giovedì 25 marzo 2021

Il Covid fa tardare il 730 precompilato: come prepararsi per non perdere i rimborsi. - Cristiano Dell’Oste e Giovanni Parente

 


La dichiarazione predisposta dal Fisco arriverà solo il 10 maggio ma già oggi si possono riscontrare i pagamenti tracciati e verificare le credenziali d’accesso al sito delle Entrate

I punti chiave



Il Covid fa slittare anche nel 2021 il calendario del 730 precompilato. Per il secondo anno consecutivo i contribuenti (ma anche i Caf e i professionisti abilitati all’invio delle dichiarazioni) dovranno attendere la data del 10 maggio per accedere al 730 predisposto dalle Entrate. È l’effetto domino prodotto dalle altre proroghe contenute nel decreto Sostegni (articolo 5 del Dl 41/2021) adottate – come annunciato dal ministero dell’Economia nel comunicato che le anticipava – per venire incontro alle difficoltà degli operatori chiamati a inviare i dati che servono a predisporre la precompilata.

Tra le scadenze interessate dalla proroga dal 16 al 31 marzo c’è anche il termine entro cui i sostituti d’imposta (datori di lavoro ed enti pensionistici) devono trasmettere all’agenzia delle Entrate e consegnare a lavoratori e pensionati i dati delle certificazioni uniche relative ai redditi del 2020.

Bonus in condominio, mutui, spese scolastiche

Dello stesso differimento temporale (dal 16 al 31 marzo) possono usufruire tutti quei soggetti che sono chiamati a inviare i dati relativi alle spese detraibili o deducibili. Come ad esempio le banche per gli interessi passivi sui mutui, gli amministratori di condominio per i bonus sui lavori effettuatsulle parti comuni o ancora le scuole (per cui però l’invio resta facoltativo).

Si tratta, in pratica, delle informazioni che il Fisco userà per preparare le dichiarazioni dei redditi precompilate, che nel 2020 hanno sfiorato la cifra di un miliardo di dati, costituiti per la maggior parte dalle spese mediche trasmesse da farmacie, medici e altri operatori sanitari.

Controlli su immobili e familiari.

In attesa del 10 maggio, ci sono una serie di attività che i contribuenti possono svolgere già oggi per arrivare preparati. Direttamente dal sito delle Entrate, è possibile accedere a una sezione che consente di verificare i dati relativi a fabbricati e terreni (una delle sezioni in cui - storicamente - si annida il maggior numero di errori nell’inserimento delle informazioni precaricate dal Fisco).

Nella stessa sezione era possibile fare la cosiddetta “opposizione”, per non far arrivare alcune informazioni alle Entrate (ad esempio, per ragioni di privacy in ambito sanitario). Ma i termini sono oggi scaduti.

Tra le altre attività preparatorie, può essere utile comunicare al datore di lavoro i dati del coniuge o dei familiari a carico.

Come accedere alla precompilata.

Tra i preparativi utili c’è anche quello delle credenziali d’accesso al sito dell’agenzia delle Entrate da cui consultare la precompilata. Al momento il Fisco non rilascia più i Pin Fisconline. Chi ne ha già uno, potrà continuare a usarlo, ma tutte le utenze verranno dismesse definitivamente il 30 settembre 2021, quindi è bene iniziare a un metodo alternativo. Chi non ce l’ha ancora, invece, dovrà dotarsi dello Spid oppure utilizzare la Carta nazionale dei servizi (Cns), la nuova carta d’identità elettronica o il Pin dispositivo dell’Inps (anch’esso, però, in via dismissione e di sostituzione con lo Spid).

Pagamenti tracciati: come documentarli.

La vera novità di quest’anno, però, riguarderà il riscontro sulle spese detraibili al 19%, che - dal 1° gennaio 2020 - devono essere pagate con mezzi tracciabili se si vuole mantenere l’agevolazione fiscale (fanno eccezione medicinali, dispositivi medici e le prestazioni sanitarie effettuate presso strutture pubbliche o convenzionate con il Servizio sanitario nazionale). Rientrano nell’obbligo di pagamento tracciato - tra le altre - le spese veterinariefunebri, le spese per attività sportive dei ragazzi, gli affitti degli studenti fuori sede, le spese di intermediazione immobiliare. In questi casi la regola è semplice:

1. se il pagamento è stato fatto in contanti, la spesa non è detraibile, anche se il contribuente ha conservato la ricevuta, lo scontrino o la fattura;

2. se il pagamento è stato fatto con un mezzo tracciabile (ad esempio, bancomatcarta di credito o app di pagamento), la spesa è detraibile, ma bisogna aver conservato la prova del mezzo di pagamento. E potrebbe essere utile iniziare a fare in queste settimane un primo riscontro per evitare di arrivare troppo a ridosso della dichiarazione dei redditi. L’agenzia delle Entrate offre un’alternativa: al posto della documentazione di pagamento, si può inserire sul documento - come la fattura - un’attestazione del destinatario del pagamento, che certifica di aver ricevuto il denaro con un pagamento tracciato.

Spese rimborsate per Covid.

Nell’anno del Covid molte spese detraibili sono state in parte rimborsate. Pensiamo ad esempio alla retta della mensa scolastica pagata in anticipo e poi in parte restituita. O all’iscrizione dei figli in palestra. Anche in questo caso può essere utile rimettere in ordine per tempo la documentazione, perché è detraibile soltanto la spesa rimasta effettivamente a carico del contribuente.

Attenzione poi al disallineamento degli anni scolastici. Le persone fisiche seguono il principio di cassa, perciò la spesa per la mensa dell’anno scolastico 2019-20, pagata in unica soluzione a novembre 2019, doveva essere detratta nel modello 730 presentato nel 2020. Se poi nel corso del 2020 c’è stato un rimborso per la chiusura delle scuole dovuto a Covid-19, ci potranno essere due situazioni diverse:

1. il rimborso è già stato scomputato dalla spesa detraibile riportata nel 730 2020, e allora nel 730 presentato quest’anno non occorre fare nulla;

2. il rimborso non è stato scomputato nel 730 2020, e allora nel 730 presentato quest’anno bisognerà indicarlo come reddito soggetto a tassazione separata nel quadro dei Redditi diversi.

Il tutto facendo attenzione a eventuali intrecci con i pagamenti della mensa scolastica - per restare al nostro esempio - relativa all’anno scolastico 2020-21 già pagati nel 2020 (che finiranno nel 730 di quest’anno) e agli eventuali rimborsi legati alle chiusure delle scuole nella seconda ondata del Covid-19.

IlSole24Ore


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