martedì 23 febbraio 2021

Confermato il decreto Conte e regole più dure in zona rossa. - Alessandro Mantovani

 

Le nuove misure - Stop alle visite e alle seconde case nelle aree a rischio. Chiusa anche Brescia. Ora confronto con le Regioni.

Due domeniche fa, appena insediato, Mario Draghi ha dato via libera al riconfermato ministro Roberto Speranza per prorogare la chiusura degli impianti sciistici, che ha suscitato polemiche perché arrivava all’ultimo momento nella settimana della crisi politica. Ieri il governo ha prolungato il divieto di spostamenti da una Regione all’altra non fino al 5 marzo, ma fino al 27, naturalmente salvo motivi di lavoro, salute, “comprovate necessità” e rientro alla propria “residenza, domicilio o abitazione”, che dovrebbe continuare a comprendere le seconde case ma non in zona “rossa”. Lì, altra novità, non si potrà più andare a trovare amici e parenti due volte al giorno, come invece resta consentito altrove.

Questo il decreto legge che sarà emanato dopo la prima riunione del Consiglio dei ministri, tenuta ieri, sull’emergenza Covid. Resta un po’ deluso il fronte aperturista, da Matteo Salvini al presidente della Liguria Giovanni Toti. Chi si attendeva chissà quale cambio di passo deve attendere il nuovo piano vaccinale e le decisioni sul ruolo del commissario Domenico Arcuri e sul Comitato tecnico scientifico, che potrebbe essere ridotto dagli attuali 26 membri e dotato di un “portavoce”. Senz’altro sarà introdotto, come richiesto dalle Regioni e dalla neo ministra forzista degli Affari regionali Mariastella Gelmini, il principio di contestualità dei ristori rispetto alle restrizioni, comprese quelle disposte dalle Regioni stesse.

Agenas: in undici Regioni contagi destinati a salire

Ai colleghi del nuovo governo ieri Speranza ha spiegato la situazione, la forte preoccupazione dei tecnici per le varianti, i numeri in crescita dei contagi e dei ricoveri in diverse Regioni: ieri a livello nazionale i pazienti nei reparti ordinari sono aumentati di 351 unità, quelli nelle terapie intensive di 24. Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionale, prevede l’aumento dei casi in Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Trentino e Alto Adige, Toscana e Umbria. Si moltiplicano in gran parte del Paese le zone rosse o arancioni: ieri il Comitato tecnico scientifico ha dato luce verde alla Lombardia (che è gialla) per chiudere la provincia di Brescia, dove si diffonde la variante inglese più contagiosa e si registrano 310 nuovi casi ogni 100 mila abitanti in 7 giorni contro i 166 della Lombardia e i 159 della media nazionale; 20 Comuni dell’Anconetano sono da oggi in arancione (anche qui la Regione è gialla); c’è grande allarme anche a Napoli dove Vincenzo De Luca parla di “zona rossa” ma come al solito attende che ci pensi qualcun altro; la variante inglese è spuntata anche in Val d’Aosta, chiusure a Merano (Bolzano) dove il problema è la variante sudafricana mentre quella inglese in Puglia è al 38% dei casi nell’indagine fatta sui tamponi positivi del 12 febbraio, più del doppio del dato rilevato dall’Iss nella Regione su quelli del 4 e 5 febbraio. Chiuse le scuole in Puglia come a Ventimiglia e Sanremo (Imperia). Gran parte dell’Umbria e dell’Abruzzo, in particolare Perugia, Chieti e Pescara, sono già “rosse”. Tutti attendono il nuovo studio dell’Iss, le stime dicono che la prevalenza della variante dovrebbe attestarsi al 30/35%, la sua maggior trasmissibilità è nell’ordine del 39%: un primo studio, presentato il 26 gennaio al Cts, aveva ipotizzato a fine gennaio una moltiplicazione per sei dei contagi entro marzo, assumendo una maggior tramissibilità del 50% come nel Regno Unito; ne stanno preparando un altro che abbasserebbe un po’ le previsioni.

I tecnici di Palazzo Chigi stanno già lavorando al decreto che sarà in vigore dal 5 marzo, quando scadrà il Dpcm di Giuseppe Conte che dispone il divieto di circolazione dalle 22 alle 5 del mattino, detta le regole per l’Italia “a colori” a seconda del livello di rischio individuato dalla Cabina di regia ministero della Salute/Istituto superiore di sanità ed elenca le attività vietate. Tutti hanno insistito sull’esigenza di maggiore collegialità, le stesse Regioni hanno avanzato proposte (fin qui un po’ fumose) sulla revisione dei parametri epidemiologici per le chiusure. La discussione è appena iniziata.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/02/23/confermato-il-decreto-conte-e-regole-piu-dure-in-zona-rossa/6110353/

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