domenica 2 giugno 2019

Insider trading.

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Con il termine inglese insider trading si intende la compravendita di titoli (valori mobiliari: azioni, obbligazioni, derivati) di una determinata società da parte di soggetti che, per la loro posizione all'interno della stessa o per la loro attività professionale, sono venuti in possesso di informazioni riservate non di pubblico dominio (indicate come "informazioni privilegiate"). Simili informazioni, per la loro natura, permettono ai soggetti che ne fanno utilizzo di posizionarsi su un piano privilegiato rispetto ad altri investitori del medesimo mercato. In questo senso si parla anche di asimmetria informativa. L'insider trading in senso stretto è quindi un reato.

I due tipi di insider trading.
Due diversi tipi di negoziazioni possono essere ricompresi nella dizione di insider trading:

la negoziazione di titoli di un'azienda (per esempio, azioni o opzioni) basata su informazioni materiali non di pubblico dominio da parte di soggetti sia interni (insider) sia esterni all'azienda in oggetto: questa pratica è illegale in molte giurisdizioni; ad esempio in quella statunitense è denominata abuso di informazioni privilegiate (market abuse);

la negoziazione di titoli di una determinata azienda da parte di soggetti interni alla stessa (insider), ma non basata su informazioni privilegiate: questa pratica, indicata anche come insider dealing, è considerata legale, ma in molte legislazioni è soggetta a vincoli informativi sulle negoziazioni effettuate, vincoli da adempiere mediante la tempestiva comunicazione agli organi preposti al controllo delle transazioni sul mercato borsistico quali, per esempio, la Securities and Exchange Commission negli Stati Uniti e la CONSOB in Italia.

La normativa italiana e il reato di manipolazione del mercato.
Il concetto di insider trading ha trovato diverse applicazioni nell'ordinamento italiano, in particolare nel Testo Unico della Finanza (TUF). Un reato spesso accostato alle fattispecie di insider trading è il cosiddetto aggiotaggio, in termini tecnici conosciuto come manipolazione del mercato.

Altre normative in materia di abuso di informazioni privilegiate.
Negli Stati Uniti non esiste una norma federale generale che proibisca direttamente la pratica dell'insider trading, ma la possibilità giuridica di perseguire tale tipo di transazioni deriva dall'interpretazione che è stata data dalla Corte Suprema alla "Sezione 16(b)" del Securities Exchange Act del 1934 e alla "Regola 10b-5" della SEC recante norme in materia delle frodi relative alla compravendita di valori mobiliari. In effetti la pratica dell'insider trading è stata considerata legale negli USA fino agli anni sessanta. L'Unione europea ha disciplinato la materia tramite la Direttiva 2003/6/CE del 28 gennaio 2003[1] relativa all'abuso di informazioni privilegiate e alla manipolazione del mercato, direttiva accolta nella legislazione italiana con le modifiche apportate al Testo unico sulla finanza (TUF).

Il reato di abuso di informazioni privilegiate.
In Italia l'abuso di informazioni privilegiate è attualmente disciplinato dal decreto legislativo del 24 febbraio 1998 n. 58[2] che ha recepito, tramite la legge comunitaria del 2004, le indicazioni contenute nella norma europea.

Ai sensi del disposto di cui all'art.184 del TUF compie il reato di abuso di informazioni privilegiate:

«[...] chiunque, essendo in possesso di informazioni privilegiate in ragione della sua qualità di membro di organi di amministrazione, direzione o controllo dell'emittente, della partecipazione al capitale dell'emittente, ovvero dell'esercizio di un'attività lavorativa, di una professione o di una funzione, anche pubblica, o di un ufficio:

a) acquista, vende o compie altre operazioni, direttamente od indirettamente, per conto proprio o per conto di terzi, su strumenti finanziari utilizzando le informazioni medesime;
b) comunica tali informazioni ad altri, al di fuori del normale esercizio del lavoro, della professione, della funzione o dell'ufficio;
c) raccomanda od induce altri, sulla base di esse, al compimento di taluna delle operazioni indicate nella lettera a).»

Il delitto è punito con la reclusione da due a dodici anni e con la multa da ventimila a tre milioni di euro.

L'articolo 181, comma 1, specifica cosa debba intendersi per informazione privilegiata:

«[...] si intende un'informazione di carattere preciso, che non è stata resa pubblica, concernente, direttamente o indirettamente, uno o più emittenti strumenti finanziari od uno o più strumenti finanziari, che, se resa pubblica, potrebbe influire in modo sensibile sui prezzi di tali strumenti finanziari.»

Il regolamento Ue n. 596/2014 e la direttiva 2014/57/Ue sono destinati ad adeguare ai principi europei il diritto punitivo interno per quanto concerne la fattispecie di abuso di informazioni privilegiate e l'ipotesi di manipolazione del mercato, prevedendo una gradualità delle pene in base alla gravità delle condotte, pene che vanno dalla sanzione amministrativa fino alla detenzione vera e propria.

https://it.wikipedia.org/wiki/Insider_trading

Aggiotaggio.

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L'aggiotaggio (dal francese agiotage, derivante a sua volta dall'italiano aggio ovvero cambio di valore) è un reato disciplinato dal codice penale italiano. L'articolo 501, intitolato "Rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio", recita:

Chiunque, al fine di turbare il mercato interno dei valori o delle merci, pubblica o altrimenti divulga notizie false, esagerate o tendenziose o adopera altri artifizi atti a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo delle merci, ovvero dei valori ammessi nelle liste di borsa o negoziabili nel pubblico mercato, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da euro 516 a 25.822
Se l'aumento o la diminuzione del prezzo delle merci o dei valori si verifica, le pene sono aumentate. Le pene sono raddoppiate:

1. se il fatto è commesso dal cittadino per favorire interessi stranieri;
2. se dal fatto deriva un deprezzamento della valuta nazionale o dei titoli dello Stato, ovvero il rincaro di merci di comune o largo consumo.

Le pene stabilite nelle disposizioni precedenti si applicano anche se il fatto è commesso all'estero, in danno della valuta nazionale o di titoli pubblici italiani.
La condanna importa l'interdizione dai pubblici uffici».

L'etimologia del termine è solitamente riferita alla parola in francese agiotage[1][2], derivata dal sostantivo italiano aggio, inteso come «vantaggio, opportunità che si dà o si riceve per aggiustamento della valuta di una moneta a quella di un'altra, ovvero per barattare la moneta peggiore nella migliore»[3].

Inoltre è regolato dall'art. 2637 del Codice Civile:
«Chiunque diffonde notizie false, ovvero pone in essere operazioni simulate o altri artifici concretamente idonei a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari, quotati o non quotati, ovvero ad incidere in modo significativo sull'affidamento che il pubblico ripone nella stabilità patrimoniale di banche o di gruppi bancari, è punito con la pena della reclusione da uno a cinque anni».
Con operazioni di aggiotaggio è possibile trarre grandi profitti illeciti, provocando conseguentemente danni economici agli altri operatori sul mercato.

Prescrizione.
Il reato di aggiotaggio si prescrive in sei anni; l'art. 157 c.p. (norma che disciplina la prescrizione nei reati) è stato riscritto dalla Legge n. 251 del 2005. Attualmente, dunque, la prescrizione estingue il reato decorso il tempo corrispondente al massimo della pena edittale stabilita dalla legge e comunque un tempo non inferiore a sei anni se si tratta di delitto e a quattro anni se si tratta di contravvenzione, ancorché puniti con la sola pena pecuniaria. Dunque, l'aggiotaggio, essendo sanzionato nel massimo con la reclusione fino a tre anni, si prescrive in sei anni. Se invece interviene uno dei cosiddetti atti interruttivi della prescrizione elencati in modo tassativo dall'art. 160 c.p., il tempo necessario a prescrivere aumenta fino ad un massimo di un quarto, ossia fino a sette anni e mezzo.

https://it.wikipedia.org/wiki/Aggiotaggio

“Se la gente sapesse che cos’è lo spread, scoppierebbe la violenza nelle strade” - Roberta Dejana

Un Grande Nando Ioppolo. “Che cos’e li spread… io penso che se la gente lo sapesse scoppierebbe la guerra nelle strade da oggi a domani “ SPREAD, LA TRAPPOLA MORTALE In una recente intervista il Professor Nando Ioppolo (avvocato ed Economista, recentemente scomparso), sostiene che lo SPREAD é una cosa che se la gente sapesse cos’é, molto probabilmente scoppierebbe la violenza nelle strade perché sullo SPREAD é stata fatta una campagna mediatica vergognosa basata sulla bugia.
Ioppolo spiega che il gioco inizia dalla BCE ( Banca Centrale Europea) che presta alle banche private allo 0,75% tutti gli euro che gli richiedono per qualunque motivo glieli richiedono. Dopodiché la banca (UNICREDIT nell’ esempio del Professore), con questo 0,75 ci compra i BTP che tecnicamente dovrebbero essere allo 0,76. Perché allora al 5 %? Perché così la Banca ci può speculare.
Quindi il dissanguamento generale dei cittadini italiani viene fatto per far arricchire i privati. Il funzionamento di questo indice (SPREAD) é abbastanza complesso. Se un BTP ha un funzionamento del 2 % ed ha un Valore Nominale di 100, va venduto a 98. Come farlo arrivare al 5 % ? E’ molto semplice.
Se l’ Italia fallisce ? Oggi vediamo le tv nazionali parlare di agenzie di rating come Standard & Poor’s che parlano di declassamento, andamento finanziario di un paese. Ora, se queste agenzie dicono che l’ Italia fallisce, l’ investitore o la banca vorrà assicurarsi sul fallimento dello stato e quindi comprerà un certificato assicurativo sui BTP chiedendo uno sconto che gli consente di acquistare il certificato assicurativo, il CDS (Credit Default Swap). Se lo Spread é a 300 (3 %), il BTP di Valore Nominale 100 che dovrebbe essere venduto a 98 viene venduto a 95. Ma sorge un problema: Perché le banche e gli investitori non comprano i CDS?
Non credono nel fallimento dell’ Italia ? Ma allora tutto questo é una balla per spaventare? A quest’ ultima domanda, Nando Ioppolo risponde che lo SPREAD é stato usato, oltre che per strumento di speculazione, anche per fine politico, ovvero per poter scalzare qualcuno che fa resistenza e mettere al suo posto qualcuno che di resistenza non ne fa. E ne abbiamo avuto un esempio con il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che ha fatto dello SPREAD uno spauracchio, qualcosa di imprescindibile, forse per ingenuità, forse perché non conosce l’ economia. Sui CDS va fatto un discorso a parte. E’ vero che nessun acquirente dei BTP compra i CDS per assicurarsi sul fallimento dell’ Italia, ma é anche vero che molti speculatori e molti investitori di BTP comprano CDS senza usare i BTP, perché essi non sono un derivato assicurativo di copertura ma uno strumento di speculazione usato appunto per far utilizzare lo SPREAD per poterci guadagnare e costringere il popolo italiano a sacrifici, a stringere la cinghia per poterci speculare sui CDS. Questo porta ad un disastro pazzesco sia politico che economico, i disoccupati continuano ad aumentare ma le banche e gli speculatori continuerebbero a speculare su BTP e CDS e far in modo che lo SPREAD si alzi per poter aumentare i loro guadagni .
Secondo i dati Istat del 2009 ( prima dello SPREAD), abbiamo avuto una spesa pubblica di 500 miliardi, degli Oneri Finanziari ( soldi che lo Stato da alle banche per i servizi ) di 130 miliardi e 80 miliardi di Interessi sui BTP. Sul PIL di 1820 miliardi vanno tolti i servizi bancari e gli interessi e in questo caso sono 210 miliardi che lo Stato ha dato alle banche per chissà quale motivo. Ha senso ? Ha senso che i cittadini italiani si dissanguino, paghino più tasse, stringano la cinghia solo per arricchire le banche?
E perché nessuno ha mai parlato di come si possa contenere o arginare lo SPREAD? Secondo il Professor Ioppolo per contenere lo SPREAD basterebbero 2 cose: 1 effettuare il collocamento alla giapponese ovvero sia obbligare le banche sul territorio dello stato ad agire ad un tasso ridotto. 2 Obbligare la BCE a prestarci allo 0,75% e far acquistare i BTP allo 0,76%. Ci sarebbe un risparmio di 70 miliardi l ‘anno. Purtroppo queste cose la gente non sa o fa finta di non sapere oppure é colpa della campagna di disinformazione in atto, che é complice, di giornali e televisioni complici che non raccontano la verità.
Persone come Nando Ioppolo hanno speso la loro vita a cercare di far capire il sistema truffaldino di speculatori e banche assassine che continuano la loro politica di dissanguamento e Austerità che non porteranno mai da nessuna parte, solo a morte e distruzione, e ci chiediamo, quante vite debbano ancora essere spezzate affinché qualcuno possa veramente pensare al bene dell’ Italia.

sabato 1 giugno 2019

Cina: prototipo treno a levitazione magnetica da 600 km/h.



(ANSA-XINHUA) - QINGDAO (CINA), 23 MAG - La Cina ha svelato un prototipo di treno a levitazione magnetica con una velocità massima progettata di 600 chilometri all'ora. Il modello è uscito oggi dalla linea di produzione nella città orientale di Qingdao.
    Secondo Ding Sansan, capo del team di ricerca e sviluppo del progetto e vice capo ingegnere del costruttore ferroviario CRRC Qingdao Sifang Co., responsabile della realizzazione del treno, questo prototipo di prova può controllare e ottimizzare le tecnologie fondamentali e i componenti chiave del sistema centrale del treno a levitazione magnetica ad alta velocità.
    Questo modello può gettare le basi tecnologiche per il prossimo prototipo d'ingegnerizzazione. "Il prototipo ha ormai raggiunto la levitazione statica ed è in buone condizioni", ha detto Ding.
    Secondo l'ingegnere, la compagnia responsabile della realizzazione del prototipo sta attualmente costruendo un centro sperimentale e un centro di produzione di prova per treni a levitazione magnetica ad alta velocità, che prevede di mettere in funzione nella seconda metà dell'anno. La ricerca e lo sviluppo di un prototipo d'ingegnerizzazione a cinque carrozze stanno procedendo senza ostacoli, secondo Ding.
    Si prevede che il prototipo d'ingegnerizzazione uscirà dalla linea di produzione nel 2020. Nel 2021, dovrebbe poi essere sottoposto a test completi per concluderne la verifica integrata. (ANSA-XINHUA)


http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/dalla_cina/2019/05/23/cina-prototipo-treno-a-levitazione-magnetica-da-600-kmh_dabc5430-1d7a-4ad9-b88c-39851ab3d9c4.html

Fiat Chrysler investirà 4,5 miliardi in Michigan per nuovi suv di Jeep.

FCA

FCA, sede fiscale in Olanda, sede legale a Londra, investirà 4,5 miliardi di euro in USA, creando là 21.000 posti di lavoro. 

Lo dico per quelli che prendono una Fiat al grido di “Io compro italiano”.Il gruppo italo americano ha annunciato un investimento da 4,5 miliardi di dollari per la costruzione di nuovi suv Jeep in Michigan.

Fiat Chrysler ha annunciato nelle scorse ore che investirà 4,5 miliardi di dollari in cinque stabilimenti e creerà dai 6.500 ai 21.000 posti di lavoro nel Michigan, tra cui la trasformazione di una fabbrica di motori a Detroit in un impianto di assemblaggio per espandere la sua popolare linea di modelli Jeep e produrre modelli ibridi e completamente elettrici. La mossa arriva in un momento in cui il mercato statunitense sembra destinato a calare, con le vendite di nuovi veicoli del 2019 che dovrebbero scendere al di sotto dei livelli del 2018.

Ma l’amministratore delegato di Fiat Chrysler, Mike Manley, ha dichiarato in una conference call con i giornalisti che gli investimenti della società sono focalizzati sui SUV, un’area “destinata a continuare a crescere”. I piani di FCA includono la trasformazione di una fabbrica di motori a Detroit in un impianto di assemblaggio. Il gruppo italo americano ha detto che i piani includono investimenti per consentire a tre stabilimenti del Michigan di produrre modelli Jeep ibridi e completamente elettrici. Manley ha detto che questi modelli ibridi o modelli elettrici potrebbero essere disponibili entro la fine del 2021.

Fiat Chrysler prevede di iniziare la costruzione del nuovo impianto a Detroit da 1,6 miliardi di dollari nel terzo trimestre del 2019. In questo stabilimento FCA inizierà la produzione di un nuovo SUV a tre file entro la fine del 2020, seguito da una versione rinnovata del Grand Cherokee nella prima metà del 2021. I piani includono anche un investimento di 900 milioni di dollari per modernizzare e riorganizzare un altro stabilimento di Detroit per realizzare Dodge Durango e Jeep Grand Cherokee.

Tutto bello no? E l’Italia?

Ripeto, dico tutto questo per quelli che prendono una Fiat al grido di “Io compro italiano”.

https://ilfastidioso.myblog.it/2019/05/06/fca/?fbclid=IwAR2IBzgTCwnGtPcjFJTzwiln-HcVtEpGkLNOIgeEt-RPNKWSQf9WBiQFcCE

I segreti di Montreux. - Debora Gandini

Luca Palamara, Filippo Facci e la verità sul "sottobosco delle nebbie": cosa c'è dietro la guerra tra le toghe. - Filippo Facci

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Ci sono dei magistrati che indagano su altri magistrati accusati di aver favorito o danneggiato altri magistrati, e per il resto, se arrivate in fondo a questo articolo, siete degli eroi. Già fatichiamo a render conto di forze politiche che bene o male conosciamo - addirittura votiamo - benché occupate dal personale più dilettantesco di sempre: figurarsi che cosa può impicciarvene, ora - meno che mai - di burocrati che nessuno o quasi conosce, gente autoriferita, non eletta, invischiata nella propria corporazione e abituata a cantasela, suonarsela e arrestarsela: la magistratura, ma quella di potere, quella correntizia e para-politica, quella al centro della cagnara impazzita che abbaia a margine della prossima elezione del procuratore capo di Roma.

Parliamo di un sottobosco che resta un porto delle nebbie (da sempre) e dove il controllo mediatico-sociale è ridotto al minimo, le opinioni si mischiano alle notizie - ieri lo spiegava bene Bruno Tinti, ex magistrato, su ItaliaOggi - e ci sono veline che diventano articoli, cordate di cronisti che pubblicano e contro-pubblicano per logiche di parte, notizie che starebbero in tre righe con presunti retroscena che ne occupano ottanta. Scusate l' introduzione, ma era necessaria.
Dopodiché le notizie, dicevamo, sono poche, anche se i cronisti, per ottenere spazio, cercano di convincere i capo-cronisti che a Roma stia succedendo di tutto, e che questo faccia parte di piani e complotti per favorire o sfavorire la nomina di tizio e di caio al vertice della Procura di Roma, ora che Roberto Pignatone è andato in pensione.
Una notizia l' abbiamo data ieri: Luca Palamara, magistrato, ex segretario dell' Associazione magistrati, ex Csm, leader della corrente Unità per la Costituzione, è indagato a Perugia per corruzione. Ci sono nuovi particolari. L' accusa indaga sui suoi rapporti con Fabrizio Centofanti (area Pd, arrestato e poi scarcerato nel febbraio 2018 per frode fiscale, capo delle relazioni istituzionali di Francesco Bellavista Caltagirone sino al 2012) il quale Centofanti avrebbe avuto, con Palamara, un rapporto disinvolto fatto di viaggi e di «regali galanti».

La perquisizione. La procura di Perugia indaga anche sui rapporti di Palamara e Centofanti con tal avvocato Piero Amara, un palermitano a sua volta coinvolto nelle indagini sulle sentenze comprate al Consiglio di Stato e su alcune inchieste depistate riguardanti l' Eni. Sono stati perquisiti l' abitazione e gli uffici di Palamara, l' abitazione del suo commercialista e anche quella di Adele Attisani, amica del magistrato. Altri avvisi di garanzia (tutti per concorso in corruzione) hanno raggiunto il citato Pietro Amara e il suo avvocato Giuseppe Calafiore, oltre, naturalmente, a Fabrizio Centofanti. Ora: nonostante tutti i giornali abbiano messo in relazione l' indagine su Palamara (eccetera) con valenze politico-dietrologiche legate a questa o quest' altra nomina romana, è venuto fuori che l' indagine di Perugia riguarda fatti che con la Capitale non c' entrano niente: l' obiettivo della corruzione sarebbe stato il danneggiare un ex pm di Siracusa, Marco Bisogni, già oggetto di vari esposti di Amara e Calafiore nonché di un procedimento disciplinare contro la cui archiviazione Palamara, da membro del Csm, si oppose, anzi, chiese l' incolpazione di Bisogni che poi fu assolto.

Pilotare nomine. Più in generale, Amara e Calafiore avrebbero corrotto Palamara affinché «mettesse a disposizione la sua funzione di membro del Csm, favorendo nomine di capi degli uffici cui erano interessati». A parte questo, ora tutti vogliono sapere di quali «viaggi galanti» stiamo parlando, vista l' ambiguità dell' espressione. In pratica, indagando su Fabrizio Centofanti nel dicembre scorso, sono saltati fuori quattro viaggi-weekend in Toscana, Sicilia, Ibiza e Dubai: alla presenza di Luca Palamara nonché di suoi familiari e conoscenti.
Ha pagato Centofanti, anche se Palamara - informalmente - nega, e dice che lui rimborsava tutte le spese, compresa, evidentemente, quella per un «anello non meglio individuato del valore di 2 mila euro in favore della sua amica Adele Attisani», indagata.
Palamara invece è indagato in realtà da dicembre, anche se l' iscrizione è saltata fuori adesso (a parte un articolo solitario del Fatto Quotidiano risalente al 27 dicembre scorso) perché le carte, intanto, sono arrivate in quel colabrodo che è il Csm. Ad arricchire c' è una notizia di ieri: la Procura di Perugia, nella sua indagine su Palamara, ha indagato anche il suo collega Stefano Rocco Fava (favoreggiamento e rivelazione del segreto di ufficio) oltre al consigliere del Csm Luigi Spina (stesse accuse). Fava, in pratica, avrebbe spifferato a Palamara che a Perugia lo stavano indagando, e poi l' avrebbe aiutato: questo «rispondendo alle plurime e incalzanti sollecitazioni» di Palamara e «specificandogli che gli accertamenti erano partiti dalle carte di credito dell' imprenditore Fabrizio Centofanti e si erano estesi alle verifiche dei pernottamenti negli alberghi». Il favoreggiamento, invece, sarebbe legato a un' altra indagine del 2016 su Palamara «in relazione a profili di mancata astensione dei predetti procuratori», e in cui Rocco Fava «aiutava Palamara ad eludere le investigazioni a suo carico».
complotti vari Vien da dire che le notizie finiscono qui - non che sia poco - anche se ad addensare le nebbie romane, sulla stampa, potreste trovare infinite altre «notizie» che si cerca di appiccicare allo sfondo della prossima nomina del procuratore capo di Roma, e, in particolare, a corredo di un presunto complotto per danneggiare il candidato Francesco Lo Voi (attuale procuratore capo di Palermo) e favorire invece Marcello Viola (attuale Procuratore Generale a Firenze). In realtà, tra chiacchiericci e vari esposti incrociati di tizio contro caio, e pettegolezzi sulle cene di sempronio e i conflitti d' interesse di altri ancora, nulla avvalora la tesi di nessun complotto. A parte Roma, che è un complotto di per sé.