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mercoledì 13 gennaio 2021

"RIFLESSIONI". - Pietro Ricciardi

 

Oggi alle 17,30 circa il "cazzaro viola" annuncerà il ritiro delle sue Ministre durante una conferenza stampa e quindi il Governo, nel caso non si trovino i numeri in parlamento, probabilmente cadrà.

Tra i DOVERI di Mattarella c'è quello di cercare in ogni modo di salvare la legislatura e quindi molto facile che ci sarà il Conte ter.

Quel sant'uomo di Conte, un angelo senza ali per non farsi riconoscere, rinunciando al suo lavoro con un reddito annuo superiore a 1.200.000 euro, per il bene del popolo italiano, ha preferito accontentarsi di 150.000 euro rinunziando ad oltre il 50% dello stipendio come quello dei suoi predecessori.
Questi dati fanno capire che sicuramente non e' interessato a rubare come gli altri ma e' solo interessato ad una Italia migliore.

Mille penne cercheranno di scrivere il futuro a loro favore e piacimento, raccontando falsità senza vergogna ma questi forse non sanno che per loro non ci sara' mai una gomma capace di cancellare tutto il male che hanno fatto nel passato a questa nostra Italia, l'Italia a cui molti italiani hanno immolato la loro vita.

Che Dio benedica l'Italia e la brava gente.

W il MoVimento 5 Stelle e W l'onesta'

❤

Pietro Ricciardi

mercoledì 31 ottobre 2012

Sacrificio in Afghanistan? «Ne vale la pena».


Il ministro Di Paola
Roma - Il sacrificio dei militari italiani morti in Afghanistan, 52 dall’inizio della missione Isaf, «va messo nel contesto dell’impegno di tutta la comunità internazionale per dare agli afgani un futuro migliore, che si sceglieranno loro. Se si chiede a tanti afgani risponderanno che ne è valsa la pena».
Lo ha detto il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, in un’intervista al Tg2. «Siamo impegnati - ha aggiunto Di Paola - in un’operazione approvata dalle Nazione Unite, a fianco del popolo afgano. I nostri ragazzi sono impegnati fino al sacrificio della vita, lo fanno con il tricolore sulla divisa ed i loro genitori devono andarne fieri».
Per quanto riguarda il caso dei due marò in India«ci aspettiamo dalla Corte suprema il riconoscimento che i due militari debbano essere giudicati in Italia secondo quanto prevede il diritto internazionale - ha commentato il ministro -. Sono fiducioso, la Corte suprema non è la Corte di Kerala, che non è serena. L’India è una grande democrazia e io ho fiducia».
I due marò, ha assicurato Di Paola, «sono costantemente seguiti giorno e notte da un team della Difesa. Io stesso li sento quotidianamente al telefono. Faremo di tutto fin quando non otterremo giustizia. Il governo sta facendo il massimo, anche al di là di ciò che si vede».
Che ci mandi suo figlio, allora, così prova quanto si può essere fiero del sacrificio della vita del proprio figlio per il tricolore che porta sulla divisa!!