giovedì 29 luglio 2021

Canone Rai: l’imposta resta nella bolletta elettrica. Ecco quanto pesa e l’impegno preso dal governo con l’Europa. - Celestina Dominelli

 

I punti chiave


L’unica certezza per ora è la seguente: il canone Rai continuerà a essere riscosso attraverso la bolletta elettrica. L’ipotesi di eliminare l’imposta dalla fattura energetica, rilanciata nei giorni scorsi da alcuni rumors di stampa e sostenuta da alcuni ambienti della maggioranza, non trova conferme nell’esecutivo né risulta che sia oggetto di un intervento ad hoc nella bozza del disegno di legge per la concorrenza. Quest’ultimo, peraltro, in base alla tabella di marcia dettata dal Recovery Plan, doveva essere presentato entro fine luglio, ma si va verso uno slittamento del provvedimento che potrebbe essere procrastinato a fine agosto o all’inizio di settembre.

La misura introdotta dal governo Renzi.

Ma quanto pesa il canone Rai in bolletta e quando è stato introdotto? Come si ricorderà, la misura è stata predisposta nel 2015 dal governo Renzi per contrastare la diffusa evasione sull’imposta per la tv pubblica: si tratta di un esborso per le famiglie di 9 euro al mese per 10 mesi, per complessivi 90 euro all’anno a fronte dei 113 riscossi prima della riforma. Per le casse della Rai, l’introduzione del canone in bolletta ha comportato un flusso di ricavi certo che è stato quantificato in 1,7 miliardi di euro l’anno.

Quanto entra nelle casse Rai.

È bene, però, ricordare, come hanno precisato più volte gli stessi vertici Rai che, a fronte dei 90 euro di ammontare annuo, Viale Mazzini ne percepisce 75,4 euro. Il passaggio del canone infatti non avviene direttamente dalla bolletta alla Rai, ma transita per l’agenzia delle Entrate e poi da questa alle casse della televisione pubblica. E i 90 euro sono comprensivi del contributo al Fondo per l’Editoria in capo alla presidenza del Consiglio e di quello per le antenne locali, in capo al Mise. Da qui, la differenza che finisce alla tv pubblica rispetto alla cifra riscossa in bolletta.

L’impegno inserito nel Recovery Plan.

Fin qui, il perimetro dell’imposta e la sua destinazione. Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, però, il governo ha messo nero su bianco con l’Europa uno sforzo chiaro come si evince dagli allegati tecnici trasmessi a Bruxelles insieme al Recovery Plan: nessun cenno esplicito al canone Rai, sia chiaro, ma una duplice sottolineatura. Da un lato, l’impegno ad aumentare la trasparenza nella bolletta elettrica - aspetto, quest’ultimo, su cui l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente è al lavoro ormai da tempo - fornendo ai consumatori pieno accesso «alle subcomponenti che rientrano sotto la voce oneri di sistema» e, dall’altro, l’esigenza di eliminare la richiesta in capo ai fornitori di riscuotere «charges unrelated to the energy sector», vale a dire tasse non collegate al settore dell’energia. E tra queste rientrerebbe anche il canone Rai. Se dunque l’impegno nel Pnrr è di andare verso l’eliminazione di spese “improprie” in bolletta non collegate all’energia, bisognerà trovare, non solo per il canone Rai, forme di riscossione alternativa. Che siano altrettanto efficaci.

La natura giuridica del canone tv.

Sull’imposta, però, va fatta un’ultima precisazione. Quello che viene definito impropriamente canone Rai, infatti, è una tassa la cui natura giuridica rinvia a un regio decreto-legge del 1938, mai abrogato, che stabilisce quanto segue: chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto». A chiarire ulteriormente la natura del canone sono poi intervenuti diversi pronunciamenti che hanno stabilito che la sua imponibilità dipende esclusivamente dalla detenzione di un apparecchio e non è collegata «all’effettiva ricezione dei programmi della Rai o alla mancanza di interesse a riceverne».

IlSole24Ore

Come volevasi dimostrare, il "Canone rai" resta in bolletta Enel con la doppia anomalia: 1) non è un canone rai, 2) non si dovrebbe pagare attraverso la bolletta relativa alla fornitura di altro servizio.
Il governo commette reati relativi all'uso improprio di denominazione di un servizio e relativo obbligo di pagamento dello stesso, inserendolo nella bolletta relativa ad altro servizio, e nessuno, ripeto, nessuno gli fa causa o scende in piazza per protestare?
Siamo messi veramente male...
Cetta.

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