venerdì 4 giugno 2021

“Lega, i soldi ai commercialisti ricompensa per rischiosi servizi”. - Davide Milosa

 

Il partito e le “casse”.

Otre due anni dopo l’inizio dell’inchiesta e a dieci mesi dagli arresti, ieri il giudice milanese Guido Salvini ha condannato i contabili della Lega, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, rispettivamente a cinque anni e a quattro anni e otto mesi per il caso della fondazione regionale Lombardia Film Commission (Lfc). Per la Procura, rappresentata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi, è certamente una grande vittoria, dopo un’indagine condotta con professionalità e ostinazione. Il giudice ha aumentato la pena per entrambi di quattro mesi, rispetto alle richieste formulate dai magistrati.

Il tribunale, è scritto nel dispositivo della sentenza letta ieri poco prima delle 13 a porte chiuse (il processo si è celebrato con rito abbreviato), ha disposto il sequestro di due villette all’interno del Green Residence Sirmione a Desenzano del Garda per un valore complessivo di oltre 300mila euro. Secondo la ricostruzione dell’accusa, quelle ville furono comprate con parte del denaro pubblico pagato da Lfc per acquistare un capannone a Cormano. Di Rubba Manzoni, interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e sospesi dalla loro attività di commercialisti per i prossimi quattro anni, erano imputati a vario titolo per turbata libertà nella scelta del contraente, per peculato e concorso in peculato. Prima di loro hanno patteggiato il prestanome Luca Sostegni a 4 anni e 10 mesi e il commercialista milanese Michele Scillieri a 3 anni e 8 mesi, che dopo l’arresto ha iniziato a collaborare con i pm. Con rito ordinario si sta svolgendo il processo a carico dell’imprenditore bergamasco Francesco Barachetti, anche lui imputato per concorso in peculato e destinatario di parte del denaro frutto del peculato.

Secondo il procuratore aggiunto Eugenio Fusco, “l’intero progetto criminoso – come si legge nelle sue note depositate in aula – viene realizzato grazie a strettissimi rapporti personali, professionali e di comune militanza politica, in parte occultati, in parte coperti dai controllori”. La vicenda Lfc è legata all’acquisito di un capannone a Cormano da adibire a nuova sede. Valore: 800mila euro. Prima dell’acquisto, il capannone stava in pancia alla società Paloschi che nel 2016 correva verso il fallimento. Entrano così in gioco Scillieri e il cognato. Paloschi venderà l’immobile alla società Andromeda sempre riferibile alla cerchia dei commercialisti leghisti che poi venderà a Lfc. Tutta la vicenda sarà costruita a tavolino dal 2016 e cioè oltre un anno prima del preliminare di vendita. Il tesoretto, che comprende la prima vendita da Paloschi ad Andromeda (dove non è contestato il peculato) e la seconda a Lfc, hanno dimostrato le indagini della Finanza coordinate dal maggiore Felice Salsano, sarà poi frazionato: una parte finirà in Svizzera e un’altra andrà a Manzoni, Di Rubba e Barachetti attraverso un risiko societario.

L’intera vicenda dunque si è giocata sotto l’ombrello della Lega. Scrive Fusco: “L’asse, per sé penalmente irrilevante ai fini di questa porzione di indagine, è ben ricostruito dallo stesso Manzoni: Matteo Salvini posiziona Giulio Centemero nella carica di tesoriere del partito e Centemero si avvale della collaborazione dello stimato amico e collega Manzoni, che a sua volta gli introduce Di Rubba”.

L’indagine Lfc dove “nulla è come sembra” resta solo un capitolo di un romanzo ancora da scrivere. Altre indagini sono in corso sul fronte dei soldi al partito. Tra queste, una per bancarotta dove è indagato Manzoni. Per l’accusa l’intera vicenda si è snodata “attraverso un’accorta apparecchiatura di mezzi, istanze, atti pubblici, fatture, contratti, consulenze, perizie”. Il tutto per uno scopo: “Impossessarsi di danaro pubblico (…) quasi inteso come ricompensa dovuta di più complessi e rischiosi servizi”. Quali che siano questi altri “rischiosi servizi” lo sta verificando la Procura. Per la quale “una cosa è certa: la molteplicità di legami, leciti e illeciti che accomunano Centemero, Manzoni, Di Rubba e Scillieri: dal servizio di domiciliazione per la nuova Lega (nello studio di Scillieri) al sistematico ritorno economico a Di Rubba e Manzoni degli emolumenti relativi agli incarichi ricevuti da Scillieri nella Lega”.

IlFQ

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