"Dietro a tanta furbizia c'è poca intelligenza, un paese di furbi è anche un paese di ignoranti e cafoni, qualcuno potrebbe dire che secondo il principio democratico se loro sono la maggioranza hanno il diritto di continuare ad essere così e autodistruggersi trascinandoci con loro. Così sarebbe, dico io, se fossero consci delle conseguenze di certe scelte e correttamente informati.Insomma, ci tocca pure essere pazienti e gentili terapeuti di chi ci sta distruggendo "inconsciamente", meno male che c'è il vino.."
commentatore dei forum di questo blog che ha scelto di firmarsi Alessandro.
"La mafia non esiste, è una invenzione dei giornalisti".
Questo è ciò che sostenevano i mafiosi negli anni'50, '60, '70.
Poi, il paese è cresciuto, prima economicamente, di conseguenza anche socialmente e politicamente. Poteva contare allora su una solida opposizione (reale, vera, pungente ed efficace) e sulla partecipazione attiva di artisti, intellettuali, opinionisti, giornalisti, che oggi non esiste.
Se ne sente la mancanza, se ne avverte la latitanza.
A Bruxelles, ieri pomeriggio, il leader politico Beppe Grillo, in conferenza stampa, ha detto "Non date i fondi europei all'Italia, in Campania, Calabria, Sicilia, finiscono poi nelle mani della mafia".
Non si trattava di uno scoop. Non era neppure una informazione o una notizia.
Era piuttosto la condivisione pubblica del cosiddetto segreto di Pulcinella, metaforica (nonchè immortale) maschera nostrana che il PD ha spostato e trasferito in un'altrettanto immortale maschera nostrana: Arlecchino servo di due padroni.
Apriti cielo!
Irrompe la contestazione dei furbetti, furboni, furbastri della sinistra (pro domo loro) che si indignano nel nome di una pulizia patriottica in salsa etica.
Falsa quanto ipocrita.
L'epopea del deputato piddino Fracantonio Genovese, finito in manette perchè accusato di essersi appropriato di svariati milioni dei fondi europei, la dice lunga in questa materia.
All'esistenza della mafia bisogna aggiungerci l'ignavia e la serena pigrizia cinica dei cittadini italiani, disinformati, avviliti, depressi, che pagano sulla propria pelle la loro scelta di non diventare cittadini attivi e di non impegnarsi. Lo dimostra il fatto che il 31 ottobre del 2013 ben 3,5 miliardi di euro messi a disposizione dai fondi europei per le quattro regioni meridionali italiane è ritornata indietro a Bruxelles perché non utilizzati. I pochi presentati erano sbagliati, fuori norma, obsoleti.
Se li sono presi gli spagnoli il giorno dopo presentando domande formalmente impeccabili, che hanno consentito il varo di ben 8.560 nuove startup che hanno dato lavoro a ben 90.000 giovani disoccupati iberici (laureati con specifiche competenze tecniche) intervenendo in maniera pragmatica nella guerra contro i due grandi e veri nemici dell'Europa: mancanza di lavoro e insostenibile tasso di disoccupazione.
Degli svariati miliardi di euro messi a disposizione dai fondi europei, è stato calcolato che la gran parte dei fondi è finita nelle mani della dirigenza politica più abile (e furba) che compone i partiti verticali. Valga per tutti un esempio: la fondazione di Massimo D'Alema ha ottenuto nell'ultimo decennio ben 16,7 milioni di euro. Ai quali bisogna aggiungere quelli avuti dalla fondazione di Raffaele Fitto, di Renato Brunetta, di Sergio Chiamparino, di Roberto Formigoni, dei coniugi Finocchiaro, di Enrico Letta, dei fratelli Cosentino, di Galan, di Scoppelliti......devo continuare?
La lista è davvero molto lunga.
E' lunga quanto lo stivale.
Perchè la mafia non è più il picciotto siculo con la scoppola in testa e la lupara al fianco, quello è l'aspetto folcloristico della deriva piattamente criminale. Esiste ancora, purtroppo, ma è facilmente identificabile.
La mafia è diventata un concetto mentale assorbito dai funzionari dei partiti italiani che hanno ormai fatto proprio il concetto di Cosa Nostra, ritenendo che tra bene pubblico e bene privato non vi sia alcuna differenza, ritenendosi quindi legittimati a spendere danaro pubblico (quelli eleganti) e ad appropriarsi (quelli ladri) di risorse finanziarie messe a disposizione della collettività, perchè su 100 euro, una percentuale va al partito, un'altra serve a pagare funzionari corrotti, un'altra mantiene e foraggia le clientele di votanti, e poi c'è la quota parte che (tra quelli abili e high tech) finisce sui conti estero su estero, molto ben blindati, oppure (tra quelli più volgari e beceri) vengono utilizzati per costruirsi una villa mega galattica, acquistare gioielli, ecc.
E' piatta cronaca di tutti i giorni, che alimenta il livore, diffonde l'avvilimento, produce rabbia, disperazione e soprattutto depressione generalizzata, aggravando ulteriormente (dopo il danno c'è anche la beffa) il costo complessivo sociale di cui si dovranno fare carico le strutture sanitarie pubbliche, il welfare, le famiglie.
La mafia mentale impoverisce il territorio e aggrava la crisi.
Era ora che il segreto di Pulcinella venisse diffuso e divulgato in tutta Europa.
Riviste settimanali, mensili, tivvù locali, cooperative teatrali, produzioni cinematografiche, centri culturali, case editrici, aziende di agriturismo, hanno dato lavoro a masse di disoccupati immeritevoli auto-eletti e auto-promossi al rango di scrittori, registi, giornalisti, operatori alberghieri, intellettuali, che hanno goduto di briciole comunitarie versate a pioggia nel territorio, attraverso la malleveria dei partiti e spesso gestiti in loco dai boss locali della mafia, della 'ndrangheta e della camorra nell'intero territorio nazionale.
E quelli portano voti: a questo servono i fondi europei
E la Merkel lo sa benissimo.
E dal suo punto di vista ha ragione.
I tedeschi, dal loro punto di vista hanno ragione al 100%.
Ma come?
Finalmente c'è un leader italiano che ha il coraggio di andare in Europa e divulgare in tutto il continente il macabro segreto di Pulcinella "l'Italia è un paese di mafiosi" e protestano e insorgono quelli che su facebook, twitter, nei comizi, nei libri, alla tivvù, sui quotidiani, sostengono di voler combattere la mafia?
Oggi, la negano?
In questo paese ormai votato all'inefficienza e all'inefficacia, nel nome del rispetto delle logiche mafiose imprenditoriali, c'è addirittura chi osa protestare perchè si divulga il fatto notorio che siamo mafiosi?
Hanno distrutto perfino l'unica industria d'impresa che funzionava in Italia: il calcio.
Hanno fatto allenare la squadra a un ometto senza arte nè parte, un fallito di successo, noto per la sua caratterialità flebile, senza spina dorsale, prono soltanto alla salvaguardia degli interessi di Berlusconi e della Fiat, tutto qui.
Hanno dato al paese la mazzata definitiva (dopo la figuraccia ai mondiali) una settimana fa, quando la Lega Calcio non ha accettato il risultato legale di un'asta pubblica legale nella quale l'offerta proposta da Sky era superiore di 156 milioni di euro a quella fatta da Mediaset.
"Stai sereno Silvio, ci penso io" gli deve aver detto qualcuno.
E così, questa mattina, un delinquente pregiudicato che risulta essere -come soggetto politico- co-fondatore di un partito insieme a una persona che adesso sta in galera, condannato in via definitiva perchè identificato, processato e sentenziato come mafioso, incontra il nostro premier e il paese lo trova un evento normale?
Grazie alla truffa ai danni di Sky di cui nessuno parla, Mediaset -decotta e moribonda- ringrazia e va a chiudere con Renzi garantendo che l'accordo regge.
Lo credo bene che regge.
O meglio, regge ancora per un po' la sua decotta attività.
Trascorrerà delle buone vacanze grazie ai soldi vostri che la Lega Calcio ha provveduto a elargire nel nome di principio illegale, anti-economico e sostanzialmente mafioso.
Il giorno in cui la Lega Calcio doveva decidere, sul corriere della sera compariva il Grande Pizzino con la truppa compiacente schierata in campo.
E oggi, finalmente, Mediaset celebra con un aumento notevole del proprio titolo in borsa.
Noi stiamo pagando oggi i guadagni in borsa di Berlusconi, che ringrazierà questa sera la coniuge di Dell'Utri, regalandole magari un volume raro del '500 di prezioso valore, da consegnare al marito in galera per meriti conquistati sul campo.
E io devo pure sorbirmi l'ipocrisia ipocrita di chi si indigna per la frase (che definirei tenue, moderata e -per i miei gusti personali- fin troppo calma) che certifica e firma il fallimento etico della nazione, la sua deriva morale e la propria incapacità collettiva di indignazione?
Un'occasione persa.
Davvero c'era la possibilità di scendere in campo sostenendo l'unico slogan post-ideologico che può aiutare l'Italia: fuori la mafia dallo Stato.
Perchè l'unica rivoluzione sostenibile, l'unica rivoluzione auspicabile, l'unica rivoluzione alla quale io mi sento di aderire è la rivoluzione della vocale: da COsa Nostra a CAsa Nostra.
E' l'obiettivo minimo.
E' la nostra bandiera.
E' il nostro mantra.
E' il primo mattone della Nuova Italia che verrà.
E' l'unica possibilità di potersi far rispettare in Europa.
Fintantochè i soldi europei finiranno nelle mani delle fondazioni gestite e presiedute dalla inguardabile classe dirigente politica dei partiti verticali, in questo paese non cambierà nulla.
Ben venga il segreto di Pulcinella.
Che Frau Merkel chiuda pure i rubinetti.
Perchè noi, l'accesso ai fondi europei, è un lusso che non ci possiamo permettere.
Questa è la realtà lapalissiana, nuda e cruda.
Prendiamone atto e diventiamo un popolo maturo e adulto.
Perchè non parliamo, invece, dei miliardi di euro che le fondazioni partitiche hanno ottenuto negli ultimi 10 anni dai fondi europei?
Come mai non c'è dibattito su questo argomento?
Come mai non vengono rese pubbliche le cifre, le attribuzioni, le competenze, gli obiettivi?
Grazie per l'attenzione.
Qui di seguito vi propongo -dopo la frase ad impatto mediatico di ieri-- un'argomentazione più elaborata sui fondi europei. Pensateci, cercate di comprendere e dibattete.
Sostiene, infatti, Beppe Grillo:
"I Fondi strutturali rappresentano il principale strumento della politica di coesione dell`Unione europea e dovrebbero concorrere significativamente allo sviluppo socio economico delle regioni, in particolare quelle con le maggiori carenze. L'Italia per il periodo di programmazione 2007-2013 ha ricevuto dall'Europa 28,8 miliardi di Euro pari a circa l’8% del budget dell'Unione europea destinato alla politica di coesione, di cui 21.64 miliardi di Euro per le Regioni in obiettivo convergenza, ovvero alcune Regioni del sud (Sicilia, Calabria, Puglia, Campania e Basilicata). E' proprio in queste Regioni che si collocano le maggiori risorse ma (si registrano anche i più forti ritardi nella loro spesa. Questi ritardi pongono l'Italia tra gli stati che hanno speso meno: peggio di noi troviamo solo la Bulgaria, la Romania, Cipro e la Slovacchia, senza considerare la Croazia da poco nell'Unione europea. Con una percentuale di spesa ad oggi pari intorno al 54% (ad un anno e mezzo dalla ultima possibilità di spendere) rischiamo di dover restituire all'Europa circa 13 miliardi di Euro.
Cosa non funziona nel nostro sistema di gestione di queste importanti risorse?
I Fondi strutturali vengono nella quasi totalità amministrati dalle Regioni in attuazione di un Programma operativo concordato e in linea con quello nazionale. Ma la mancanza di chiare e strutturate politiche in molti ambiti prioritari dell´azione dei Fondi e di una credibile politica di lungo termine fanno sí che l´efficacia degli interventi venga frammentata e dispersa in mille azioni, spesso legate a logiche politiche locali e clientelari.
L´efficacia dei Fondi strutturali dipende anche da un altro fattore: la qualità dei governi locali. Le Regioni più ricche (quindi con meno risorse) sembrano essere le più virtuose nell'attuazione delle politiche strutturali. Al contrario le regioni del Sud Italia, che dispongono della maggiore dotazione di fondi comunitari, mostrano una bassa propensione alla spesa. Sono principalmente queste ultime che per evitare la mannaia del disimpegno automatico dei fondi ricorrono ai cosiddetti progetti “sponda”. Somme già stanziate (o spese) per interventi già avviati vengono inserite contabilmente nel PO (Programma Operativo) regionale per sostituire (o integrare) - a patto che siano coerenti - quegli interventi bloccati per irregolarità o scarsa capacità operativa. Queste somme sono presentate alla UE come “spesa certificata” per il rimborso del cofinanziamento europeo, come se fossero il risultato dell’attuazione di programmi finanziati con fondi europei. La Regione ottiene risorse ormai svincolate da qualsiasi obbligo di destinazione, da utilizzare per finanziare qualunque tipo di intervento (dalla manutenzione delle strade ai corsi di formazione per i dirigenti regionali)
Una maggiore consapevolezza delle opportunità offerte dai Fondi comunitari potrebbe generare una maggiore pressione delle categorie interessate (ONG, Associazioni di categoria, associazioni ambientaliste), attraverso le parti sociali, nei confronti delle autorità di gestione dei fondi".