lunedì 9 novembre 2015

Casa: Istat, 3 milioni di famiglie in difficoltà con le spese.

Una coppia e sullo sfondo delle abitazioni © ANSA


In arretrato con il pagamento delle rate del mutuo, dell'affitto o delle bollette.


Sono 3 milioni le famiglie italiane "in difficoltà" con il pagamento delle spese per la casa, oltre una su 10. Mentre la legge di stabilità in esame al Senato, cancella la Tasi, con la promessa del governo di non farvi mai più ricorso, l'Istat calcola il peso di mutuo, imposte, affitto e utenze su proprietari e inquilini. Nel 2014 i nuclei familiari che si sono ritrovati in arretrato con i pagamenti anche solo delle bollette sono stati l'11,7% del totale. Le "sofferenze" nell'adempiere ai versamenti dovuti sono spesso legate all'impossibilità di stare al pari con l'affitto. Secondo i dati raccolti nella documentazione che l'Istituto di statistica ha consegnato al Parlamento, in occasione delle audizioni sulla manovra, infatti, il 10,2% delle famiglie si è trovata in ritardo con i pagamenti delle bollette per le utenze domestiche; tra le famiglie in affitto il 16,9% si è trovata in arretrato con il pagamento, mentre il 6,3% delle famiglie con il mutuo da pagare si è trovato in arretrato con una o più rate. Sul fronte affitti potrebbero presto arrivare novità nella Legge di Stabilità. "I dati - afferma il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa - dimostrano, da un lato, quanto importante sia stata la decisione di eliminare la tassazione sulla prima casa e, dall'altro, quanto urgente sia accompagnare tale intervento con l'adozione di misure che favoriscano l'affitto, attraverso una almeno parziale detassazione degli immobili locati". 

Non la pensa così, invece, Susanna Camusso. Per il leader della Cgil ''servono politiche sociali'' perchè ''togliere la Tasi non aiuterà il problema della povertà''. Il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, invece, propone che la detassazione della prima casa sia legata al reddito, per darla ai pensionati più poveri, rendendola ''sociale e progressiva''. Lo spaccato dell'Istat entra ancora più nel dettaglio. L'esposizione delle famiglie al ritardo nei pagamenti delle spese per la casa, evidenziano i tecnici dell'Istat, "si associa nettamente all'onerosità delle spese stesse e, in particolare, alla loro incidenza sul reddito disponibile". Infatti, le categorie di famiglie maggiormente interessate dal problema sono quelle del "quinto", ovvero della fascia di reddito, più povero (29,2% sono state in arretrato con le spese per la casa, pari a 1 milione e 505mila famiglie) e, più in generale, quelle in affitto (27,6%, 1 milione e 320mila) o quelle gravate da un mutuo per la casa (14,8%, 561mila). 

Sui mutui, comunque, alcuni dati arrivano dall'Abi. E sembrano raccontare delle difficoltà provocate dalla crisi. Tra il novembre 2009 e l'ottobre 2015 sono state 123.630 le famiglie che hanno potuto sospendere il pagamento delle rate dei mutui per un debito residuo pari a 13,3 miliardi di euro. Ma non sono solo le spese per affitto e mutui che mettono in difficoltà le famiglie. Le spese per l'abitazione (condominio, riscaldamento, gas, acqua, altri servizi, manutenzione ordinaria, elettricità, affitto, mutuo) costituiscono infatti una delle voci principali del bilancio familiare. Una percentuale tutt'altro indifferente delle entrate di ogni nucleo viene infatti automaticamente assorbito ogni mese all'interno delle mura di casa. Nel 2014, rileva ancora l'Istat, l'esborso medio di una famiglia per queste spese è stato di 357 euro mensili, a fronte di un reddito netto di 2.460 euro mensili, con un peso del 14,5%. La casa sembra essere più costosa per chi vive nelle Regioni settentrionali e nelle grandi città. Le spese risultano infatti più onerose nel Nord (15,2%) e nei Comuni centri di aree metropolitane (16,1%).


Ecco la lista delle 100 tasse che pagano gli italiani.

9 - Imu/Tasi



Secondo la Cgia di Mestre paghiamo 100 tasse: ecco l'elenco completo

Roma, 7 novembre 2015 - Gli italiani oberati dalle tasse? Niente di più vero: ognuno di noi in media ne paga per 8mila euro ogni anno. Ma è il numero delle tasse a gettare nello sconforto: secondo uno studio della Cgia di Mestre, che ha avuto la pazienza di metterle in fila una per una, sono ben cento. Ecco la lista (in ordine alfabetico). 
1 - Addizionale comunale sui diritti d'imbarco di passeggeri sulle aeromobili
2 - Addizionale comunale sull'Irpef
3 - Addizionale erariale  tassa automobilistica per auto di potenza sup 185 kw
4 - Addizionale regionale all'accisa sul gas naturale
5 - Addizionale regionale sull'Irpef
6 - Bollo auto
7 - Canoni su telecomunicazioni e Rai Tv
8 - Cedolare secca sugli affitti
9 - Concessioni governative
10 - Contributo Ambientale Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi)
11 - Contributi concessioni edilizie
12 - Contributi consorzi di bonifica
13 - Contributo SISTRI (Sistema di controllo della tracciabilità dei Rifiuti)
14 - Contributo solidarietà sui redditi elevati (Il contributo di solidarietà sui redditi elevati di importo superiore a 300 mila euro si applica nel periodo 2011-2016)
15 - Contributo SSN sui premi RC auto
16 - Contributo unificato di iscrizione a ruolo (E’  dovuto un contributo per ciascun grado di giudizio nel processo civile e amministrativo)
17 - Contributo unificato processo tributario
18 - Diritto Albo Nazionale Gestori Ambientali
19 - Diritti archivi notarili
20 - Diritti catastali
21 - Diritti delle Camere di commercio
22 - Diritti di magazzinaggio
23 - Diritti erariali su pubblici spettacoli
24 - Diritti per contrassegni apposti alle merci
25 - Diritti SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori)
26 - Imposta catastale
27 - Imposta di bollo
28 - Imposta di bollo sui capitali all'estero
29 - Imposta di bollo sulla secretazione dei capitali scudati
30 - Imposta di registro e sostitutiva
31 - Imposta di scopo
32 - Imposta di soggiorno
33 - Imposta erariale sui aeromobili privati
34 - Imposta erariale sui voli passeggeri aerotaxi
35 - Imposta ipotecaria
36 - Imposta municipale propria (Imu)
37 - Imposta per l'adeguamento dei principi contabili (Ias)
38 - Imposta plusvalenze cessioni azioni (capital gain)
39 - Imposta provinciale di trascrizione
40 - Imposta regionale sulle attività produttive (Irap)
41 - Imposta regionale sulla benzina per autotrazione
42 - Imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili
43 - Imposta sostitutiva imprenditori e lavoratori autonomi regime di vantaggio e regime forfetario agevolato
44 - Imposta sostitutiva sui premi e vincite
45 - Imposta sulla sigaretta elettronica ( Imposta di consumo sui prodotti succedanei dei prodotti da fumo)
46 - Imposta su immobili all'estero
47 - Imposta sugli oli minerali e derivati
48 - Imposta sugli spiriti (distillazione alcolica)
49 - Imposta sui gas incondensabili
50 - Imposta sui giuochi, abilità e concorsi pronostici
51 - Imposta sui tabacchi
52 - Imposta sul gas metano
53 - Imposta sul gioco del Totocalcio e dell' Enalotto
54 - Imposta sul gioco Totip e sulle scommesse Unire
55 - Imposta sul lotto e le lotterie
56 - Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef)
57 - Imposta sul valore aggiunto (Iva)
58 - Imposta sulla birra
59 - Imposta sulle assicurazioni
60 - Imposta sulle assicurazioni Rc auto
61 - Imposta Regionale sulle concessioni statali dei beni del demanio e patrimonio indisponibile
62 - Imposta sulle patenti
63 - Imposta sulle riserve matematiche di assicurazione
64 - Imposta sulle transazioni finanziarie (Tobin Tax)
65 - Imposta sull'energia elettrica
66 - Imposte comunali sulla pubblicità e sulle affissioni
67 - Imposte sostitutive su risparmio gestito
68 - Imposte su assicurazione vita e previdenza complementare
69 - Imposte sul reddito delle società (Ires)
70 - Imposte sulle successioni e donazioni
71 - Maggiorazione IRES Società di comodo
72 - Nuova imposta sostitutiva rivalutazione beni aziendali
73 - Proventi dei Casinò
74 - Imposta sostitutiva rivalutazione del TFR
75 - Ritenute sugli interessi e su altri redditi da capitale
76 - Ritenute sugli utili distribuiti dalle società
77 - Sovraimposta di confine su gas incondensabili (Sovraimposta di confine su gas incondensabili di prodotti petroliferi e su gas stessi resi liquidi con la compressione)
78 - Sovraimposta di confine su gas metano (Sovraimposta di confine su gas metano, confezionato in bombole o altri contenitori, usato come carburante per l'autotrazione e come combustibile per impieghi diversi da quelli delle imprese individuali artigiane)
79 - Sovraimposta di confine sugli spiriti
80 - Sovraimposta di confine sui fiammiferi
81 - Sovraimposta di confine sui sacchetti di plastica non biodegradabili
82 - Sovraimposta di confine sulla birra
83 - Sovrimposta di confine sugli oli minerali
84 - Tassa annuale sulla numerazione e bollatura di libri e registri contabili
85 - Tassa annuale unità da diporto
86 - Tassa erariale sulle merci imbarcate e sbarcate nei porti, rade e spiagge dello Stato
87 - Tassa emissione di anidride solforosa e di ossidi di azoto
88 - Tassa erariale e sbarco merci trasportate per via aerea
89 - Tassa occupazione di spazi e aree pubbliche TOSAP (comunale)
90 - Tassa portuale sulle merci imbarcate e sbarcate nei porti dello Stato
91 - Tassa regionale di abilitazione all'esercizio professionale
92 - Tassa regionale per il diritto allo studio universitario
93 - Tassa smaltimento rifiuti (TARI)
94 - Tassa sulle concessioni regionali
95 - Tassazione addizionale stock option settore finanziario
96 - Tasse e contributi universitari
97 - Tasse scolastiche (iscrizione, frequenza, tassa esame, tassa diploma)
98 - Tributo per l'esercizio delle funzioni di tutela, protezione ed igiene dell'ambiente
99 - Tributo per i servizi indivisibili (TASI)
100 - Tributo speciale discarica

venerdì 6 novembre 2015

Bancarotta Chil Post, chiesta nuova archiviazione per Tiziano Renzi. -

Bancarotta Chil Post, chiesta nuova archiviazione per Tiziano Renzi

Per la procura di Genova, il padre del premier non ha nessuna responsabilità per il crac del 2013 della società di distribuzione e marketing fallita nel 2013. E' questo l'esito dell'approfondimento di indagini disposto dal gip.

Tiziano Renzi, padre del premier, è estraneo al crac della Chil post, la società di distribuzione e marketing fallita nel 2013, tre anni dopo la vendita da parte sua. Ne è convinta la procura di Genova, che ha chiesto nuovamente l’archiviazione, dopo l’approfondimento di indagini disposto dal gip Roberta Bossi.
Tiziano Renzi era stato accusato di bancarotta fraudolenta per quel fallimento, ma alla chiusura delle indagini il pubblico ministero Marco Airoldi non aveva ravvisato responsabilità in capo al padre del capo del governo e così ne aveva chiesto l’archiviazione. Il giudice per le indagini preliminari, accogliendo la richiesta di uno dei creditori della società, aveva chiesto altri approfondimenti dando un mese di tempo, come ricorda l’Ansa. Adesso il giudice potrà chiedere altre indagini, oppure accogliere la richiesta di archiviazione o, ancora, disporre l’imputazione coatta.
Sotto la lente degli investigatori, dopo l’ordinanza del gip, erano finiti i rapporti contrattuali tra il gruppo Tnt e la Chil post. La Chil post era stata dichiarata fallita il 7 febbraio 2013, tre anni dopo il passaggio di proprietà da Tiziano Renzi ad Antonello Gambelli eMariano Massone. Renzi senior era stato accusato di bancarotta fraudolenta per 1,3 milioni di euro. Il curatore fallimentare aveva ravvisato alcuni passaggi sospetti nella cessione di rami d’azienda ‘sani’ alla Eventi Sei, società intestata alla moglie di Tiziano Renzi, Laura Bovoli, per poco più di tre mila euro, cifra non ritenuta congrua. Subito prima della cessione della Chil post, Tnt aveva ridotto la collaborazione con l’azienda e successivamente l’aveva implementa con la Eventi 6. Dalle nuove indagini non sarebbe emerso che questo avrebbe comportato un depauperamento della Chil e così il pm ha chiesto una nuova archiviazione.
Ad ostacolare la chiusura definitiva della vicenda giudiziaria potrebbe essere anche una nuova opposizione all’archiviazione da parte del proprietario dei locali affittati a suo tempo alla Chil che vanta un credito di 5000 mila euro. In tal caso il gip dovrebbe fissare una nuova udienza per ascoltare le parti. Prima della cessione della società, Matteo Renzi, insieme alle sorelle, ne era stato amministratore e dal 1999 al 2004 era stato anche dipendente della Chil spa. Quando l’attuale capo del governo venne eletto presidente della provincia di Firenze (2004), aveva avuto il ‘distacco’ dall’azienda dopo averne ceduto il 40 per cento delle quote e continuò a percepire i contributi lavorativi per nove anni.

Evasione, le nuove soglie di punibilità mandano al macero un fascicolo delle Procure su tre. Festeggiano in 9mila. - Ferruccio Sansa

Evasione, le nuove soglie di punibilità mandano al macero un fascicolo delle Procure su tre. Festeggiano in 9mila

I magistrati milanesi: "Abbiamo chiesto l’archiviazione di 1.200 fascicoli solo per l’omesso versamento dell’Iva. Contestazioni relative agli ultimi quindici mesi”. E nelle altre città non va in modo diverso.

“Abbiamo chiesto l’archiviazione di 1.200 fascicoli solo per l’omesso versamento dell’Iva. Contestazioni relative agli ultimi quindici mesi”. In Procura a Milano sono questi i primi risultati della nuova disciplina sull’evasione che prevede l’innalzamento dei tetti di non punibilità: da 50 a 150mila euro per l’omesso versamento delle ritenute, da 150mila a 250mila per l’Iva. In Procura non si sono fatti cogliere impreparati: “Da mesi avevamo smesso di trasmettere le carte all’ufficio gip”, raccontano i pm. Così in un attimo sono stati cancellati 1.200 fascicoli solo per l’Iva. A questi dovranno essere aggiunti quelli sulle ritenute. E migliaia di fascicoli già a dibattimento: “In tutto prevediamo oltre 3.500 casi”, spiegano in Procura.
Quanti processi tributari finiranno con l’archiviazione? “Trenta per cento”, azzardano a Milano. Ma parlando con pm di tutta Italia si raccolgono previsioni molto varie: dal 20 per cento di Genova fino al 75 del Friuli. In media, secondo i pm, siamo oltre il 30 per cento. Un processo su tre. Anche se molte Procure interpellate dal Fattostanno ancora elaborando le statistiche. I primi dati riflettono le analisi del Sole 24 Ore pubblicate un anno fa: su 38 procure si parlava di circa 9.000 archiviazioni su più di 25mila fascicoli. Milano da sola vale una bella fetta d’Italia. Capitale economica e Procura molto attiva, guida da sempre la classifica dei reati tributari: 2.494 in un anno (al quinto posto c’è Monza, a pochi chilometri di distanza). Seguono Roma (1.785), Torino (1.110) e Napoli (458).
Per i rinvii a giudizio, Milano (1.419) stacca tutti: Roma è a 438. Adesso migliaia di indagini finiranno nel nulla. Un disastro? Le opinioni dei pm, che preferiscono non essere nominati, sono discordanti: “Perdiamo un fascicolo su tre, ma nel caso dell’Iva l’accertamento del mancato pagamento resta”. Insomma, si dovrebbe finire per pagare anche senza reato. Altri pm lombardi non sono d’accordo: “La sanzione penale è un deterrente. Se ci tolgono anche quello, restiamo in mutande”. A Udine il procuratoreAntonio De Nicolo teme che la nuova disciplina possa portare all’archiviazione di tre fascicoli su quattro. Perché un dato così disomogeneo? Semplice, dove il tessuto economico è fondato sulle piccole imprese, come in Friuli e Veneto, l’innalzamento del tetto avrà effetti molto più pesanti. Dove prevalgono le medio-grandi imprese – vedi la Lombardia – si sentirà meno.
E il resto d’Italia? La procura di Torino deve ancora fare un conteggio preciso: “Stiamo facendo un piano con l’Agenzia delle Entrate”, afferma il procuratore capo Armando Spataro. I dati esatti si sapranno la prossima settimana. Il pool di pm specializzati in reati economici, guidato dall’aggiunto Vittorio Nessi, prevede molte centinaia di archiviazioni in arrivo. “Un proscioglimento che – si ribadisce – non vuol dire sempre impunità: resterà la sanzione amministrativa dell’Agenzia delle Entrate”.
“A Genova in pochi giorni abbiamo contato 150 archiviazioni”, raccontano dalla Procura ligure. Siamo tra il 20 e il 25 per cento del totale. Un po’ sotto la media nazionale. A Modena il procuratore capo reggente Lucia Musti ha emanato un ordine di servizio per bloccare tutti i procedimenti penali in questione: gli avvisi di conclusione indagini verranno richiamati indietro ed eventualmente rielaborati in base alla nuova normativa, così come le richieste di rinvio a giudizio. All’Agenzia delle Entrate è stato chiesto di non inviare più le notizie di reato per i casi sospetti (visto che non si tratta più di reato).
Bologna, Firenze, L’Aquila, Napoli e Reggio Calabria stanno elaborando i primi dati. All’Aquila si segnalano le prime archiviazioni. A Napoli i pm, da una statistica fai da te, hanno contato un’archiviazione a testa ogni giorno. Da Vibo Valentia, il procuratore Mario Spagnolo invita alla cautela: “Per valutare bisogna considerare non solo la quantità, ma anche la qualità dei comportamenti contestati”.
In Sicilia le percentuali, dalle primissime stime, non si allontanano da un fascicolo cancellato su tre: “Valutazioni precise sono impossibili. L’impressione è che i processi destinati all’archiviazione siano il 30 per cento”, sostiene Salvatore De Luca, procuratore aggiunto a Palermo. “Intorno al 25 per cento”, dice Francesco Paolo Giordano, procuratore di Siracusa.
“La nuova legge – commenta un pm partenopeo con ironia – svuoterà un poco gli uffici. Farà anche bene ai nostri carichi, cioè il numero di processi fatti. Faremo carriera. Ma anche gli evasori saranno felici. Tutti contenti!”.
(hanno collaborato Andrea Giambartolomei, Vincenzo Iurillo, Giuseppe Lo Bianco, David Marceddu, Lucio Musolino)

giovedì 5 novembre 2015

Xylella, Regione Puglia: “Terreni colpiti non edificabili. Misura contro speculazione edilizia”. - Luisiana Gaita

Xylella, Regione Puglia: “Terreni colpiti non edificabili. Misura contro speculazione edilizia”

La commissione Agricoltura ha approvato l’emendamento presentato dal consigliere Pd Sergio Blasi che per 15 anni vieta il cambio di destinazione d'uso delle zone infettate dal batterio. "E ora una legge contro il divieto di reimpianto degli ulivi imposto dalla Ue”.

Lì dove c’erano gli ulivi non ci saranno villaggi turistici né resort: è guerra alle speculazioni edilizie sui terreni colpiti dalla Xylella fastidiosa. La commissione Agricoltura dell’assemblea regionale della Puglia ha approvato l’emendamento presentato dal consigliere del Partito democratico Sergio Blasi che riscrive la legge 41/2014: per quindici anni i terreni coltivati a uliveti e colpiti dal batterio non potranno cambiare destinazione d’uso. Il testo dovrà passare in Aula, ma i numeri ci sono: a dare il via libera sia la maggioranza che il Movimento 5 Stelle. “Si tratta di una modifica che era necessaria per garantire la continuità dell’uso agricolo dei terreni soggetti a espianto”, ha detto Blasi. Che ha annunciato la prossima battaglia: “Una legge contro il divieto di reimpianto degli ulivi imposto dall’Unione europea”.

Il via libera per il ddl -  La IV Commissione presieduta da Donato Pentassuglia ha quindi approvato a maggioranza l’emendamento che riscrive il primo articolo della legge regionale. “Al fine di garantire la continuità dell’uso agricolo e della destinazione rurale – si legge nel testo – i terreni soggetti a espianto a causa della Xylella fastidiosa, per effetto della decisione di esecuzione 2014/87/EU della Commissione europea, non possono cambiare per 15 anni la tipizzazione urbanistica vigente al momento dell’espianto”. Una sola – e tassativa – eccezione: “Salvo che per la realizzazione di opere pubbliche prive di alternativa localizzativa – recita il primo articolo così modificato – e necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente”. In soldoni: opere fondamentali alle quali non ci siano alternative.

La tutela della tradizione - “Dopo il passaggio in Consiglio regionale di questo emendamento, non sarà consentito a nessuno di speculare sulla tragedia della Xylella”, ha dichiarato Blasi. Il consigliere del Pd ha posto l’accento sul ruolo di tutte le istituzioni, dalla Regione al governo. “Bisogna pensare alle risorse economiche – ha spiegato a ilfattoquotidiano.it – eppure nel Piano di Sviluppo Rurale non si fa cenno a questa emergenza. Allo stesso modo il governo deve investire nella ricerca, anche perché ogni giorno si scoprono nuovi focolai sempre più a Nord. Per fermare il Co.di.r.o (Complesso Disseccamento Rapido dell’Olivo) non abbiamo altra arma che il sapere scientifico. Tutto il resto, comprese le eradicazioni, sono misure tese a contenere – con scarsi risultati – il propagarsi della malattia, ma non a fermarla”. La nuova legge “mette nero su bianco il divieto di cambiare la destinazione d’uso di quei suoli” ha dichiarato il consigliere. E questo significa “affrontare la gravità della situazione con il fermo obiettivo di continuare a puntare sullo sviluppo agricolo e paesaggistico del Salento e della Puglia”.

La nuova battaglia - Ma Blasi ha lanciato anche un’altra sfida: “La prossima battaglia da vincere è quella sulla rimozione del divieto di reimpianto degli ulivi, imposto dall’Unione europea e giustamente contestato dagli olivicoltori salentini”. Il consigliere regionale promotore dell’emendamento si è già schierato con i produttori che contestano al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina di non essersi imposto di fronte ai diktat di Bruxelles. E il piano Silletti? “Trovo francamente incomprensibile – è la posizione di Blasi – eradicare piante sane, solo perché si trovano nel raggio di cento metri da quelle infette. La Comunità europea dovrebbe ricordare di non aver saputo evitare con le esportazioni che si arrivasse a questa situazione e dovrebbe tener presente che l’Italia è vittima nella vicenda Xylella. Poi si può discutere sui ritardi, che pure ci sono stati”.

Le teorie del complotto - Leggi, divieti e piani d’emergenza da un lato. Gasdotto tap, proteste, e metanodotto Snam dall’altro. In questi mesi l’emergenza Xylella si è intrecciata con altre annose questioni. C’è chi, come il Comitato No Tap, bolla come “una strana coincidenza” il fatto che i focolai di Xylella siano sul tracciato del gasdotto Snam (che dovrebbe collegare il Tap di Melendugno allo snodo di Mesagne, in provincia di Brindisi) e c’è anche chi pensa che la modifica alla legge sia l’ennesimo tentativo di ostacolare la costruzione del gasdotto Tap.

“Non sono per le teorie del complotto – ha dichiarato Blasi – mi baso sulla scienza. Posso dire che l’emendamento ha avuto lo scopo di evitare speculazioni e non di bloccare questa o quell’opera”. Eppure secondo Blasi l’Italia ha due diverse velocità quando si tratta di imporsi a livello comunitario. “Mi chiedo cosa impedisca di far arrivare quel tubo sotto la centrale di Cerano – ha spiegato – dove si potrebbe iniziare a utilizzare il gas invece del carbone. In questo modo non si trae alcun beneficio”. Il risultato? “Non si capisce per quale ragione dobbiamo rispettare la direttiva europea sul divieto di reimpianto e non dobbiamo seguire quella che chiede l’avvio di un processo di decarbonizzazione”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/03/xylella-regione-puglia-terreni-colpiti-non-edificabili-misura-contro-speculazione-edilizia/2186122/

Inps dichiara guerra alla povertà con tagli a pensioni d'oro e vitalizi.

Tito Boeri © ANSA

La proposta di legge è stata presentata al governo. Si punta a combattere la povertà sostenendo gli over 55 che non hanno maturato i requisiti per la pensione.

Roma, 5 novembre 2015 - Togliere ai ricchi per dare ai poveri. Ovvero ridurre le pensioni d'oro per sostenere gli over 55 che non hanno maturato i requisiti. E' questa, in estrema sintesi, la proposta di legge che l'Inps ha presentato al governo. Nel documento, in 16 articoli, si affronta il sistema previdenziale e assistenziale a 360 gradi, senza escludere - ad esempio - il ricalcolo dei vitalizi e delle pensioni dei sindacalisti. Il tutto "Non per cassa ma per equità", come è scritto nel titolo del documento stesso. Ecco alcuni dei punti principali della proposta.
OVER 55 - L'Inps si preoccupa di abbattere la povertà riducendola almeno del 50% fra chi ha più di 55 anni e non ha ancora maturato i requisiti per la pensione. In che modo? Attingendo a risorse dai "circa 250.000 percettori di pensioni elevate" legate all'appartenenza a gestioni speciali e non giustificate dai contributi versati, da "più di 4.000 percettori di vitalizi per cariche elettive" e da "circa 30.000" lavoratori "con lunghe anzianità contributive", e che hanno iniziato a lavorare dopo i 18 anni, che subirebbero decurtazioni dell'assegno "fino al 10%" se decidessero di accedere a pensioni anticipate. Il tutto per consentire di istituire un reddito minimo garantito pari a 500 euro al mese (400 nel 2016 e nel 2017) per una famiglia con almeno un componente over 55.
TAGLI AI RICCHI - La proposta prevede il taglio di trasferimenti assistenziali destinati a circa 230.000 famiglie ad alto reddito (appartenenti perlopiù al 10% della popolazione con redditi più alti) in virtù di una scorretta selettività. 
VITALIZIA partire da gennaio i vitalizi per cariche elettive vanno ricalcolati, per l'Inps, secondo il metodo contributivo oggi applicato a tutti i nuovi lavoratori. In altre parole, ai titolari di vitalizi elevati viene chiesto di convergere al trattamento che avrebbero avuto applicando le regole del sistema contributivo ai versamenti per i loro vitalizi.
SINDACALISTISecondo l'istituto non è "più possibile per i dirigenti sindacali applicare alla contribuzione aggiuntiva le regole di calcolo più vantaggiose presenti per la gestione pubblica fino al 1992".
In generale, secondo l'Inps, la proposta aumenta la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale, rendendolo più equo. "Le misure Inps - è scritto - vanno a beneficio dei contribuenti attuali e futuri in quanto riducono il debito pensionistico implicito". "Dal punto di vista congiunturale - continua l'Inps - ha un contenuto espansivo ma senza mettere a rischio la tenuta dei nostri conti pubblici dato che complessivamente porta a ridurre il debito pubblico".