sabato 28 giugno 2014

Tisa, accordo segreto: privatizzare anche scuola e sanità.


Si chiama “Tisa”, acronimo di “Trade in services agreement”, ovvero “accordo di scambio sui servizi”. E’ un trattato che non riguarda le merci, ma i servizi, ovvero il cuore dell’economia dei paesi sviluppati, come l’Italia, che è uno dei paesi europei che lo sta negoziando attraverso la Commissione Europea. 
Obiettivo: privatizzare tutti i servizi fondamentali, oggi ancora pubblici – sanità, istruzione, trasporti – su pressione di grandi lobby e multinazionali. «Un accordo che viene negoziato nel segreto assoluto e che, secondo le disposizioni, non può essere rivelato per cinque anni anche dopo la sua approvazione», spiega Stefania Maurizi su “L’Espresso”, che pubblica – in esclusiva un team di media internazionali – l’ultimo scoop di Wikileaks, l’organizzazione di Julian Assange. Gli interessi in gioco sono enormi: il settore servizi è il più grande per posti di lavoro nel mondo e produce il 70% del Pil globale. Solo negli Usa rappresenta il 75% dell’economia e genera 8 posti di lavoro su 10 nel settore privato.
Dopo il Gats del 1995 e il Ttip, il Trattato Transatlantico tuttora in discussione (anche quello a porte chiuse) per vincolare l’Europa alle regole Julian Assangecommerciali americane sulle merci, mettendo fine alle tutele europee sul lavoro, l’ambiente, l’energia, la salute, l’agricoltura e la sicurezza alimentare, il Tisa punta dritto alla deregulation privatizzata dei servizi, coinvolgendo i mercati più importanti del mondo: gli angolassoni Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda e Canada, i 28 paesi dell’Unione Europea, e poi Svizzera, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Israele, Turchia, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Pakistan, Panama, Perù, Paraguay, Cile, Colombia, Messico e Costa Rica. «Con interessi in ballo giganteschi: gli appetiti di grandi multinazionali e lobby sono enormi», scrive “L’Espresso”, che indica la “Coalition of Services Industries”, lobby americana che porta avanti un’agenda di privatizzazione dei servizi, come «la più aggressiva». Per la “Coalition”, «Stati e governi sono semplicemente visti come un intralcio al business». Infatti ammette: «Dobbiamo supportare la capacità delle aziende di competere in modo giusto e secondo fattori basati sul mercato, non sui governi».
Bozze del trattato e informazioni precise sulle trattative non ce ne sono, scrive Stefania Maurizi. Per questo è cruciale il documento Wikileaks che “L’Espresso” rivela: «Per la prima volta dall’inizio delle trattative Tisa, viene reso pubblico il testo delle negoziazioni in corso sulla finanza: servizi bancari, prodotti finanziari, assicurazioni». Il primo testo risale al 14 aprile, mentre altre comunicazioni dimostrano divergenze tra i vari paesi, separati da ambizioni differenti. A colpire subito è il carattere di segretezza: «Questo documento deve essere protetto dalla rivelazione non autorizzata», si prescrive. Il documento potrà essere desecretato solo «dopo cinque anni dall’entrata in vigore del Tisa e, se non entrerà in vigore, cinque anni dopo la chiusura delle trattative». Osserva Maurizi: «Pare difficile credere che, nonostante la crisi senza precedenti che ha travolto l’intera economia mondiale, distruggendo imprese, cancellando milioni di posti di lavoro e, Stefania Maurizipurtroppo, anche tante vite umane, le nuove regole finanziarie mondiali vengano decise in totale segretezza».
Il carattere top secret si spiega forse con la paura che si scatenò dopo il fallimento del “Doha Round”, cioè i negoziati avviati nel 2001 a Doha, nel Qatar, che scatenarono un’ondata di proteste contro la globalizzazione selvaggia, culminata con il bagno di sangue al G8 di Genova. Il forcing per la mondializzazione forzata – da una parte Usa, Ue e Giappone, dall’altra Cina, India e America Latina – è fallito nel 2011, dopo dieci anni di trattative. «Con il fallimento del Doha Round – continua “L’Espresso” – gli Stati Uniti e i paesi che spingono per globalizzazione e liberalizzazioni hanno spostato le trattative in un angolo buio (impossibile definirlo semplicemente discreto, vista la segretezza che avvolge le negoziazioni e il testo dell’accordo), lontano dall’Organizzazione mondiale del Commercio, per sfuggire alle piazze che esplodevano in massicce, e a volte minacciose e violente, proteste “no global”». Il risultato è il Tisa, «di cui nessuno parla e di cui pochissimi sanno», anche se questo accordo «condizionerà le vite di miliardi di persone».
«Il più grande pericolo del Tisa è che fermerà i tentativi dei governi di rafforzare le regole nel settore finanziario», spiega Jane Kelsey, professoressa di legge dell’Università di Auckland, Nuova Zelanda, nota per il suo approccio critico alla globalizzazione. «Il Tisa è promosso dagli stessi governi che hanno creato nel Wto il modello finanziario di deregulation che ha fallito e che è stato accusato di avere aiutato ad alimentare la crisi economica globale», sottolinea Kelsey. «Un esempio di quello che emerge da questa bozza filtrata all’esterno dimostra che i governi che aderiranno al Tisa rimarranno vincolati ed amplieranno i loro attuali livelli di deregolamentazione della finanza e delle liberalizzazioni, perderanno il diritto di conservare i dati finanziari sul loro territorio, si troveranno sotto pressione affinché approvino prodotti finanziari potenzialmente tossici e si Jane Kelseytroveranno ad affrontare azioni legali se prenderanno misure precauzionali per prevenire un’altra crisi».
L’articolo 11 del testo fatto filtrare da Wikileaks non lascia dubbi su come i dati delle transazioni finanziarie siano al centro delle mire dei paesi che trattano. L’Europa richiede che nessun paese «adotti misure che impediscano il trasferimento o l’esame delle informazioni finanziarie», ma propone che il diritto dello Stato di proteggere i dati personali e la privacy rimanga intatto, a condizione che «non venga usato per aggirare quanto prevede questo accordo». Un paradiso fiscale come Panama, invece, chiede di specificare che «un paese parte dell’accordo non sia tenuto a fornire o a permettere l’accesso a informazioni correlate agli affari finanziari e ai conti di un cliente individuale di un’istituzione finanziaria o di un fornitore cross-border di servizi finanziari». Gli Stati Uniti invece sono netti: i paesi che aderiscono all’accordo permetteranno al fornitore del servizio finanziario di trasferire i dati dentro e fuori dal loro territorio, in forma elettronica o in altri modi, senza alcun rispetto della privacy.
«Quello che colpisce di questo articolo del Tisa sui dati – scrive Stefania Maurizi – è che risulta in discussione proprio mentre nel mondo infuria il dibattito sui programmi di sorveglianza di massa della Nsa innescato da Edward Snowden, programmi che permettono agli Stati Uniti di accedere a qualsiasi dato: da quelli delle comunicazioni a quelli finanziari. Ma mentre la Nsa li acquisisce illegalmente, nel corso di operazioni segrete d’intelligence e quindi la loro utilizzabilità in sede ufficiale e di contenziosi è limitata, con il Tisa tutto sarà perfettamente autorizzato e alla luce del sole». In altre parole, il Tisa rende manifesto che la stessa Europa, che ufficialmente ha aperto un’indagine sullo scandalo Nsa in sede di Parlamento Europeo, «sta contemporaneamente e disinvoltamente trattando con gli Stati Uniti la cessione della sovranità sui nostri dati finanziari per ragioni di business». E sui dati, i lobbisti americani della “Coalition of Services Industries” che spingono per il Tisa non hanno dubbi: «Con il progresso nella tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni, sempre più servizi potranno essere Rosa Pavanelliforniti all’utente per via elettronica e quindi le restrizioni sul libero flusso di dati rappresentano una barriera al commercio dei servizi in generale».
Fino a che punto può arrivare il Tisa? Davvero arriverà a investire servizi fondamentali come l’istruzione e la sanità? “L’Espresso” ha contattato “Public Services International”, (Psi), una federazione globale di sindacati che rappresentano 20 milioni di lavoratori nei servizi pubblici di 150 paesi del mondo. L’italiana Rosa Pavanelli, prima donna alla guida del Psi dopo una vita alla Cgil, è sicura che il Tisa vorrà allungare le grinfie anche su sanità e istruzione. L’Italia? E’ nelle mani della Commissione Europea, delegata a trattare. Daniel Bertossa, che per “Public Services International” sta cercando di informarsi sulle trattative segrete, racconta che, anche se nessuno lo ha reso noto, «per ragioni tecniche che hanno a che fare con il Wto, noi sappiamo che il Tisa punta a investire tutti i servizi», come ammettono gli stessi paesi negoziatori. Bertossa sottolinea quanto sia problematica la riservatezza intorno ai lavori del trattato e il fatto che sia condotto al di fuori del Wto, che, «pur con tutti i suoi problemi, perlomeno permette a tutti i paesi di partecipare alle negoziazioni e rende pubblico il testo delle trattative». Invece, per sapere qualcosa del Tisa c’è voluta Wikileaks. «Ai signori del mercato, stavolta, è andata male».

RENZI: IOPPOLO (L. MUSUMECI), IL SUO GOVERNO AMICO DELLE BANCHE. - Diego Amicucci



(AGENPARL) – Roma, 27 giu – “Il Governo Renzi ha reintrodotto l’anatocismo bancario nel nostro ordinamento giuridico”. E’ quanto affermato dal deputato regionale Gino Ioppolo (Lista Musumeci). Quel particolare meccanismo, vera bestia nera degli imprenditori, che consente alle banche di lucrare sugli interessi, applicando su di essi ulteriori interessi, più volte condannato dalla Corte Costituzionale e abrogato definitivamente dalla recente “legge di stabilità 2014”, è stato reintrodotto dall’art. 31 del D.L. 91/2014, pubblicato pochi giorni fa. E’ sempre più contraddittorio il comportamento del Presidente Renzi che da un lato afferma di volere favorire la crescita agevolando le imprese, dall’altro smentisce con i fatti le sue stesse dichiarazioni, affossandole ancora di più a favore del comparto bancario, vero corresponsabile della crisi che viviamo” Ufficio Stampa.

http://www.agenparl.com/?p=62981


DL imprese: Boccia (PD), anatocismo abolito grazie a PD. - Ugo Giano

(AGENPARL) – Roma, 27 giu - Meloni non si allarmi. Renzi non c’entra, modificheremo proposta in Parlamento.
“Giorgia Meloni, no allarmismi, Matteo Renzi non c’entra, modificheremo eventuali errori in Parlamento. Anatocismo abolito grazie al PD e alla mia proposta di legge”. Così su twitter Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera.
“Quella contro l’anatocismo bancario – aggiunge – è una battaglia portata avanti da tempo da tutto il Partito Democratico e dal sottoscritto in particolare. Basta dare un’occhiata alla mia proposta di legge depositata in Parlamento lo scorso ottobre, sottoscritta da molti colleghi fra cui le ministre Boschi e Madia, completamente assorbita su mia indicazione dall’emendamento Castricone approvato all’unanimità dalla commissione Bilancio nella legge di stabilità 2014. Il dibattito parlamentare è agli atti. Se oggi gli italiani non pagano più gli interessi sugli interessi è proprio grazie alla nostra battaglia che ha portato ad abolire quella disdicevole pratica connessa al cosiddetto anatocismo bancario. Suggerisco al presidente FdI-An di non cedere a inutili allarmismi tirando in ballo il presidente del Consiglio. Se nel governo o negli apparati burocratici qualcuno ha sbagliato ci sarà tutto il tempo in Aula per modifcare la proposta e per accertarne le responsabilità. Il decreto, che ha iniziato il suo iter in Senato, spinge chiaramente il Paese verso lo sviluppo e, come sempre, i due rami del Parlamento contribuiranno a rafforzare obiettivi e contenuti”.

venerdì 27 giugno 2014

Nas nelle farmacie: Ritirato medicinale anti- emorragie.

farmaci 630

I Carabinieri del Nas si sono presentati nei depositi farmaceutici e nelle farmacie di tutta Italia per verificare l’avvenuto ritiro dal mercato del medicinale EMOCLOT 1000, un antiemorragico utilizzato per il trattamento e profilassi delle emorragie. Un comunicato dell’AIFA, l’Agenzia Italiana per il Farmaco è eloquente nel precisare che:
“A seguito della segnalazione dell’Unità Operativa Malattie della Coagulazione dell’Ospedale Civile S.S. Annunziata di Sassari del 19/06/2014, concernente presenza di fiocculi biancastri dopo ricostituzione nel medicinale EMOCLOT 1000 ul/10 ML LOTTI i\I° 461236 SCAD. 04/2015 e 461214 SCAD. 02/2015 AIC n° 023564228 ;
si dispone, a tutela della salute pubblica, ai sensi de|i’art. 142 D. Lvo 219/2006 e per la motivazione sopra evidenziata, immediato divieto di utilizzo su tutto il territorio nazionale dei Iotti sopra specificati in attesa risultato analisi. La ditta Kedrion S.p.A. dovrà assicurare immediata comunicazione divieto d’uso a tutti i destinatari dei Iotti in questione nel più breve tempo possibile e non oltre 48 ore dalla ricezione della presente comunicazione. Entro 5 giorni la ditta fornirà ai|’AiFA”linfoirnazioni su eventuali aitri lotti interessati o altri medicinali prodotti sulia stessa linea ed azioni correttive adottate. Il Comando Carabinieri perla Tutela della Salute è aitrjesi invitato a prelevare, in un’unica aliquota, 5 confezioni di ciascun lotto del medicinale sopra indicato presso la farmacia interna delI’Ospedale Civile S.S. Annunziata di Sassari e a trasmettere detti campioni e la relativa documentazione all’ istituto Superiore di Sanità per opportuni accertamenti. Il Comando Carabinieri per la Tuteia della Salute è invitato ai verificare l’avvenuta comunicazione dei divieto di utilizzo e in caso mancato adempimento da parte della ditta interessata procederà al sequestro dei lotti. “
In virtù di tale comunicazione, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita i pazienti a non utilizzare il dispositivo in questione riferito ai lotti di cui al comunicato istituzionale.
http://www.retenews24.it/rtn24/salute-benessere/nas-nelle-farmacie-ritirato-medicinale-anti-emorragie-quale/

La fine degli affitti d'oro grazie al M5S: 30 milioni risparmiati all'anno. - Riccardo Fraccaro



"Grazie alla norma del M5S, l'Ufficio di Presidenza della Camera ha deliberato il recesso dagli affitti d'oro dei Palazzi Marini. 
Con l'approvazione del bilancio da parte dell'Aula, dal 2015 ci sarà un risparmio annuo di ben 30 milioni di euro. 
È una delle più grandi vittorie politiche del MoVimento, 
La dimostrazione dei risultati straordinari che si possono ottenere quando i cittadini entrano nelle istituzioni. 
Abbiamo messo la parola fine ad uno scandalo che dura da vent'anni, costato finora quasi 500 milioni di euro. 
Grazie alla battaglia del MoVimento 5 Stelle contro gli sprechi e i privilegi, condotta in perfetta solitudine, portiamo a casa questo risultato che va a beneficio di tutti. 
È una vera rivoluzione, la migliore risposta a chi ci ha accusato di saper solo salire sui tetti di Montecitorio: siamo riusciti anche a sfrattare la casta! 
Finisce l'era del clientelismo e inizia quella delle istituzioni al servizio della collettività." Riccardo Fraccaro

http://www.beppegrillo.it/2014/06/la_fine_degli_affitti_doro_grazie_al_m5s_30_milioni_risparmiati_allanno.html

LA FINE DELLO STIVALE ATOMICO. - Gianni Lannes



L'inquinamento radioattivo provocato dalle centrali nucleari perdura lungamente nel tempo ed immette nella biosfera radionuclidi che si concentrano in determinate parti  del corpo umano, causando la rottura di legami del Dna con possibili effetti cancerogenetici
Dosi infinitesimali di radioattività - documenta la letteratura scientifica - innescano su vasta scala processi di mutagenesi. Il cesio 137 nei muscoli e nelle ovaie, lo stronzio-90 nelle ossa, il rutenio-106 nelle ovaie, il trizio nel sangue, il plutonio-239 (che vanta 24 mila anni di emivita) principalmente nelle ovaie e nei polmoni. Alcuni di questi radionuclidi sono addirittura artificiali, vale a dire completamemte estranei alla storia dell'evoluzione biologica e della specie umana. Poiché entrano a far parte delle varie catene biologiche ed alimentari, arrecano conseguenze del tutto imprevedibili per le future generazioni.

Come attestano studi e ricerche ufficiali (Cnen, Enea, varie Università) già alla fine degli anni '60 in Italia, quindi decisamente molto tempo prima del fallout di Chernobyl del 26 aprile 1986, aria, suolo fiumi, laghi e mari risultavano contaminati dalla radioattività. E più recentemente la situazione non è migliorata, come attesta la contaminazione radioattiva del Mediterraneo, in particolare da plutonio 239/240 e cesio 137, addirittura del Tirreno (santuario cartaceo dei cetacei incluso).




Le telecomandate autorità statali che hanno causato questo disastro, evidentemente subordinate a perversioni coloniali, non vogliono rendersi conto della tragedia in atto, mentre regna la disinformazione pilotata anche dalla scienza asservita al sistema di potere dominante e agli interessi economici.

Per il folle uso delle risorse energetiche e per le miopi scelte tecnologiche e industriali della casta politica rischiamo di lasciare in eredità ai nostri figli un'Italia moribonda. Purtroppo, non si intravede alcun ravvedimento, né tantomeno scelte di semplice buon senso. Infatti, si continua a speculare in materia di "sicurezza nucleare", e a far finta di nulla, mettendo a repentaglio non solo la salute di milioni di ignare persone, ma anche la futura possibilità di vita.


Lasciar degradare ancora l'ambiente significa lasciare in eredità il deserto. I tempi esigono una nuova etica per un progetto che abbia rispetto della vita, e la conservazione dell'ambiente come parte fondamentale delle scelte economiche, politiche e sociali. L'essere umano è strettamente interrelato con tuttti gli elementi della Natura, ed è condannato ad estinguersi come specie se continua a distruggere la biosfera in cui vive, violando la legge dell'entropia.

Cardinali in festa.



E il cardianale Sepe va alla festa di Marinella, mentre arriva il feretro di Ciro Esposito a Scampia.
Bell'esempio. Ascanio Filomarino era un signore al confronto, ai tempi di Masaniello. 

Almeno ci ha lasciato l'altare di Borromini.

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giovedì 26 giugno 2014

Giustizia, il piano del governo: torna il falso in bilancio. - Liana Milella

Giustizia, il piano del governo: torna il falso in bilancio

Lunedì prossimo le linee guida della riforma al consiglio dei ministri. Le misure per il processo civile più veloce e la riforma del Csm.

ROMA - Detto, fatto. La riforma della giustizia si è materializzata a palazzo Chigi 48 ore fa. A sbirciarci dentro, già alcuni titoli, come la riforma delle intercettazioni e quella del Csm, sono più foriere di scontro che di incontro. Tant'è che i magistrati già sono in pre-allarme e oggi, in una riunione dell'Anm, butteranno giù il loro programma alternativo delle emergenze. Così, sul tavolo, ci saranno le loro "linee guida" accanto alle "linee guida" del governo.

Intendiamoci, nel piano sulla giustizia di Renzi e Orlando ci sono interventi che piacciono alle toghe, basti pensare all'allungamento della prescrizione, ai nuovi reati economici come il falso in bilancio in chiave anti-Berlusconi, e l'auto-riciclaggio. Ma su quei due capitoli - la responsabilità civile dei giudici e soprattutto la responsabilità disciplinare, nonché sulle intercettazioni - già s'avverte un diffuso malpancismo. D'altra parte, come vedremo, il tempo per discutere c'è, un tempo "ampio e congruo", come lo definiscono a palazzo Chigi, visto che per la riforma della giustizia di Andrea Orlando il premier Matteo Renzi ha deciso di seguire la stessa via utilizzata per quella sulla pubblica amministrazione di Marianna Madia.

Prima le "linee guida" e la discussione sulle medesime. Poi le misure, decreti o disegni di legge che siano. Per la giustizia, nell'entourage stretto del Guardasigilli, si ipotizza che gli interventi legislativi, i singoli articolati, possano anche arrivare subito dopo le ferie, che quest'anno saranno assai brevi. Del resto, la ressa dei decreti in Parlamento è tale che i tempi di discussione sarebbero ugualmente lunghi.

I PROCESSI TROPPO LUNGHI
Non può che stare al primo posto, ovviamente, il dato innegabile della giustizia italiana. La coda infinita di 9 milioni di processi pendenti tra penali e civili. Se non si parte da qui, ha sempre detto Orlando, non ci si raccapezza più. Per questo sono necessarie cinque mosse. La prima: uno snellimento sia nel penale che nel civile, con interventi sui codici di procedura penale e di procedura civile. Le commissioni Canzio e Berruti hanno lavorato o stanno lavorando. La seconda: potenziamento della magistratura ordinaria e onoraria. La terza: una sterzata ai tempi del Csm. La quarta: punizioni e responsabilità. La quinta: garanzia effettiva che i processi non cadano nel vuoto con la prescrizione, come avviene adesso. 

LA RESPONSABILITÀ CIVILE
A seguire, non si può che anticipare il capitolo più discusso, quello della responsabilità civile dei magistrati. Il governo esclude quella diretta, la versione del leghista Pini per intenderci, pur approvata alla Camera. Annuncia un intervento che limita fortemente l'attuale filtro e rimodula la rivalsa dello Stato sulla toga fissandola al 50% invece di un terzo. Se ne discuterà, ma non è affatto detto che, alla fine, Orlando intervenga direttamente, perché potrebbe mandare avanti il ddl in discussione al Senato. D'un colpo però, tra responsabilità civile e disciplinare, la vita dei magistrati cambierebbe.

LA STRETTA SULLE INTERCETTAZIONI
Qui siamo su un crinale sottilissimo. Su cui le toghe sono guardinghe. Nessuno ha dimenticato il braccio di ferro con Berlusconi che, se fosse andato in porto, avrebbe comportato il bavaglio per i giornalisti e le unghie decisamente limate per i pm. Orlando è cauto. Gli annunci sono due: vietare che le telefonate finiscano subito nelle ordinanze di custodia cautelare, dove le intercettazioni verrebbero riassunte. Una misura che piace al Garante della privacy Antonello Soro. Poi l'altro divieto, non dare le copie alle parti prima dell'udienza stralcio. Gli avvocati potrebbero solo ascoltare le registrazioni. Le toghe però sono già dubbiose, soprattutto per processi con tantissimi imputati.

LA MANOVRA PENALE 
Tre capisaldi, intervento sulla prescrizione, con l'idea di fermarla al primo grado. Mannaia sulle impugnazioni, che verrebbero drasticamente ridotte. Archiviazione per tutti i processi di lieve entità. Si discute anche sui tempi di iscrizione dei reati, con l'idea di renderli contestabili per le parti. Ma anche qui si rischia un fuoco di sbarramento delle toghe.

... E QUELLA CIVILE
Al responsabile del Massimario della Cassazione Giuseppe Maria Berruti è stato affidato di recente il ruolo di presidente della commissione che deve riscrivere il codice di procedura civile. Piatto ricchissimo, dalle misure per ridurre l'arretrato, alla progressiva "degiurisdizionalizzazione", come la chiamano i tecnici, che si risolverà nel sempre minor ricorso al giudice a tutto vantaggio della negoziazione assistita e al giudizio di fronte a un arbitro. Entrano a pieno titolo gli affidavit, la fase esecutiva del processo vedrà penalizzato il debitore che cerca di perdere tempo. Nasce il tribunale della famiglia e della persona e si assesta quello delle imprese. In Cassazione si snellisce il processo civile. 

NUOVI REATI ECONOMICI E MAFIOSI
Annunciati da tempo, e da tempo già portati da Orlando a palazzo Chigi, ecco il nuovo falso in bilancio (punito fino a 5 anni), ancora con un ultimo tira e molla sulla procedibilità a querela o d'ufficio (ma si propende per la seconda via), l'auto-riciclaggio (fino a 6), le maggiori pene per il 416-bis (fino a 15). Ma anche misure d'esecuzione della pena più stringenti per i boss, nuove regole sul sequestro e la confisca dei beni. È la parte della riforma della giustizia su cui, di certo, le polemiche saranno minori, se non addirittura inesistenti.

IL CSM
È il capitolo che preoccupa molto i magistrati. Le "linee guida" non entrano nel dettaglio, ma già i principi creano allarme, soprattutto per i tempi. Tra il 6 e il 7 luglio i togati votano per il nuovo Consiglio e una mossa del governo che svuoti e metta sotto tutela l'autogoverno dei giudici non può che preoccupare. È certo che Orlando intende cambiare proprio il sistema di voto, introducendo un meccanismo di panachage (è possibile il voto disgiunto) che sconvolge gli equilibri delle correnti. È altrettanto certo che il Guardasigilli mal vede i tempi lunghi delle decisioni di palazzo dei Marescialli e intende renderle più stringenti. Ma è soprattutto il capitolo della giustizia disciplinare a essere rivoluzionata. Innanzitutto una sezione autonoma del Csm tratterà i "processi" delle toghe. E poi, in seconda istanza, in luogo del ricorso in Cassazione, i magistrati condannati potranno rivolgersi alla famosa Alta corte, tante volte sollecitata da Luciano Violante. Si tratterebbe di una Corte mista, che avrebbe competenza per tutte le magistrature. Ma come sarà composta? Con che percentuali? Anche qui toghe in fibrillazione.


http://www.repubblica.it/politica/2014/06/26/news/riforma_giustizia_intercettazioni-90026255/