Quella sera, dopo aver sostenuto il colloquio con i professori, ci stavamo recando verso Capaci per accompagnare nostra figlia ad una festa di compleanno quando ci dovemmo fermare perchè bloccati da una lunghissima fila di macchine in sosta.
Non si poteva procedere nè in avanti, nè indietro.
Cercavamo di capire cosa potesse essere successo, si supponeva un incidente, ma senza alcun riscontro.
Il professore di mia figlia aveva accennato ad un fatto grave paventato dai media, ma senza conferme e specifiche e nulla che fosse riconducibile alla notizia che di lì a poco ci avrebbe fornito un collegamento a quanto si stava verificando.
Dopo un'oretta di attesa cercammo di tornare indietro, impossibilitati a procedere in avanti....fu allora che la radio cominciò a divulgare la triste notizia: Falcone e la sua scorta erano stati fatti saltare in aria con una bomba proprio nel tratto di strada che univa Palermo a Capaci.
Resterà un ricordo indelebile nella nostra memoria, un avvenimento di gioia e di festa si era trasformato in uno raccapricciante, angosciante.
Un uomo, paladino della legalità, era stato ucciso dalla parte peggiore del paese.
Ancora una volta, per colpa di chi ci governava, il male aveva prevalso sul bene.
Una sconfitta devastante, angosciante per chi ancora credeva nelle istituzioni.
Cetta.
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