giovedì 16 luglio 2020

Una vittoria storica. - Tommaso Merlo



Le autostrade tornano pubbliche. 
I Benetton tornano a cucire golfini colorati. 
Una vittoria storica. 
È salvo l’onore dello Stato che per una volta non piega la testa davanti ai potentati. 
È salvo l’onore delle 43 vittime. 
È salva la speranza che le cose possano cambiare in questo paese. 
Opposizioni e giornalacci possono buttarla in caciara fin che vogliono. 
I fatti parlano chiaro. Il Movimento 5 Stelle raggiunge un traguardo ormai insperato. In pochi credevano nel cedimento dei Benetton dopo un anno d’ipocrita melina di Salvini e dopo un altro speso tra complicazioni gastrointestinali della fu sinistra. 
Ed invece Conte ha tirato fuori un altro coniglio dal cilindro. L’ennesimo anche se il merito va a tutto il Movimento che non ha mai mollato. 
Spronando il suo premier e portando tutta la coalizione sulla sua linea. Una linea considerata dura ma solo perché siamo in Italia. Il paese delle stragi impunite e di una politica storicamente stracciona. Sempre col cappello in mano e pronta a soddisfare le esigenze più perverse di Lorsignori. Compreso l’esigenza di farla franca e quella di riciclarsi all’infinito. 
Ma per una volta non è andata così. 
Per una volta l’interesse pubblico ha prevalso su quello privato. 
Per una volta la politica si è assunta le sue responsabilità schierandosi dalla parte dei cittadini senza rifugiarsi dietro a qualche azzeccagarbugli. Spetterà alla giustizia determinare i responsabili del crollo, ma per una volta la politica non attenderà interminabili processi coi parenti delle vittime fuori dai tribunali ad implorare giustizia con qualche cartello in mano. 
Non questa volta. 
Le autostrade tornano pubbliche. 
I Benetton tornano a cucire golfini colorati. Una vittoria storica. 
Opposizioni e giornalacci suonavano già le campane a morto. Erano sicuri che l’accordo sarebbe sfumato e che quelli del Movimento sarebbero stati costretti ad ingoiarsi un’altra sconfitta. 
Ed invece il Movimento ha ottenuto il massimo risultato in un governo di coalizione e coi soci che si ritrova. 
Un risultato addirittura migliore di una revoca traumatica che avrebbe comportato un verminaio di contenziosi con strascichi legali che alla lunga avrebbero fatto il gioco dei Benetton permettendogli di attendere un governo amico per tentare di non mollare l’osso. 
Magari un governo guidato dal loro caro Salvini. Quello che hanno sponsorizzato, quello che li ha sempre difesi e che al governo ha fatto melina per un anno intero. 
Se a Salvini riusciva il colpo di mano del Papeete ed oggi avesse gli agognati i pieni poteri, a quest’ora i Benetton starebbero scegliendo il frac per la cerimonia d’inaugurazione del Ponte di Genova e canticchierebbero felici pensando al loro roseo futuro autostradale. Ed invece hanno dovuto cedere dopo due anni di duro corpo a corpo con lo Stato. Le hanno provate tutte. Come se non riuscissero a credere che la festa fosse finita. Come se non riuscissero a credere di poter perdere. Come se non riuscissero a credere che il paese in cui hanno spadroneggiato per decenni fosse cambiato al punto da costringerli a fare davvero le valigie. Ed invece per una volta è andata così. Le autostrade tornano pubbliche e i Benetton tornano a cucire golfini colorati. Una vittoria storica. Un passo avanti per la nostra democrazia.

https://repubblicaeuropea.com/2020/07/15/una-vittoria-storica/

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