lunedì 17 novembre 2025

MA MI FACCIA IL PIACERE di Marco Travaglio.

 

Tatuiamoci e partite.
“Ci sono battaglie che segnano epoche e cambiano il corso della storia. La guerra in Ucraina e quello che stanno facendo gli ucraini per la loro e per la nostra libertà è una di quelle.
Per questo ho deciso di tatuarmi il tryzub, ovvero il tridente simbolo del principato di Kyiv che preesiste a quello di Mosca.
Non pensavo di scatenare tutte queste reazioni, ma se la Russia ha paura di un tatuaggio (Carlo Calenda, leader Azione, Rai3, 10.11).
Ultim’ora: accanto al tridente, Calenda si tatua un water d’oro.
Non avrai altro pirla.
“Pensavo di essere l’ultimo pirla che si era fidato di Renzi, non ero l’ultimo e questo mi rassicura” (Calenda, 31.7.24).
“Caro Marco Travaglio, sempre apprezzando la signorilità del giornale che dirigi, ti rispondo affettuosamente meglio Pirla che Putiniano” (Calenda, X, 12.11.25).
L’unico pirla che può dare del pirla a Calenda è Calenda.

L’insaputo.
“Il più grande sconto ai ‘ricchi’ l’ha fatto Draghi. Giorgetti:
‘E massacrano noi…’” (Verità, 10.11).
Lui nel governo Draghi era solo il ministro dello Sviluppo Economico.

La parola all’esperto.
“Le tangenti in Ucraina? I corrotti ci stanno sempre in tutto il mondo” (Antonio Tajani, vicepremier FI, 14.11).
Sennò lui non avrebbe un partito.

The Fox.
“L’Ucraina è incorruttibile”.
“Ville in Svizzera e milioni all’estero: ecco la Tangentopoli che assedia Zelensky. Due ministri costretti alle dimissioni, fedelissimi in fuga: il presidente ora teme l’effetto valanga”
(Anna Zafesova, Stampa, 13.5 e 13.11).
Ammazza che volpe.

Ha stato Putin.
“Una giornata da dimenticare per Richetti, capogruppo di Azione, vittima di un doppio furto durante il rientro in treno da Brescia a Roma. ‘Stavamo rientrando da Brescia, con Calenda e Rosato… E a Calenda gli è scappata pure la battuta:
Matteo, forse coi russi stiamo esagerando…’” (Adnkronos, 13.11).
È la vendetta di Putin per il tatuaggio.

Lavoratoriiii!
“Gasparri: ‘Ma che lavoro ha fatto Fico finora?’” (Libero, 10.11).
Ha parlato il metalmeccanico.

Cattivi bidelli.
“Sofia Ventura è stata allieva di Angelo Panebianco”
(Stefano Folli, Robinson-Repubblica, 9.11).
Ah, quindi non è tutta colpa sua.

Lollo in ammollo.
“Se Gratteri indaga come cita, peggio mi sento” (Francesco Lollobrigida, ministro FdI dell’Agricoltura, Foglio, 14.11).
A proposito: com’era la citazione evangelica sulla moltiplicazione dei vini?

L’ideona.
“Ancora lame, ancora violenza, il ministro Piantedosi venga subito in aula a rispondere, se hanno una idea, una strategia su questa piaga.
Abbiamo una proposta di legge sui coltelli, discutiamola con urgenza” (Nomfup, alias Filippo Sensi, deputato Pd, 3.11).
Giusto: aboliamo i coltelli, così i tagliagole passano alle forchette.

Nuovi testimonial.
“Pierluigi Battista promuove il Sì”, “Marco Rizzo: io ex comunista voterò Sì” (Giornale, 10.11).
“Tarfusser spariglia il fronte del No” (Dubbio, 12.11).
“Lamberto Dini: ‘La riforma Nordio va sostenuta’” (Riformista, 14.11). “Pina Picierno: ‘Separare giudici e pm non è eversione’” (Dubbio, 14.11). “Michele Vietti: ‘Questa riforma va difesa’” (Giornale, 15.11). “Tiziana Maiolo: ‘La dura vita dei sostenitori del No’” (Dubbio, 15.11).
Ma allora ditelo che volete far vincere il Sì.

Fuori chi.
“Comitato per il Sì in campo. Di Pietro: ‘Fuori i partiti’” (Messaggero, 13.11).
Al suo fianco, i forzisti Costa e Cangini annuiscono giulivi.

L’ultimo giapponese.
“Basta balle, l’Iraq ci dice che la guerra di Bush era giusta e che ‘nation building’ ed esportazione di democrazia e benessere non sono bestemmie” (Giuliano Ferrara, Foglio, 15.112).
Altre cazzate?

Il miracolato.
“Sotto un governo di sinistra – quello di Enrico Letta – il sottoscritto venne arrestato, secondo caso nella storia repubblicana dopo quello di Guareschi” (Alessandro Sallusti, Giornale, 10.11).
No, fu il 13° caso.
Però fu il primo di un giornalista arrestato e salvato dalla grazia di un presidente di sinistra: Napolitano.

Senti chi parla.
“Iervolino, i guai sul tax credit del produttore che finanzia il nuovo giornale di Casalino” (Repubblica, 13.11).
Non tutti hanno la fortuna di avere un editore indagato per frode fiscale e truffa allo Stato che chiede i lavori socialmente utili e restituisce al fisco 183 milioni di tasse evase.

Il titolo della settimana/1.
“La difesa di Zelensky: controlli a tappeto sugli appalti pubblici” (Repubblica, 14.11).
Casomai ne fosse rimasto qualcuno regolare.

Il titolo della settimana/2.
“Il giusto no del Corriere a Lavrov. Le interviste senza contraddittorio sono propaganda (e non vale solo con i russi)” (Foglio, 14.11).
Vale anche per il Foglio con Calenda e Renzi?

Il titolo della settimana/3.
“Confondere la libertà di espressione con il diritto di menzogna” (rag. Claudio Cerasa, Foglio, 13.11).
Tipo inventare una sentenza di Cassazione che assolve Berlusconi da morto sui rapporti con la mafia per cui non l’avevano mai processato da vivo.

Il titolo della settimana/4.
“Giustizia, una terza via per il referendum”
(Folli, Repubblica, 13.11).
Il Ni. 

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