La guerra sporca, insudicia, imbratta di odio e orrore il fisico e l’anima. Oggi, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto: “Viviamo giorni terribili, travolti da immagini che pensavamo di aver consegnato per sempre all’archivio di orrori non ripetibili nel nostro continente, invece altro sangue innocente, altri crimini spietati, altre vite spezzate stanno popolando gli abissi della disumanità”. Ecco un esempio. L’inviato Toni Capuozzo ha postato un video sul sito di Nicola Porro e l’ha commentato. Partiamo dal fatto: la mamma di un soldato russo in una videochiamata crede che sia il figlio e lo chiama “Iliusha, Iliusha”.
Non è il suo bambino bensì un militare ucraino che le dà la terribile notizia: “È morto. Ha fatto tre errori: si è perso, si è perso in Ucraina, è morto come un cane”. E ride. La donna trema, chiama una ragazza che pretende di vedere Iliusha, ma il soldato, animato da vendetta e odio, risponde con cattiveria: “Non è rimasto niente di questo qui, è rimasto solo il cu*o, la gamba è staccata dal corpo, per fortuna è rimasto solo il telefono per chiamarvi e dirvi che lo stronzo fottuto non c’è più. Il vostro ragazzo dove aveva la testa adesso ha il c**o, grazie all’artiglieria ucraina”. L’ucraino è spietato: “Cosa devo farvi vedere che lo stanno mangiando i cani, non abbiamo tempo per seppellire i vostri russi, li lasciamo finire ai cani, da un lato c’è la gamba, dall’altro la testa, è tutto sparso”.
Da una parte un pianto disperato, dall’altra una risata sguaiata. Dunque, scrive Capuozzo: “Non è propaganda russa, è girato dalla parte ucraina, da qualcuno che riteneva di potersene vantare. Eh, vabbè, ma hai presente cosa fanno i russi, è normale reagire così. Avrebbe potuto essere lo stesso a ruoli inversi? Credo di sì. La guerra è anche questo, non è mai il Bene contro il Male, è il male che contagia. (…). Qui c’è un invaso e un invasore, e questo non va mai dimenticato, ma da lì ad armare una guerra santa, pulita e trasparente, ne passa”.
Capuozzo afferma che non c’è mai niente di manicheo nei conflitti: “Non è il malanimo dei professionisti dell’informazione o della politica a stupirmi, quando sospettano nelle critiche un fiancheggiamento di Putin. Mi colpisce l’accorato messaggio di persone semplici: “Così semina confusione”.
La guerra è essa stessa un crimine e in guerra i crimini sono pane quotidiano. Però veniamo messi al riparo da un versione confortante: i mostri sono i russi, e solo i russi”.