Doppio endorsement.Sognando il governissimo di Draghi.
Doppio colpo del Foglio, in onore e gloria del pregiudicato Silvio. In un giorno solo, pubblica una gemellare riabilitazione di Berlusconi, pronunciata da due che dovrebbero essere per definizione rigorosi e severi con l’ex capo del centrodestra, nonché condannato definitivo per frode fiscale, indagato per strage mafiosa e plurisalvato via prescrizione da una lunga serie di reati. I due sono il neodirettore di Repubblica, Maurizio Molinari, e l’ex arcinemico di Berlusconi, Carlo De Benedetti, neoeditore di Domani. Sottile perfidia, quella dei foglianti: mettono in pagina, uno accanto all’altro, due che dovrebbero essere agli antipodi, zenit e nadir. Cdb si è opposto alla vendita di Repubblica, la sua Repubblica, al gruppo Gedi di John Elkann, che l’ha strappata dalle sue radici e dalla sua storia, come stanno constatando i lettori che l’abbandonano. Sconfitto dai figli, Cdb ha lanciato il cuore oltre l’ostacolo, fondando un nuovo giornale. Aveva addirittura rotto con Eugenio Scalfari, quando il Fondatore aveva detto che giù dalla torre, tra Silvio Berlusconi e Luigi Di Maio, avrebbe gettato il secondo, tenendosi il primo. Tanta fatica annullata nello spazio di un mattino: i registi foglianti addetti alla Grande Riabilitazione infilano Cdb (“Sono pronto a trangugiare un governo col Caimano”) sopra il Molinari strappatore di radici del suo ex giornale. Se è così, poteva anche risparmiare l’investimento nel Domani.
Salvini il selvaggio e Meloni Fascista.
“Se si tratta di isolare Salvini e Meloni, trangugio anche Berlusconi al governo con la sinistra”, dichiara De Benedetti infilandosi dritto dritto nell’imboscata di Salvatore Merlo. “Ma accompagnato anche dal benservito a Conte che rappresenta il vuoto pneumatico”. Il Berlusconi che gli ha sfilato la Mondadori grazie a una sentenza comprata e venduta diventa colui che in un colpo solo ci può liberare da Salvini, Meloni e Conte. “Mai avrei immaginato di dire che al mondo esiste qualcosa di peggiore di Berlusconi. E sia chiaro, continuo a pensare che il livello di corruzione morale che lui ha introdotto nel Paese abbia costituito un periodo nero della nostra storia. Se non era per Scalfaro avremmo avuto Previti ministro della Giustizia”. Ma c’è un eppure: “Eppure sono pronto a trangugiare il rospo. Meloni è figlia del fascismo, e io il fascismo me lo ricordo da bambino con orrore. Salvini invece è un selvaggio privo di qualsiasi cultura. E quanto a Conte, basta il caso Autostrade per qualificare la sua nullità”. Alla fine, cade nel tranello che non ha perdonato a Scalfari: al gioco della torre, tra Silvio e Giuseppi, salva il primo.
Meglio il pregiudicato del premier Conte.
I foglianti gongolano. Incassano volentieri la telefonata del Fedele Confalonieri, che protesta per i giudizi, ritenuti duri e inaccettabili, sull’amico Silvio, creatore delle tv private e inventore di Forza Italia. Ma conta il titolo: Cdb riabilita il Nemico. E lo sdogana come protagonista della politica di domani (minuscolo): “Se Berlusconi si stacca dalla destra sovranista è possibile che si formi una maggioranza in grado di esprimere un presidente del Consiglio finalmente capace di fare il suo mestiere”.
E Merlo evoca il solito nome: Mario Draghi? “Magari. Se tutto va bene è in arrivo nel nostro Paese una quantità di denaro che non si vedeva dal primo dopoguerra. Un’occasione unica. E c’è bisogno di un governo, e di una personalità al governo, che questa occasione storica la sappia cogliere. Ora o mai più”. L’eterna illusione italiana: Mussolini usato dai liberali che poi furono invece mangiati in un sol boccone; Berlusconi considerato disponibile a dare gratis il suo soccorso, lui che gratis non ha dato mai niente. Ma poiché “Giuseppe Conte non è adatto”, porte aperte al Caimano, che pure Cdb conosce bene. Ricordate il marito che si evira per far dispetto alla moglie? Perché mai il Cavaliere che “non ha idee, ma calcoli personali” dovrebbe contribuire a fare oggi le mirabolanti riforme (fisco e “modernizzazione del Paese”) che piacciono a De Benedetti? Per il paradosso del suo stesso conflitto d’interessi, sostiene Cdb: per salvare la sua roba (Mondadori e Mediaset) può contribuire a far sì che non siano sprecati i soldi pubblici e quelli in arrivo dall’Europa. Tanti auguri.
Più facile Molinari: alle ortiche la Repubblica delle dieci domande a Berlusconi, per fare un altro giornale, “sulle notizie e non sul colore delle notizie”. Un foglio “verde e blu”, una “palestra di idee” che non divida più “il mondo nelle vecchie categorie destra-sinistra”. Basta “asprezze ideologiche”, porte aperte a giornalisti “non prigionieri del passato”: dunque fuori dalla storia di Repubblica.
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