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domenica 13 dicembre 2020

In pandemia, piagnistei ed ego dilatati. - Antonio Padellaro

 

“La nostra pandemia invece non finisce, ma perdura, fino a data da destinarsi, con un fastidioso piagnisteo”

Veronica Gentili, “Gli immutabili” La nave di Teseo.

Visto che siamo in guerra, come da quasi un anno ci rammentano gravemente i nostri cosiddetti leader (e i cosiddetti leader di tutto il mondo), magari li avremmo desiderati risoluti come Winston Churchill, che dopo i bombardamenti visitava le case colpite, e per tenere alto il morale del popolo saliva in cima a un tetto a recitare “Locksley Hall” di Alfred Tennyson, un poema ottocentesco che già intravedeva le stimmate della vittoria nel dominio dei cieli. Di gesti emozionanti, personalmente ricordo solo Papa Francesco sul sagrato deserto di piazza San Pietro, con il Vangelo di Marco: “Venuta la sera”. E (forse non solo personalmente) non dimentico il coraggio dimostrato dal premier del mio Paese, Giuseppe Conte, quando lo scorso 9 marzo proclamò il lockdown salvando molte vite e, immagino, con la morte nel cuore. Lo ringrazio. Per il resto (e la cosa ci riguarda tutti), anche questa volta, come osserva l’autrice, “abbiamo perso la nostra occasione per cambiare e siamo rimasti gli stessi di prima”. Anzi, siamo perfino peggiorati, ritornando al nostro tran tran con un sovrappiù di puerili capricci, piagnucolando e battendo i piedi per terra.

Frignano un po’ tutti, dall’allenatore ricoperto d’oro e buttato fuori dalla Champions, che non gradisce le domande da studio, all’ex leader decaduto, per terra, che pretende le scuse altrimenti si porta via il pallone. Senza contare le calde lacrime versate dalle Alpi al Lilibeo per le disumane privazioni natalizie, con la gnagnera sui cenoni distanziati, che turbano assai la destra sovranista (roba da fare rivoltare nella tomba il Capoccione che per forgiare gli italiani dichiarava le guerre). E come dimenticare la pandemia dell’ego dilatato? Virologi, presidenti di Regione, tuttologi un tanto al chilo, il cui contributo alla conoscenza (con rare eccezioni) Veronica – che è anche conduttrice di un popolare talk show serale – liquida con un epitaffio: “Se divulgata con sufficiente convinzione, un’opinione può tranquillamente avere la meglio su un fatto”. Amen.

È al termine del suo diario pubblico e privato che troviamo la citazione di T. S. Eliot: “Il mondo finisce in questo modo, non con il rumore di un’esplosione, ma con un fastidioso piagnisteo”. Che mi ricorda ciò che in altri tempi (ma con le medesime lagne), Alberto Moravia diceva a un discepolo un po’ troppo assillante: caro, tu ti arrampichi, ti arrampichi ma non lo vedi che è tutta pianura?

Antonio Padellaro

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/12/13/in-pandemia-piagnistei-ed-ego-dilatati/6035504/