martedì 8 luglio 2014

AL MINISTRO DELLA SANITA’. - Mariapia Caporuscio

Ci si chiede come mai ogni qualvolta un cittadino denuncia un abuso o sperpero di denaro pubblico, questo venga classificato come “protesta” e resta inascoltato dalla classe politica. In un paese civile i cittadini hanno il dovere di denunciare gli abusi e i politi quello di ascoltarli: i crimini vanno stroncati non lasciati lievitare!
La società dovrebbe porsi come obiettivo la giustizia sociale in simbiosi con tutti gli appartenenti, invece troppo spesso la classe politica non tiene in alcun conto la voce dei cittadini, mostrando una spregevole codardia, che favorisce la sfiducia se non il disprezzo nei loro confronti. 
Tutto questo non è solo una questione morale fra la popolazione e le istituzioni, perché da questi comportamenti dipende la qualità di vita di una intera nazione.
Una nazione come la nostra ricca di eccellenze in ogni campo, di cui dovremmo essere fieri, viene purtroppo umiliata e sottomessa proprio da chi “deve” prendersene cura. Eccellenze ignorate in patria e molto spesso costrette ad emigrare, andando ad arricchire altri paesi. Un comportamento suicida e questa assurda mancanza di logica da parte della classe politica è per davvero demenziale.
Questa volta a gridare è il Centro di Radioterapia Oncologica dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma. Si tratta dell’ennesimo scempio di denaro pubblico da parte dei responsabili del sistema sanitario. Questo centro di eccellenza, dotato di attrezzature d’avanguardia per la radioterapia oncologica di elevatissimo livello tecnologico, progettato per garantire ai malati di tumore terapie più efficaci e all’avanguardia, occupa una superficie di 5.000 mq e si configura come uno dei più completi e moderni della regione Lazio e dell’Italia centro-meridionale.
A questa struttura (in grado di trattare circa 200 pazienti al giorno) e costata alla comunità 32 milioni di euro, viene impedito il pieno funzionamento.
Da oltre un anno dal termine dei lavori di ristrutturazione e ampliamento, questo centro è in stato di blocco per mancanza di personale, nonostante le ripetute sollecitazioni ad acquisire personale specializzato. A tutt’oggi il reparto dispone solo di due medici, due infermieri, e tre tecnici, un numero grottescamente ridicolo, mentre lo staff necessario per il completo funzionamento è valutato in 25/30 unità tra medici specialisti, fisici sanitari, tecnici di radioterapia, personale infermieristico e amministrativo, ma ogni sollecitazione è rimasta lettera morta: di assunzioni non se ne parla e il centro resta mutilato, privando migliaia di malati della speranza di vita.

Il congelamento di questa struttura è moralmente intollerabile, è un insulto ai malati e ai contribuenti onesti, che ancora sperano in una presa di coscienza della classe politica.
Nonostante l’assurda situazione questo piccolo nucleo sanitario si può definire eroico per i miracoli che compie ogni giorno: per dedizione, competenza, disponibilità e umanità verso i malati, benché moralmente umiliati di dover rifiutare il trattamento radiante alla maggior parte dei malati e questo li costringe a vivere un intollerabile stato di frustrazione, impotenza e rabbia.
Persone meravigliose come queste sono la conferma di quanto gli italiani meriterebbero una più degna classe dirigente.


Una domanda però voglio rivolgerla ugualmente al ministro della sanità: in nome di quale diritto vengono compiuti sfregi contro gente indifesa, come i malati di cancro?


E ancora: con quale diritto osate dilapidare i soldi che la popolazione è costretta a pagare col sangue, rinunciando anche al pane?


Urge il suo intervento ministro della sanità!

Dieci risposte a dieci domande.

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Breve cronologia dei fatti.

- Abbiamo costruito una legge elettorale con migliaia di cittadini in rete, primo esperimento al mondo di democrazia partecipata
- Il 15 giugno vi abbiamo richiesto un incontro per parlarne e dare al Paese una legge elettorale in 100 giorni.
- Ci avete detto che avreste pubblicato 5 punti e che sareste stati disponibili ad un secondo incontro
- I 5 punti sono diventati 10 perché avete aggiunto altre domande.
- Lunedì 30 giugno vi abbiamo chiesto un secondo incontro per giovedì 3 luglio, per parlare di legge elettorale e rispondere alle vostre domande in modo serio in un contesto istituzionale. Ci avete comunicato che non avevate una delegazione (bisogna capire che per i politici il giovedì finisce la settimana lavorativa)
- A questo punto Guerini - non uno qualsiasi, ma il vicesegretario del PD - ha fissato come data ufficiale del secondo incontro lunedì 7 alle 15 nella sala del Cavaliere, alla Camera. Anche lo streaming era stato organizzato.
- Nel frattempo, ci avete chiesto di rispondere alle 10 domande formulate in precedenza noi lo abbiamo fatto nel modo più ufficiale possibile: con Luigi Di Maio, Vicepresidente della Camera, tramite un’intervista pubblicata domenica 6 luglio su uno dei principali quotidiani del Paese.
- Ciò non vi è bastato. Noi abbiamo risposto chiaramente alle vostre domande, ma voi poche ore prima dell’incontro, non contenti, avete preteso che rispondessimo una seconda volta per iscritto, come se il contenuto dell’intervista cambiasse da scritto su un quotidiano a scritto su una lettera.
- Alle ore 10 di oggi salta l’incontro. Ci chiediamo: come è possibile che qualcosa di così importante per gli Italiani come la legge elettorale salti perché non abbiamo risposto per la seconda volta per iscritto alle domande?
Come mai per trattare di legge elettorale con un condannato come Berlusconi non richiedete nulla, né risposte scritte, né lo streaming in modo che tutti i cittadini possano capire cosa vi siete detti?
A noi non crea alcuna difficoltà ne lo streaming ne la lettera. Ma allora perché non fate altrettanto con i vostri incontri con Berlusconi?.
- La nostra massima disponibilità al confronto e al dialogo ci porta a rispondere a tutti i vostri quesiti per la terza volta. Ora, in modo tale che non abbiate più alibi e non possiate più raccontare agli Italiani con la complicità dei giornalisti che il tavolo di lavoro è saltato per colpa nostra, vi riportiamo di seguito le risposte una terza volta:
1. Per noi un vincitore ci vuole sempre. L’unico modello che assicura questo oggi in Italia è la legge elettorale che assegna un premio di maggioranza al primo turno o al secondo turno. Il Movimento 5 Stelle, per esempio, ha vinto a Parma, Livorno e Civitavecchia nonostante che (sic) al primo turno abbia preso meno del 20% dei voti. Però poi al ballottaggio ha ottenuto la metà più uno dei votanti. Vi chiediamo: siete disponibili a prevedere un ballottaggio, così da avere sempre la certezza di un vincitore? Noi sì.
“Si”
Per noi quello che voi chiamate “vincitore” è il conquistatore di una vittoria di Pirro, che non garantisce in alcun modo la governabilità: speravamo che l’esperienza di “vittoria” con una schiacciante maggioranza nella scorsa legislatura vi fosse stata d’insegnamento, ma evidentemente non è così. Un modello che assicuri la certezza di un vincitore come quello disegnato nella legge Berlusconi-Renzi non esiste pressoché in nessun sistema democratico al mondo.
In ogni caso, al fine di evitare un pessima legge elettorale quale è la legge Berlusconi-Renzi nella sua attuale formulazione, e produrre un testo migliore siamo disponibili a prevedere un ballottaggio che dia ad una forza politica la maggioranza dei seggi, a condizione di evitare che la conquista del primo posto si trasformi in una corsa all’ammucchiata di tutto e il suo contrario (come è stato per l’Unione di Romano Prodi e per le coalizioni guidate da Silvio Berlusconi) che ha provocato la caduta anticipata dei rispettivi governi nel 2008 e nel 2011 nonostante la “vittoria”. Per evitarlo, la nostra proposta alternativa è formulata in questi termini:
- un primo turno proporzionale privo di soglie di sbarramento, in modo da consentire a chiunque di correre per il Parlamento e colmare il deficit di rappresentatività che la legge comporta;
- in caso di superamento della soglia del 50% + 1 dei seggi al primo turno, prevediamo un premio di governabilità minimo, che consegnerebbe al vincitore il 52% dei seggi;
- nel caso in cui nessuno raggiunga la maggioranza al primo turno, è previsto un secondo turno tra i due partiti più votati, al cui vincitore viene assegnato il 52% dei seggi.

2. Siete disponibili a assicurare un premio di maggioranza per chi vince, al primo o al secondo turno, non superiore al 15% per assicurare a chi ha vinto di avere un minimo margine di governabilità? Noi sì.
“Si” 
Ferme restando le obiezioni di cui alla precedente risposta, che potranno tuttavia essere sciolte dalla Corte costituzionale nella sede del controllo preventivo previsto nella riforma costituzionale, come già evidenziato siamo disponibili alla previsione di un turno di ballottaggio, nel caso in cui il primo turno non veda nessuna forza politica ottenere la maggioranza dei seggi, con il quale sia possibile attribuire un numero di seggi tali da assicurare a chi ha vinto di avere un minimo margine di maggioranza (la governabilità è un’altra cosa, per noi).
3. Siete disponibili a ridurre l’estensione dei collegi? Noi sì.
“Si”
La riduzione dell’estensione dei collegi è possibile, ma questo e altri elementi tecnici dipendono naturalmente dall’impianto complessivo della legge e da come si vuole concretamente realizzare.
4. Siete disponibile a far verificare preventivamente la legge elettorale alla Corte costituzionale, così da evitare lo stucchevole dibattito “è incostituzionale, è costituzionale”? Noi sì.
“Sì” 
Siamo disponibili a far verificare preventivamente la legge elettorale alla Corte costituzionale; quello che tuttavia abbiamo urgenza di capire è in quale modo si dovrebbe introdurre questo controllo e come dovrebbe intervenire sulla legge elettorale in discussione. Il Presidente del Consiglio ha affermato nel corso del nostro ultimo incontro che la legge elettorale sarà approvata e promulgata dopo la prima lettura da parte del Senato della riforma della Costituzione. Il che significa che il controllo non sarà previsto per la legge elettorale in discussione.
Come pensate di risolvere questa contraddizione?
5. Siete disponibili a ridurre il potere delle Regioni modificando il titolo V e riportando in capo allo Stato funzioni come le grandi infrastrutture, l’energia, la promozione turistica? Noi sì.
“Si” 
Siamo disponibili ad una modifica del Titolo V, sebbene riteniamo che l’impianto proposto nell’attuale riforma non sia funzionale alla risoluzione dei problemi provocati dalla riforma del 2001. Nel merito, la riforma Renzi del Titolo V prevede l’eliminazione sia della competenza concorrente Stato-Regioni, quella in cui lo Stato dettava i principi, con “leggi-quadro” per ragioni di omogeneità e le Regioni vi davano attuazione con le loro leggi, e della competenza residuale regionale, ovvero della clausola per la quale tutto quanto non era di competenza statale o concorrente spettava alle Regioni.
Nel nuovo quadro vengono definite solo le competenze statali, e quelle regionali non sono più residuali ma sono specificamente elencate. Se il problema che la riforma Renzi mira a risolvere è quello del “chi fa cosa” e quindi del contenzioso che si crea innanzi alla Corte costituzionale bloccando o invalidando numerosissime leggi, non si capisce in che modo questa riforma lo risolverebbe.
La nuova definizione di competenze non sembra essere risolutiva del problema in questione: dove finisce, ad esempio, la “programmazione e organizzazione dei servizi sanitari” (materia di competenza regionale) e dove iniziano le “disposizioni generali e comuni per la tutela della salute” (di competenza statale)? Quale opera sarà da considerarsi “dotazione infrastrutturale” (regionale) e quale “infrastruttura strategica” (statale)?
A ciò si aggiunga la previsione di una “clausola di supremazia” per la quale «su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale». Anche in questo caso, si pone il problema della grave disfunzione applicativa che può produrre questa disposizione.
Non si capisce, infatti, anzitutto perché debba provenire dal Governo la proposta per l’utilizzo della clausola di supremazia in ambito legislativo, anziché dall’organo legislativo che è il Parlamento. È facile immaginare che un Governo incapace di governare, che si regge sull’abuso dell’utilizzo dello strumento della questione di fiducia per imporsi al Parlamento, utilizzerà nello stesso modo la clausola di supremazia per imporsi alle Regioni, facendo rientrare discrezionalmente qualsivoglia legge nel concetto per sua natura amplissimo e difficilmente delimitabile dell’“unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”.
Sul ricorso a questa clausola, è facile poi prevedere altro contenzioso paralizzante innanzi alla Consulta.
Inoltre, riteniamo che vadano discusse nello specifico le materie da riportare in capo allo Stato, oltre a quelle elencate, quali ad esempio la Sanità.
6. Siete disponibili ad abbassare l’indennità del consigliere regionale a quella del sindaco del comune capoluogo e eliminare ogni forma di rimborso ai gruppi consiliari delle Regioni? Noi sì
“Sì” 
Premettendo che il problema dell’indennità di consigliere regionale e di ogni forma di rimborso elettorale per i gruppi consiliari è stato già risolto dal M5S con il dimezzamento del primo e la restituzione di buona parte del secondo, non solo in sede regionale, ma anche in sede nazionale, non si capisce in che modo il Parlamento potrebbe intervenire su questa materia, che dovrebbe essere di competenza regionale. Il PD governa la maggior parte delle Regioni da molto tempo, per cui non è chiaro che cosa stia aspettando per procedere da solo in questo senso. La risposta a questa domanda è “noi sì, e lo facciamo già”
7. Siete disponibili a abolire il CNEL? Noi sì.
“Sì.”
A questo proposito, vi chiediamo: considerato che non vi è relazione diretta tra l’abolizione del CNEL e il resto del progetto di riforma, siete disposti a scorporare l’abolizione del CNEL dal resto delle riforme costituzionali, in modo da vederlo approvato ad amplissima maggioranza e in tempi più rapidi?
8. Siete disponibili a superare il bicameralismo perfetto impostando il Senato come assemblea che non si esprime sulla fiducia e non vota il bilancio? Noi sì.
“Si”
Non siamo pregiudizialmente contrari, a condizione che l’esistenza di tale assemblea abbia ancora una precisa funzione nel disegno istituzionale.
9. Siete disponibili a che il ruolo del Senatore non sia più un incarico a tempo pieno e retribuito ma il Senato sia semplicemente espressione delle autonomie territoriali? Noi sì.
“Si”
Che significa che il ruolo del Senatore deve essere un incarico non a tempo pieno e semplice espressione delle autonomie territoriali? Perché un ruolo importante come quello del rappresentante delle autonomie territoriali non dovrebbe essere a tempo pieno? Che senso avrebbe tale ruolo, al di là di quello che i rappresentanti delle autonomie già fanno nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni? Peraltro, il testo che si va formando attribuisce una serie di poteri al Sentao (elezione del Presidente, dei giudici costituzionali, dei membri laici del Csm, competenza decisionale nelle leggi di riforma costituzionale ecc.) che vanno molto al di là dei poteri locali e che sono inconciliabili con una formazione di secondo grado, per cui, sul punto, riteniamo che in presenza di tali attribuzioni sia irrinunciabile l’elettività di promo grado dei senatori.
Il problema della retribuzione è presto superato: siete disponibili al dimezzamento immediato delle indennità e degli emolumenti di tutti i parlamentari e degli stanziamenti previsti per i gruppi parlamentari?
Noi lo abbiamo già fatto. E per farlo non occorrono complessi procedimenti di revisione costituzionale, ma solo volontà politica seria in tal senso.
10. Siete disponibili a trovare insieme una soluzione sul punto delle guarentigie costituzionali per i membri di Camera e Senato, individuando una soluzione al tema immunità che non diventi occasione di impunità? Noi sì.
Sì. 
La nostra proposta in merito è semplice: affinché l’immunità non diventi occasione di impunità e tuttavia preservi il parlamentare nella sua essenziale funzione di rappresentante dei cittadini, riteniamo necessario e sufficiente cancellare le immunità attualmente previste, all’infuori della garanzia dell’insindacabilità per le opinioni e i voti espressi.
Contrariamente a quanto si è detto da parte di alcuni organi stampa, non c’è alcuna contraddizione fra l’azione del gruppo parlamentare M5s, compresa la presente lettera, e la reazione di Beppe Grillo che rappresenta solo una diversa articolazione dello stesso discorso politico per il quale l’importante è fare un buona legge elettorale.
Ora noi intendiamo , per senso di responsabilità e per non perdere altro tempo, passare sopra il teatrino che avete messo in piedi e ci auguriamo che non troviate altri pretesti. L’unica cosa a cui teniamo è che si faccia una buona legge elettorale per i cittadini. In questo senso, chiediamo serietà e reale disponibilità a un confronto.

Ovvietà



https://www.facebook.com/MoVimento5StelleSicilia/photos/a.237719516277565.53760.221238591258991/695774957138683/?type=1&theater

Luigi Di Maio (M5S): TgLa7 "Legge Elettorale, Punto d'Incontro"

USA, LA FLOTTA BELLICA DEGLI F35 A TERRA. IL PENTAGONO: "NON SONO SICURI". - Gianni Lanes



Il Pentagono ha deciso di lasciare a terra per ulteriori controlli l'intera flotta degli F-35, ben 97 velivoli. I controlli riguardano i motori costruiti dalla Pratt & Whitney. Lo stop riguarda sia gli aerei della Air Force sia quelli della Marina. La direttiva è stata emessa dopo un incendio scoppiato il 23 giugno scorso a bordo di un F-35 in Florida.



Ancora sconosciute le cause dell'incendio, scoppiato durante le manovre per il decollo. La Pratt & Whitney afferma che le indagini sono in corso e che sarebbe inappropriato per ora fornire ulteriori commenti. E' la seconda volta che in 16 mesi questi cacciabombardieri nucleari sono stati fermati per incidenti. L'Italia ha optato per una consistente dotazione, anche se i rapporti tecnici del Pentagono hanno bocciato il costoso bidone alato programmato per fare solo la guerra. Tanto pagano quei docili sudditi degli italiani. Gli F 35 che saranno schierati in Italia - in violazione dell'articolo 11 della Costituzione - caricheranno le bombe nucleari b 61 -12, già stanziate a Ghedi e Aviano.







lunedì 7 luglio 2014

Accesa discussione tra Alessandro Di Battista(M5S) e Roberto Speranza(Pd) alla Camera.



https://www.youtube.com/watch?v=9APLgDXn0D8#t=165

Eurotunnel da brivido. E in Sicilia crolla un ponte.



Abbandonato il convoglio con un centinaio di vetture a bordo. Disagi sul resto delle linee sotto l’Eurotunnel.

Sono 4 i feriti, tra i quali una donna incinta, della catena di incidenti verificatisi per il crollo di una campata - in contrada Petrulla in territorio di Licata (AG), lungo la statale 626 - del ponte che collega con Campobello di Licata, Ravanusa, Canicattì.

Il ponte a circa 4 metri di altezza
Il cedimento strutturale del ponte ha fatto sì che le carreggiate si siano piegate verso il basso, toccando il fondo, da un'altezza di circa 4 metri. Nell'esatto momento del crollo, una Fiat Punto - con a bordo due donne di Delia (Cl) - si trovava a passare sul cavalcavia ed è pertanto finita sul fondo. La donna che era al volante, - secondo la ricostruzione di carabinieri e polizia - accelerando, è però riuscita a risalire portandosi dall'altra parte del cedimento. I feriti sono lievi. Soltanto la donna incinta, in via precauzionale, è stata portata in elisoccorso all'ospedale San'Elia di Caltanissetta. La strada è stata chiusa in entrambe le direzioni tra lo svincolo Licata Calandrino/innesto statale 123 di Licata e lo svincolo Casale.

Il treno - navetta si ferma sotto la Manica
Centinaia di passeggeri sono stati evacuati stamattina da un treno-navetta Eurotunnel in viaggio tra Folkstone e Calais, fermatosi dentro il tunnel sotto la Manica. Il convoglio trasportava 382 passeggeri e alcuni automezzi, bloccatosi intorno alle 7.30 di stamane per una caduta dei cavi di tensione. Lo riferisce la società Eurotunnel.

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