Visualizzazione post con etichetta antisismica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta antisismica. Mostra tutti i post

venerdì 17 ottobre 2025

Ingegneria antisismica di migliaia di anni fa,

 

Pochi sanno che alcune civiltà del passato avevano sviluppato un sistema di costruzione fortemente antisismico, capace di fare oscillare gli edifici senza però farli crollare. Per esempio, a Sacsayhuamán (Perù), la fortezza ciclopica sopra Cusco è famosa per i suoi massi enormi, alcuni dei quali pesano diverse decine di tonnellate. Molti di questi massi sono tenuti insieme da graffe metalliche. Questi pezzi di metallo a forma di “doppia T” erano inseriti come “cerniera” che teneva insieme un blocco di roccia con i blocchi vicini. Tutti insieme costruivano un sistema “a rete” che tenevano fermo il tutto. I fori per le graffe sono ancora chiaramente visibili.

Per creare queste graffe venivano usati vari metalli, tra cui rame, bronzo e talvolta anche argento e oro per le costruzioni più importanti. Queste graffe non erano solo di rinforzo, ma servivano anche come elementi decorativi. Avevano spesso una forma a "I", "T" o "U". Queste graffe di metallo che tenevano insieme i blocchi compaiono anche a Ollantaytambo (Perù). Nel Tempio del Sole si possono vedere i fori delle graffe asportate. A Machu Picchu (Perù), molti edifici, specialmente quelli di alta qualità, utilizzavano questo sistema.

Come funzionava il sistema antisismico? Per i terremoti leggeri, il peso delle rocce e la loro posizione asimmetrica, o a “puzzle”, era sufficiente a far resistere gli edifici. Se il terremoto era ancora più forte e i blocchi iniziavano a spostarsi tra loro, le graffe di metallo li tenevano insieme, impedendo loro di cadere dalla loro posizione. Queste graffe erano presenti specialmente nei blocchi di roccia presente nelle fondamenta. In questo modo anche se l’edificio poteva subire danni limitati, gli era impedito di crollare.

Questa tecnica ha avuto talmente successo, che si è tramutata in un vero metodo di costruzione quasi “universale” per le civiltà del passato. Ad Angkor Wat (Cambogia), Il tempio più famoso presenta fori per graffe di ferro, utilizzate per unire i pesanti blocchi di arenaria. Nel palazzo di Cnosso (Creta). le fondamenta e gli elementi strutturali utilizzavano graffe a coda di rondine per collegare i blocchi di pietra. Il tempio di Apollo a Didyma (Turchia), uno dei più grandi templi del mondo antico, utilizzava graffe per unire i colossali blocchi. Nel Colosseo (Roma), le graffe furono utilizzate per unire i grandi blocchi di travertino. Purtroppo, la maggior parte di queste graffe è stata asportata nel Medioevo e nel Rinascimento, quando il ferro e il piombo divennero materiali preziosi da riciclare, lasciando le caratteristiche cavità vuote visibili ancora oggi.

Vedere come ingegneri e costruttori di migliaia di anni fa, sparsi in giro per il mondo, costruivano i loro edifici con validissimi criteri antisismici, crea davvero stupore. Se non fosse stato per l’avarizia dei popoli successivi, che in molti casi hanno “smantellato” questi edifici, sarebbero restati intatti fino ai nostri giorni, e in molti casi perfettamente funzionanti. Inoltre, questa è una ulteriore testimonianza che in qualche modo le conoscenze tecnologiche “viaggiavano” da una parte all’altra del mondo, anche oltre gli oceani. Cosa permetteva di avere “contatti” da una parte all’altra dell’oceano?

L’articolo continua sul libro
PRIMA DI NOI C’ERA QUALCUNO.

https://www.facebook.com/photo?fbid=828822702998378&set=a.166635502550438