Inchiesta Dda, sotto accusa tre imprenditori veneti. Nel conglomerato presenti sostanze come nichel, piombo e cromo ben oltre i limiti.
Bologna, 28 febbraio 2019 - Spuntano anche 21 Comuni del Bolognese nella maxi inchiesta della Dda di Venezia, ‘Strade al veleno’, sulle presunte sostanze nocive ben al di sopra della soglia di legge (tra cui nichel, cromo, cloruro e piombo) riscontrate nel conglomerato ecologico utilizzato per asfaltare piazze e strade.
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Secondo le accuse, il materiale sarebbe stato venduto ai Comuni come conglomerato ecologico certificato a un prezzo concorrenziale ma – sempre stando agli addebiti della procura che ha coordinato le indagini dei carabinieri forestali – senza essere sottoposto alla decontaminazione prevista. Il pubblico ministero veneziano Giovanni Zorzi ha chiesto quindi il rinvio a giudizio per tre imprenditori veronesi indagati per traffico e gestione illegale di rifiuti usati tra il 2014 e il 2016 in Veneto, Lombardia e nella nostra regione.
Il 20 marzo si terrà l’udienza preliminare a Venezia, nella quale potranno costituirsi parte civile decine di enti pubblici del nord Italia: la Regione Emilia-Romagna, che ha già incaricato l’avvocato Mariano Rossetti, ma anche le Regioni Veneto e Lombardia, le province di Bologna, Verona, Padova, Rovigo, Mantova, Modena e Ferrara.
Per quanto riguarda il Bolognese, poi, le indagini della forestale hanno portato a individuare come parti offese i Comuni di Budrio, Calderara di Reno, Casalecchio di Reno, Castel San Pietro, Castello d’Argile, Crespellano, Crevalcore, Galliera, Granarolo, Imola, Loiano, Molinella, Monghidoro, Monteveglio, Ozzano, Pieve di Cento, San Lazzaro di Savena, San Pietro in Casale, Sant’Agata Bolognese, Sasso Marconi e Zola Predosa.
Sulla vicenda si sono già mossi i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri e la pentastellata Silvia Piccinini, il primo con un’interrogazione e la seconda con una risoluzione con la quale impegna la giunta a coinvolgere le consulente e gli osservatori per la legalità. Tra le richiesta della Piccinini c’è anche quella che la Regione garantisca supporto agli enti locali e ai comitati di cittadini che volessero prepararsi ad azioni legali o a una class action.
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