domenica 24 settembre 2023

NAPOLITANO È MORTO (MA IL VITALIZIO VIVE) - Andrea Battantier

 

Ci lasciano due tra i più grandi contenitori umani
di segreti degli ultimi 100 anni, Matteo Messina Denaro e Giorgio Napolitano.
La morte di Napolitano, come quella di altri politici, ci fa riflettere su una realtà amara: nonostante siano ora scomparsi, hanno lasciato dietro di sé una sorta di eredità sinistra.
Napolitano, in linea con una compagine di arraffoni, ha lasciato ai figli e nipoti vitalizi che noi, il popolo, continueremo a pagare.
È un privilegio che non tutti possono vantare.
Questo sistema, che permette ai politici di arricchirsi durante il loro mandato e poi godere di vantaggi vitalizi, è una macchia sulla storia della politica italiana.
È una vergogna italiana che continua a persistere, mentre nel resto del mondo queste pratiche sono state abbandonate da tempo.
Nel corso della storia repubblicana italiana, sono emersi pochi politici che hanno suscitato un senso di rispetto e ammirazione sincera. Tra questi, si possono menzionare Pertini, Berlinguer e Moro. Erano uomini che sembravano impegnati a servire il bene comune piuttosto che il proprio interesse personale.
Giorgio Napolitano, a mio avviso, rappresenta uno dei peggiori presidenti della storia italiana. Del resto, non si diventa il comunista preferito di Kissinger per caso.
Non se ne vanno sempre i migliori.
Il suo coinvolgimento nella trattativa stato-mafia è un'ombra che ha oscurato gran parte del suo mandato.
Quando fu interrogato sulle trattative stato-mafia si avvalse, da senatore a vita, della facoltà di non rispondere.
Non è riuscito a stare lontano da Silvio, ha firmato il lodo Alfano.
Insomma, è un altro che si porta segreti nella tomba, un'altra 'scatola nera' finita negli abissi. La morte non cancella ciò che si è stati in vita.
Ps
Il mio sogno: ascoltare le famose intercettazioni, dopo i funerali di Stato, s'intende.
(A. Battantier, Italien Néandertalien)
***
"Chi fosse Napolitano lo descrive bene Ermanno Rea in "Mistero napoletano". Un uomo di apparato sempre fedele a ciò che momento per momento gli conveniva, che fosse il suo appoggio all'occupazione dell'Ungheria o la distruzione delle registrazioni dei rapporti Stato-mafia.
Il vezzo di glorificare i morti a prescindere, nasconde sempre una complicità con questo sistema mentale che giudico imbelle e vigliacco". (Gian Carlo Zanon)

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