Durante il lockdown, nel condominio di zia alla Balduina, la situazione si era fatta insostenibile per colpa di tre famiglie (i Pirzio-Biroli, i Tracchia e i Facta) che facevano i loro porci comodi. A maggioranza passò la proposta di zia: ipotecare gli appartamenti di tutti gli altri, e coi 10 milioni accantonati comprare una nuova palazzina altrove, delegando alle gemelle Mastrocinque (due fragili zitelle con chignon di cui si vocifera un passato burrascoso nei Nar) il compito della rappresaglia, una volta completato l’esodo.
La vicina di zia, dopo il suo voto contrario (è in buoni rapporti con la zia, ma sono acerrime nemiche sul piano geopolitico e finanziario), ha preso la palla al balzo: perché non approfittare della maxi cartolarizzazione 2004 di immobili pubblici realizzata dal governo Berlusconi, e comprare a sconto un edificio di pregio dal Fondo immobili pubblici (Fip)? La dritta gliel’ha data un ex-dirigente del Fip stesso, un suo trombamico, e la scelta è caduta su un palazzo di 22mila metri quadrati nel cuore di Roma, in piazza Augusto Imperatore. Già che c’erano, hanno comprato anche i 15mila metri quadrati dell’altro palazzo nella piazza, pure quello progettato dall’architetto Morpurgo negli anni 30. Gli appartamenti in più si potranno rivendere o riaffittare a valori di mercato, cosa che permetterà di ammortizzare in breve tempo i 400 milioni di euro necessari all’acquisto (li ha anticipati la banca di cui zia è fra gli azionisti, i 10 milioni dell’ipoteca come garanzia). “Senza contare che, con la riqualificazione della piazza e del mausoleo pagata con 8 milioni da Fondazione Tim, tutta l’area sarà valorizzata”, dice zia, raggiante, mentre le lecco la figa. Zia si diverte un mondo a fare queste cose. L’unico suo vero rimpianto? L’operazione con cui cambiò sesso negli anni 80. “Il cazzo mi manca così tanto!” dice sempre. Per questo è una ninfomane.
Completato l’affare, però, gli affittuari dei due palazzi acquistati non hanno accettato lo sfratto, e hanno fatto causa perché non è stato riconosciuto il loro diritto di prelazione. Così, adesso, zia, la vicina e gli altri condomini esodati sono in causa con i ristoranti Gusto e Alfredo l’originale; con quaranta giornalisti che dal 2014 lavorano nella Sala stampa italiana, ristrutturata a spese loro con un affitto che scade tra due anni; e con Jas Gawronski, l’ex giornalista Rai, senatore berlusconiano ed eurodeputato, che da 18 anni vive nell’attico con terrazzo da dove si ammira il mausoleo di Augusto. La vicina di zia ha già contattato Franco Coppi e Giulia Bongiorno, preparate i lupini. Nel frattempo, le gemelle Mastrocinque non sono restate con le mani in mano: il palazzo alla Balduina, seriamente danneggiato da un’esplosione notturna, è stato dichiarato pericolante. I Pirzio-Biroli, i Tracchia e i Facta, costretti a ricoveri di fortuna, sono imbufaliti, ma i loro sospetti possono poco: le gemelle Mastrocinque hanno fatto visita a una vecchia conoscenza dei servizi, ed è partito un depistaggio in grande stile, gestito da un gruppo d’intervento composto da un ex-generale piduista, un ex-militante di Avanguardia Nazionale/Terza posizione, due ex della Banda della Magliana e un latitante di Cosa Nostra. Pare che la strategia stia funzionando: si comincia a parlare di attentato, e Bruno Vespa l’ha già attribuito a Pietro Valpreda.
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