domenica 6 gennaio 2019

Saviano, il clown triste. . Tommaso Merlo



Un Saviano ingrassato e barbuto scarica la sua solita dose di bile a difesa degli sbarchi dei migranti. Lo fa con la consueta violenza ed ovviamente i suoi soci dei giornali gli dedicano paginate intere. Come se a parlare non fosse un cittadino qualunque, ma una sorta di oracolo, una entità morale superiore che dall’alto della sua sapienza indica a noi poveri mortali la retta via. Sarà, ma Saviano di politica ha dimostrato ampiamente di non capirci una mazza. Non ne azzecca una da anni, è sempre sfasato sia nei toni che nei contenuti. Sarà forse per la prolungata lontananza dalla madre patria, sarà perché si è imborghesito, sarà perché proprio non ci arriva, chissà. Sta di fatto che Saviano è capace solo di vomitare scenate iraconde e spesso lo fa fuori luogo. Nei suoi video sembra un ostaggio, già, un ostaggio del suo ego, del suo personaggio da scrittore “maledetto” e vittima sacrificale di un mondo malvagio che si ostina a non seguire i suoi sublimi dettami. Una parte che recita con lodevole abnegazione e che gli sta garantendo fama planetaria e soldi a palate, ma che evidentemente non gli basta a sfamare la sua sete di grandezza. E per questo appena può indossa il suo Rolex, alza il pugno al cielo e si unisce ai “compagni”. Il suo target ossessivo è Salvini, un’Italia a suo dire xenofoba e fascista e in generale questo nuovo corso gialloverde che proprio Saviano non riesce a comprendere e quindi, nel dubbio, disprezza e denigra. L’occasione dell’ennesima invettiva di Saviano è una nave che – come ha detto Di Maio – Malta inspiegabilmente rifiuta e che l’intera Europa ignora. Il solito ricatto. Alla fine sarà l’Italia a dover farsi carico di quei poveracci anche se non più in maniera scontata come in passato. Quando comandavano gli amichetti di Saviano i trafficanti di uomini li aspettavano sulla spiaggia a braccia aperte e l’Italia era diventata un campo profughi abusivo. Grazie al governo gialloverde l’esodo è invece drasticamente diminuito come hanno chiesto democraticamente gli italiani nelle urne il 4 marzo. Saviano dà la patente di pagliaccio a Salvini, ma il Ministro dell’Interno non sta altro che attuando una politica più severa come hanno chiesto i cittadini. Forse perfettibile, ma sempre di volontà popolare si tratta. Si chiama democrazia. E se ci sono dei pagliacci in questa triste situazione sono tutti i Ministri dei paesi europei che tengono i porti chiusi da sempre, sono i burocrati di Bruxelles che se ne fottono da sempre, sono i governi italiani precedenti che hanno svenduto l’Italia firmando trattati folli. Ma tra i pagliacci o forse meglio clown, ci sono anche i rolexisti alla Saviano che vittime di un sempiterno complesso di superiorità morale ed intellettuale di comunista memoria, ignorano la realtà. Ignorano coloro che con l’immigrazione clandestina di massa ci convivono ogni santo giorno, ignorano i sentimenti e le paure di un popolo che un tempo dicevano di voler difendere. Ma tra le cose che proprio non entrano nella zucca di Saviano c’è un punto. Sostenere l’immigrazione clandestina in un paese che non la vuole, vuol dire mettere le premesse per una catastrofe sociale. Vuol dire mettere le premesse per una guerra tra poveri fatta di ghetti, emarginazione, ingiustizia sociale e quindi violenza e razzismo inauditi nella storia del nostro paese. Un caos che rovinerebbe la vita agli italiani senza migliorarla agli immigrati che passerebbero da un infermo all’altro. Sostenere l’immigrazione clandestina in un paese come l’Italia che non la vuole e che è reduce da una crisi di sistema devastante, vuol dire volere la distruzione dell’Italia. Vuol dire essere dei clown. E pure tristi.

https://infosannio.wordpress.com/2019/01/05/saviano-il-clown-triste/

Non sono in sintonia con Salvini, del quale accetto poco o nulla, ma Saviano, a pelle, non riesco a digerirlo; c'è qalcosa in lui che non mi convince, forse la sua tracotanza o la sua obiettività a fasi alterne. A mio parere, dopo aver scritto un libro che non ho letto perchè aborro tutto ciò che tratta mafia e consociate,  ma che ha il pregio di aver messo a nudo una piaga sociale della quale, ahimè, siamo succubi,  farebbe meglio a tacere su argomenti che esulano dalle sue competenze.
Oltretutto, omette di attribuire la colpa dello strapotere del quale gode la mafia in Italia a chi glielo ha permesso: le stesse persone che difende ad oltranza e che sono al potere da svariati anni. Cetta. 

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