile questa evoluzione per il medico perché innanzitutto prevede quella di se stesso come persona. La presunzione di curare un paziente rendendolo solo un consumatore di farmaci porta all'insuccesso terapeutico. Non a caso la locuzione latina “medice cura te ipsum” consiglia al medico di imparare prima a curare e conoscere se stesso ( nel senso metaforico più globale ) per poi poter professare nel giusto modo nei confronti degli altri. Questo fa la differenza.
So che indubbiamente ci sono persone pronte a farmi l'elenco di medici che non vivono questa realtà.  Ho scritto come dovrebbe essere il vero medico sperando che qualche collega possa leggerlo e sapere se è d'accordo. Non che io sia migliore degli altri, per carità, abbiamo tutti bisogno di riconoscere e migliorare i propri  limiti, la nostra umanità, ma la professione che abbiamo scelto non può esimere da quanto scritto. Purtroppo l'università di medicina non  insegna nulla di tutto questo, anzi gli esempi  inducono solo nell'arrivismo, nella competizione, a considerare il paziente un mezzo per fare esperienza e denaro, molti medici non  vedono oltre la punta delle proprie scarpe. Tutto questo è vero. I livelli apicali nelle cliniche universitarie e negli ospedali sono al 99 per cento controllati dai partiti politici e dalla massoneria che vi pongono i propri adepti. Anche i medici più sani moralmente e inizialmente volenterosi, inseriti in questi ambienti sanitari così deteriorati, ne rimangono a loro spese coinvolti e sconvolti  perdendo per strada l'entusiasmo per la professione. Concorsi di cui si sa già all'inizio chi vincerà, corruzione da parte delle case farmaceutiche, problemi economici, mancanza di aggiornamento, caos organizzativi secondari ai tagli della sanità, e tanto altro inducono a svalorizzare i principi di questa professione, che dovrebbe essere al servizio della salute non solo fisica del paziente. Comunque, so per vissuto certo e conosco medici che ancora vivono appieno i sentimenti originali della professione, che pensano prima ai pazienti che a se stessi, medici che fanno volontariato di tasca propria, medici che hanno sani principi  e non un salvadanaio al posto del cuore. Ci sono, sono pochi, ma resistono. Anch'essi fanno parte di quella piccola porzione di umanità che va controcorrente e cerca di mantenere accesa la fiamma del bene per non finire inghiottiti nel buio totale di questo mondo.

Franco Giusto - medico chirurgo in pensione.


In un paese in degrado l'etica è negletta, e anche la professione delle professioni subisce danni irreparabili. Come giustamente lamenta il medico che ha scritto l'articolo, anche chi vorrebbe esercitare al meglio la professione viene fagocitato e accantonato dalla massa di rampanti arrivisti super raccomandati dalla politica. E i risultati si vedono e si toccano con mano. Per esperienza personale abbiamo dovuto consultare tre neurologi per scoprire che mia figlia non era affetta da epilessia, ma di un'anomalia cardiaca: il "forame ovale pervio" (PFO), curabile con un semplice intervento chirurgico. 
Cetta.

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