Incredibile svarione (voluto?) del segretario della Lega: mentre tutti i dipartimenti di Difesa occidentali indicavano "con alta probabilità" che a organizzare l'attentato all'aeroporto fosse stata una cellula dello Stato islamico, l'ex ministro dell'Interno (che quindi di antiterrorismo dovrebbe saperne) legava le bombe alla polemica sul "dialogo" con il movimento arrivato al potere dopo il ritiro di americani ed alleati.
“C’è gente di Pd e 5Stelle che vuole dialogare con questa gente, roba da matti”. Sarebbe da passarci sopra se solo fosse il commento dal sen sfuggito di un utente qualsiasi. Il problema è che a twittare queste parole è il leader di un partito – la Lega – che si candida alla guida del governo e soprattutto un ex ministro dell’Interno che dovrebbe avere dimestichezza, se non proprio competenza in materia di antiterrorismo di cui si occupa appunto il Viminale. Ma Salvini non sceglie questa strada davanti agli attacchi kamikaze di Kabul che hanno provocato almeno 40 morti e oltre cento feriti. Quella frase è stata pubblicata sui social da Salvini a corredo delle immagini dell’attentato all’aeroporto negli stessi minuti in cui svariate fonti delle intelligence e dei dipartimenti di Difesa occidentali – in Usa e in Regno Unito in particolare – andavano nella stessa direzione, convinte che molto probabilmente l’attacco di Kabul è stato organizzato dalla cellula locale dell’Isis. E non certo dai Talebani, come invece sottintende Salvini riferendosi alle polemiche degli ultimi giorni per una frase dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, peraltro analoga alle prese di posizione di diversi leader europei, da Boris Johnson ad Angela Merkel passando per l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Josep Borrell.
L’Isis è un gruppo distinto dai Talebani e viceversa. Questi ultimi hanno prima collaborato alla conta dei morti e dei feriti (e ce ne sono anche tra le loro file) e poi hanno rilasciato una dichiarazione in cui definiscono l’attacco all’aeroporto “raccapricciante” e per questo lo condannano “con forza”. Il sospetto è che l’incredibile svarione di Matteo Salvini sia stato pubblicato consapevolmente (facendo affidamento sulla complicatezza del tema, in cui si può provare a fare un minestrone di tutto, “tanto sono tutti uguali”), ma sarebbe ancora più sbalorditivo se invece l’errore fosse “sincero”: se davvero un ex ministro dell’Interno con responsabilità antiterrorismo non sapesse riconoscere la matrice di un attentato (o nel dubbio tacere). Tra l’altro non era poi nemmeno tanto complicato: bastava leggere i giornali degli ultimi giorni, sui quali rimbalzavano gli allarmi dei Servizi occidentali su un imminente attentato indicando proprio cellule dello Stato islamico come indiziate per un evento di questo tipo.
Certo, Salvini non è solo in questa prateria in cui i parlamentari si perdono e nella quale scelgono di dichiarare invece di rimanere in silenzio, che è sempre un bel modo per accompagnare eventi di questo genere. C’è per esempio la deputata di Italia Viva Donatella Conzatti, ex berlusconiana folgorata sulla via di Rignano, che travolta dalla voglia di propaganda anti-Conte prende anche lei fischi per fiaschi: “Gli attacchi a Kabul segnano un punto di rottura negli accordi di evacuazione. Un dramma per i morti e per la popolazione afghana. Ma oggi abbiamo un problema internazionale in più sulla sicurezza. Se posso sminuire: ci mandiamo Conte a dialogare con i talebani?”.
Per rimanere in area di centrodestra non manca il comunicato di Michaela Biancofiore, che da “fondamentalista berlusconiana” (così si definì) è passata nel frattempo al gruppo parlamentare di Coraggio Italia, la forza politica di Toti e Brugnaro, con tanto di qualifica di capogruppo in commissione Esteri nientemeno. “Gli attentati di questi minuti all’aeroporto di Kabul – dichiara – largamente attesi e non scongiurati, sono strategia Isis e probabilmente talebana, altamente simbolica”. Per non sbagliare cita sia l’Isis sia i Talebani, questi ultimi come una specie di sottogruppo dei primi.
ILFQ