domenica 10 giugno 2012

Ior: scandalo in Vaticano. Il silenzio del Papa e l’omertà dei cattolici. - Giorgio Bongiovanni


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Da diversi anni mi sono assunto la responsabilità di criticare severamente sul nostro giornale Antimafia Duemila l’operato di alcuni esponenti degli alti vertici del Vaticano. Allo stesso modo ho criticato pesantemente la gestione dello Ior, la Banca del Vaticano. Facendo questo sono stato tacciato di essere un eretico, un folle e financo un fanatico. Grazie alla ricostruzione degli ultimi eventi legati al Vaticano emersa grazie al lavoro di colleghi che hanno fatto solo il loro mestiere al servizio dell’opinione pubblica (tra questi va ricordato il grande lavoro fatto da Gianluigi Nuzzi con i suoi libri “Vaticano Spa” e “Sua Santità”), così come grazie alla documentazione sequestrata all’ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi (il cui memoriale lasciato ad amici fidati in quanto temeva “di essere ucciso” è altamente significativo) ritengo di avere la dimostrazione di non essermi sbagliato.
Le opere ambigue e oscure che hanno coinvolto questo istituto già contrassegnato dagli scandali legati a mons. Marcinkus, all’omicidio Calvi, al Banco Ambrosiano e a Cosa Nostra non sono mai state chiarite del tutto. Questa è la dimostrazione che il potere  criminale di questo ente continua imperterrito ad essere protetto da una coltre di impunità secolare. Dalle notizie che stanno uscendo (vedi allegato) emerge chiaramente che il prof. Gotti Tedeschi è stato defenestrato perché stava intraprendendo una campagna di trasparenza. E’ ragionevolmente logico pensare che il suo timore di essere ucciso derivi dalla sua percezione che attraverso i codici cifrati di alcuni conti dello Ior per i quali lui stesso aveva chiesto di conoscere i reali intestatari (ricevendo un totale diniego da parte dei vertici del Vaticano e dallo stesso direttore generale dello Ior Paolo Cipriani) fosse possibile risalire non solo a Bernardo Provenzano, ma anche a Matteo Messina Denaro (la Procura di Trapani sta propriamente indagando sul punto). Di fronte a questo orrore mi stupisce il silenzio e l’ipocrisia di noi cattolici – cristiani. Mi stupiscono i continui applausi al Papa in piazza San Pietro quando invece sarebbe più coerente una mobilitazione, pacifica ma determinata, con striscioni e cori inneggianti alla “vergogna” unita alla pretesa della verità su quello che sta accadendo. Di fronte a questi scenari resto sempre più convinto che anche i cattolici sono complici di questa omertà! Non si può tacere di fronte alla pedofilia perpetrata da religiosi che in certi casi sono stati protetti dai loro stessi superiori con la piena consapevolezza dei livelli più alti dello Stato del Vaticano. E soprattutto non si può tacere di fronte ad esponenti dei vertici del Vaticano che sono soci in affari degli assassini di Falcone e Borsellino, o di quelli che hanno sciolto nell’acido il piccolo Giuseppe Di Matteo. Bisogna scendere in piazza e chiedere al Papa a gran voce di fare luce su questi misfatti. Ma se così non farà la debolezza del pontefice si trasformerà in vigliaccheria o addirittura in complicità con gli assassini della vita. E di questo, il Papa e tutti coloro che si sono resi strumento di questi atti criminali, se non saranno colpiti dalla giustizia terrena, certamente non potranno sfuggire dalla giustizia divina del figlio di Dio, Gesù Cristo.


DOSSIER IOR-VATICANO - di Marco Lillo: 
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Semplicemente geniale!



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“Denaro scomparso e un conto allo Ior”. Padre Treppiedi sospeso a divinis. - Rino Giacalone


Padre Ninni Treppiedi e il vescovo Francesco Miccichè


Provvedimento della Congregazione del Clero per il parroco di Calatafimi: dalle sue mani tra il 2007 e il 2009 sarebbero passati circa 900mila euro, ma manca la rendicontazione della somma. In un'inchiesta della Procura di Trapani intanto il nome del prete viene accostato a quello del boss Messina Denaro.

Il documento reca il protocollo 201200612. E’ un decreto che arriva dalle stanze della Congregazione del Clero del Vaticano, a firma del prefetto cardinale Mauro Piacenza, e del segretario l’arcivescovo Celso Morga Iruzubieta. Oggetto: la sospensione di un sacerdote, padre Ninni Treppiedi, appartenente alla Diocesi di Trapani, ex direttore degli uffici giuridici e amministrativi della Curia trapanese, ex arciprete di una delle chiese “più ricche” della Sicilia, quella di Alcamo. Soldi e tonache, viene da dire. Un nome ricorrente quello di padre Treppiedi in questi tempi, citato in atti di indagine della Procura di Trapani, in rogatorie internazionali e adesso nel memoriale dell’ex numero uno dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi.
Attorno al sacerdote gira un’inchiesta della Procura di Trapani che riguarda 14 indagati e che dai reati di diffamazione, calunnia e falso, si è via via allargata, alla truffa, appropriazione e da ultimo sarebbe comparso anche il reato di riciclaggio. L’ultimo scenario offerto è incredibile. Il nome di padre Treppiedi è stato addirittura accostato a quello del super boss latitante Matteo Messina Denaro: conti aperti presso lo Ior sarebbero stati a disposizione del capomafia belicino. In quel decreto della Congregazione del Clero non è fatto riferimento a tutto questo. Se ne sta occupando la magistratura trapanese e sembra anche quella distrettuale di Palermo, che su soggetti più o meno importanti della Diocesi trapanese hanno deciso di vederci meglio.
Il decreto che ha sospeso a divinis padre Treppiedi fa i conti in tasca al sacerdote e salta fuori la circostanza che dalle sue mani in un paio di anni, tra il 2007 e il 2009, sono passate in poco tempo grandi cifre, nell’ordine dei 900mila euro, molti i soldi finiti spariti. Ne fa riferimento il decreto della Congregazione. Un decreto che abbiamo potuto leggere. Una vicenda che comincia da una sconosciuta chiesa di provincia, la parrocchia San Silvestro Papa di Calatafimi, a proposito di lavori di ristrutturazione che hanno riguardato beni di proprietà di questa chiesa e della “alienazione” di 11 immobili, valore complessivo 943mila e 500 euro.
La Congregazione del Clero va giù pesante: manca la rendicontazione di questa somma, ingiustificata risulta la emissione di alcuni assegni circolari da parte di padre Treppiedi, in particolare uno da 50mila euro, un altro da 47mila. Novantasettemila euro risultano prelevati dal conto della parrocchia di Calatafimi. Episodi che si aggiungono a quelli nel frattempo censiti dalla magistratura trapanese: rogiti falsi, altri soldi spariti e infine quel conto allo Ior che sarebbe stato trovato nella disponibilità di padre Treppiedi. Da semplice sacerdote non avrebbe potuto averlo: quando la Procura di Trapani ha avviato la rogatoria internazionale, è scoppiata la bufera che ha portato Gotti Tedeschi a lasciare la guida della banca vaticana.
Coincidenze casuali? In Procura a Trapani non sembrano credere alla casualità. Intanto la magistratura trapanese è andata acquisendo documenti e anche fotografie. Tra i documenti una lettera arrivata qualche mese addietro in Diocesi a Trapani dal Vaticano di rimprovero al vescovo Miccichè, nel frattempo rimosso dall’incarico, per avere permesso una perquisizione in un locale religioso di Alcamo. Tra le foto una ritrae sorridenti due persone, Silvio Berlusconi e padre Ninni Treppiedi, fianco a fianco, con tanto di calorosa stretta di mano.

L'8 x mille alla Chiesa cattolica.




Se avete presente gli spot elettorali della CEI per incentivare la preferenza sull’otto per mille, quelli con la musica strappalacrime e i bambini africani che spalancano enormi occhioni scuri provati dalla fame, sapete bene che il mantenimento delle missioni e gli interventi caritativi nel mondo sono un argomento efficacemente usato per convincervi ad apporre la famigerata firma sulla dichiarazione dei redditi. Stupisce quindi che gli interventi caritativi a favore dei paesi del terzo mondo, nel rendiconto relativo all’utilizzazione delle somme pervenute nel 2007 , assommino al solo 8% del totale ricevuto. C’è poi un 12% utilizzato per interventi di carità in Italia e il resto serve all’autofinanziamento: il 35% va agli stipendi dei quasi 40 mila sacerdoti italiani, mentre mezzo miliardo all’anno viene speso per imperscrutabili esigenze di culto, spese di catechesi, attività finanziarie ed immobiliari. “Il Vaticano è il più ricco Stato del mondo per reddito pro capite.” Sentite questa dichiarazione : “La Chiesa sta diventando per molti l’ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l’ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo.”

L’ha detto trent’anni fa un teologo progressista: Joseph Ratzinger.



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Elezioni legislative in Francia, al via voto primo turno, aperti seggi.



Hollande ha votato a Tulle, Sarkozy con Carla a Parigi.


PARIGI - Tasso di partecipazione in calo in Francia per il primo turno delle legislative e previsione di un numero inferiore al previsto di "triangolari" (scontri a tre candidati) al ballottaggio di domenica prossima. I francesi, dopo aver scelto un mese fa il loro presidente, eleggono oggi i 577 deputati dell'Assemblea nazionale. Con il loro voto, i 46 milioni di iscritti si esprimeranno sui 6.603 candidati (il 40% sono donne) e decideranno se dare al presidente socialista Francois Hollande la maggioranza parlamentare. Le urne, che chiudono oggi alle 18 nella maggior parte dei Comuni e alle 20 nelle grandi città, saranno nuovamente aperte domenica prossima per il ballottaggio. Fra i primi a votare, Francois Bayrou, leader centrista del MoDem che dopo aver sostenuto Hollande nella corsa all'Eliseo rischia di perdere e restare fuori dal Parlamento. Prima di mezzogiorno ha votato a Tulle, il suo feudo in Correze, il presidente Hollande, arrivato al seggio da solo, senza la compagna Valerie Trierweiler. Sempre elegante al braccio dell'ex presidente Nicolas Sarkozy, invece, è andata al seggio parigino Carla Bruni.
La partecipazione - 21,06% - è in calo rispetto a quella già bassa della stessa ora del 2007 (22,56%) e le previsioni della vigilia dicono che voteranno soltanto 6 francesi su 10 degli aventi diritto. Astensione alle stelle anche nei territori d'Oltremare dove si è andati alle urne già ieri, il 30% ha votato in Guyana, il 33,1 in Martinica, fra il 30 e il 42% nelle circoscrizioni della Guadalupa. Per andare al ballottaggio, i candidati devono ottenere come minimo il 12,5% dei suffragi degli iscritti. Con un'astensione alta, il numero delle "triangolari" al ballottaggio - elezioni fatali ai candidati della destra (Fronte nazionale contro Ump) - sarà inferiore. Il Ps punta ad ottenere la maggioranza assoluta dei seggi, 289 su 577, ma è molto difficile che ci riuscirà da solo, senza almeno l'appoggio dei Verdi, che potrebbero avere una ventina di deputati grazie all'accordo politico concluso con il Ps. Nella peggiore delle ipotesi, i socialisti avranno bisogno anche del Front de Gauche di Jean-Luc Melenchon. Quest'ultimo si confronta in una sfida all'ultimo sangue con la leader dell'altra estrema, il Fronte nazionale, Marine Le Pen. Chi perde, rischia un rovescio politico interno al proprio partito. Hollande ha chiesto agli elettori "una maggioranza ampia, solida e coerente": "Riuscirò a guidare il cambiamento che i francesi mi hanno chiesto di operare soltanto se disporrò di una maggioranza all'Assemblea nazionale", ha avvertito.
Proprio per questo, la destra spera di fare uno sbarramento e di conquistare quanti più seggi possibile, anche per evitare che alla sinistra vadano i 3/5 dell'Assemblea. Questa cifra consentirebbe a Hollande di procedere speditamente ad alcune riforme costituzionali che ha in mente, senza ricorrere al referendum. La destra vorrebbe evitare innanzitutto la riforma che darebbe il voto agli stranieri extracomunitari. Elezione importante anche per il governo guidato da Jean-Marc Ayrault e nel quale 24 ministri rischiano il posto candidandosi: se non saranno eletti, la regola vuole che lascino il posto di ministro. A rischio ce ne sono almeno cinque o sei.

Banche e Borsa.

   


Prima fu ordinato ai lavoratori di aprire un conto in banca per canalizzare lo stipendio e che, quindi, serviva a dare linfa alle banche, poi fu fatta una legge che obbligava i già obbligati lavoratori a pagare un tot per i servizi bancari, poi si permise alle banche di utilizzare la liquidità così ottenuta per speculare in borsa, poi fu ordinato alle banche di acquistare titoli tossici quotati in borsa per salvare grandi aziende in deficit, poi fu ordinato alle banche di piazzare presso i propri correntisti i titoli tossici, …poi si presero fondi dalle banche centrali per tappare i buchi creati dalle banche locali….....poi …...

Ma quando le banche torneranno a fare solo le banche?
Perchè tra banche, politici corrotti e Borsa salva aziende in fallimento qui il debito pubblico continua a salire…e noi non possiamo lasciare solo debiti ai nostri figli e nipoti per colpa di incompetenti e collusi.
Sarebbe ora di togliere il "gingilletto" dalle mani della politica e obbligare le banche a svolgere il loro compito: raccogliere e redistribuire denaro contante.


Pertanto:
La nostra grande rovina sono le Banche che non fanno il loro mestiere, quello di raccogliere e redistribuire sotto forma di prestito, ma speculano in Borsa, che è l’altra nostra rovina. Se chiudessero la Borsa, che serve solo a salvare quelle aziende che quotano aria fritta o aziende in fallimento, un'azienda solida, infatti, non si sognerebbe di quotarsi in Borsa, non avremmo quel cumulo di spazzatura che le banche acquistano per poi redistribuirla ai piccoli risparmiatori. 



Un gioco al massacro, l’estremo tentativo dei governi di prelevare contante dalle tasche dei cittadini ignari per finanziare i poteri forti ed occulti che li sostengono.




Cetta.

Tra simili ci si difende.



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