martedì 7 maggio 2019

Pietro Tatarella e Fabio Altitonante, chi sono i 2 consiglieri di Forza Italia arrestati nell’inchiesta su appalti e tangenti.

Pietro Tatarella e Fabio Altitonante, chi sono i 2 consiglieri di Forza Italia arrestati nell’inchiesta su appalti e tangenti

Il primo è vicecoordinatore regionale ed è entrato nelle liste dei candidati delle Europee, dopo essere salito a Palazzo Marino dal 2011; l'altro, consigliere regionale, è coordinatore di Forza Italia a Milano dalla fine del 2015 e sottosegretario alla Rigenerazione e sviluppo area Expo in Regione Lombardia dal 2018. Oggi la procura di Milano ha stoppato la loro scalata alle gerarchie del partito azzurro: uno è ai domiciliari, l'altro in carcere.

Sono gli ex enfant prodige, la classe emergente, la speranza per un ricambio delle file di Forza Italia, nuova linfa possibile per proseguire la storia degli azzurri soprattutto nel cuore della Lombardia, dove il partito è nato oltre 25 anni fa. Oggi Pietro Tatarella e Fabio Altitonante sono finiti agli arresti, il primo in carcere e il secondo ai domiciliari, in un’inchiesta per corruzione condotta dalla Direzione distrettuale antimafiaTatarella, consigliere comunale e vicecoordinatore regionale del partito, è candidato alle Europee nella circoscrizione Nord-Ovest. Altitonante, coordinatore di Forza Italia a Milano da tre anni e mezzo, è sottosegretario in Regione Lombardia con delega all’area Expo. Insieme hanno presentato diverse iniziative, come quando nel 2015 affiancarono Francesco Sicignano, l’uomo che sparò a un ladro a Vaprio d’Adda, nella conferenza Sicurezza e legittima difesa: politica, strategia e azioni. Chi sono i due consiglieri forzisti arrestati?

Fabio Altitonante è coordinatore di Forza Italia a Milano dalla fine del 2015 e sottosegretario alla Rigenerazione e sviluppo area Expo in Regione Lombardia dal 2018. Ha 45 anni: nato a Teramo, è vissuto in Abruzzo fino al diploma al liceo classico. A Milano si trasferisce per studiare al Politecnico dove si laurea in Ingegneria gestionale: è libero professionista dal 2005. Ricopre incarichi elettivi dal 2001 quando fu eletto nel consiglio della Zona 3 di Milano (la zona del Politecnico, appunto). Nel 2006 viene eletto per la prima volta al consiglio comunale di Milano: a Palazzo Marino si occupa in particolare di ambiente, urbanistica, casa. Nella sua mini-biografia sul sito della Regione si legge che da una sua proposta “si introduce il concetto di case low cost e l’edilizia convenzionata assume un ruolo strategico nella programmazione comunale”. Dal 2008 al 2012 è presidente della Napoli Metro Engineering, che si occupa della progettazione e della direzione lavori della metropolitana di Napoli. La gavetta continua e la scalata pure. Diventa assessore della Provincia di Milano con deleghe a Territorio, infrastrutture, casa e acqua pubblica.

Nel 2013 diventa consigliere regionale della Lombardia e ancora una volta si occupa di territorio e infrastrutture. E case, di nuovo: è tra i promotori della riforma delle case popolari. Grazie a una sua proposta, sottolinea nel suo sito, nasce a Milano il polo per la mamma, il bambino e l’età evolutiva, con l’unione di Fatebenefratelli, Macedonio Melloni, Buzzi e Sacco. Nel frattempo, da giugno 2013 alla metà del 2015, tiene anche un’altra poltrona, al consiglio di sorveglianza di Infrastrutture Lombarde Spa.
Pietro Tatarella, 36 anni, è nato a Milano e cresciuto a Baggio, da famiglia pugliese. I genitori, diceva in una vecchia intervista, “mi hanno insegnato rispetto, onestà e umiltà, tutti i valori di cui vado fiero e sui quali ho pesato ogni singola decisione presa nella mia vita”. Anche lui parte dal consiglio di zona, la 7 (che comprende anche Baggio, oltre ad altri quartieri della zona Est della città). Si candida per la prima volta al consiglio regionale a 22 anni, poi collabora con l’allora assessore (poi diventato deputato) Stefano Maullu. A Palazzo Marino siede dal 2011. Aveva più volte invocato la necessità di un cambiamento dentro Forza Italia tanto che voci lo davano in uscita (e in ingresso in un altro dei partiti del centrodestra). Poi i dissidi con i vertici lombardi di Forza Italia sono finiti quando è diventato vicecoordinatore regionale ed è entrato nelle liste dei candidati delle Europee.

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