mercoledì 26 agosto 2020

Dai dipendenti alla doppia diagnosi sbagliata di Zangrillo: cosa non torna. - Selvaggia Lucarelli

Dai dipendenti alla doppia diagnosi sbagliata di Zangrillo: cosa non torna

Il caso Briatore - Il 19 agosto dice: “Ho avuto la febbre”. Al Billionaire test fatti per tempo?
Sembra che le condizioni di Flavio Briatore, ricoverato da ieri al San Raffaele con il Covid (confermato per tutto il giorno dall’ospedale e dunque smentito in serata dalla Santanchè), siano stabili e giudicate buone. E chi scrive è felice per due motivi: il primo è che per quanto possa essere sgradevole e arrogante, auguriamo a Briatore salute, fortuna e gnocca in quantità e il più a lungo possibile. Il secondo è che ci deve spiegare un po’ di questioni e per farlo avrà bisogno di energie e lucidità, perché le cose che non tornano sono parecchie.
Sorvoliamo sulla quantità di sue ultime parole famose (“la movida non fa danni”, “chiedo scusa ai nostri dipendenti per essere amministrati da gente così”, “l’economia è trucidata da gente che non fa un cazzo nella vita” e così via) e passiamo alla faccenda più spinosa e cioè alla sua condotta. Al Billionaire, al momento, ci sono più di 60 persone positive tra i dipendenti. Le prime domande sono: erano tutti asintomatici? Possibile che nessuno avesse avuto mezzo sintomo? Venivano monitorati, vista la notevole quantità di dipendenti? E ogni quanto, dal momento che hanno avuto il tempo di contagiarsi in 60? Perché potrebbero esserci dei risvolti penali nella vicenda, a meno che non si dimostri di aver adottato ogni precauzione. E qui però sorge il dubbio. In un’intervista a Nicola Porro del 19 agosto, quindi due giorni dopo la chiusura delle discoteche e già in collegamento da Montecarlo, un infuriato Briatore spiegava “Io ho parlato stamattina con Zangrillo, mi ha detto: ‘È un raffreddore’. Io l’altro giorno ho avuto anche la febbre… era un raffreddore, non esistono più raffreddori, tumori e polmoniti, è tutto Coronavirus!”. Quindi Briatore in Sardegna ha avuto la febbre, ma ha continuato a fare vita sociale e viaggiare. E questo in virtù di una diagnosi telefonica del professor Alberto Zangrillo, quello che “il virus è clinicamente morto”. Si vede che il virus al Billionaire è clinicamente resuscitato. Sarà il Cristal.
Non solo. Briatore vola a Montecarlo ed evidentemente non sta ancora bene, per cui va a Milano per farsi controllare dal suo medico di fiducia Zangrillo, al San Raffaele. Quindi, con sintomi riconducibili al Covid, anziché starsene in isolamento e rivolgersi alla sanità sarda, ha continuato a frequentare locali e persone e ha viaggiato tra Sardegna, Montecarlo e Milano (con che mezzi?), facendo dirette dal suo locale di Montecarlo Crazy Pizza, quello con la pizza anemica.
Nel mentre, accusava politici, virologi e giornalisti di essere degli allarmisti un po’ coglioni che tenevano per le palle il paese. A tutta questa imbarazzante situazione si aggiunge il fatto che a marzo Briatore aveva raccontato in tv di aver avuto già il Covid perché a dicembre quando ancora non si parlava di Coronavirus era stato male e sempre Zangrillo, con senno di poi, lo aveva chiamato a emergenza scoppiata dicendogli: “Quello era sicuramente Covid”. Insomma, una seconda diagnosi telefonica sbagliata, questa volta pure retroattiva. C’è da chiedersi se Zangrillo operi via whatsapp, a questo punto. E c’è da chiedersi cosa dirà Briatore quando starà bene. Perché la medicina gli salverà la vita, per fortuna, ma a salvare la faccia dovrà pensarci da solo. E l’operazione potrebbe non riuscire, questa volta.

I tesori (Para)blasfemi vanno condivisi, è egoista mantenere il segreto. - Daniele Luttazzi


L'inutile stupidità della bestemmia | VentoTagliente

Due settimane fa, affidandomi all’intelligenza collettiva, vi ho invitato a ricordare le bestemmie aggirate dell’infanzia, tipo “Dio svizzero!”, e avete risposto in massa. Non ne dubitavo. Scelgo dunque fior da fiore, rinnovando l’appello alle regioni latitanti, che custodiscono tesori blasfemi di cui sarebbe solo egoista mantenere il segreto. Come tutti sanno, di solito la parabestemmia usa vocaboli assonanti (Maremma e madosca per Madonna; zio, tio, due, diesel, dinci per Dio; ostrega per ostia). Roberto Corbari scrive che, quando giocava nella squadra di basket di Gualtieri (RE), avevano un presidente che odiava le bestemmie. E poiché “il discorso non scorre correttamente, senza bestemmie-intercalari”, per evitare multe salate ne usavano alcune “che porto ancora nel cuore. Le più azzeccate erano Orto mio, Porco bio, Bio porco, e soprattutto Porta ’na donna”. Giuliano Valla ricorda l’antico Porca madosca. (Che nostalgia! La diceva pure mio nonno, ma mia madre lo costrinse a controllarsi dopo che lanciai un porca madosca a un pranzo di Natale. “E questa dove l’hai imparata?” “Dal nonno”. Avevo quattro anni). Maurizio Moretti cita zio cannone e zio canaglia (nello Spezzino), e il sublime “zio sacco di riso porco dieci volte al chicco” (in Toscana). Stefano Valori assicura che il “dio lucchese” di suo nonno era una bestemmia “assai poco aggirata e molto diretta. Vivo a Fucecchio, la simpatia per i lucchesi è tale che un tipo particolare di rovi che si trovano nei nostri boschi, dalle spine particolarmente dolorose in caso di puntura, sono detti pruni lucchesi. C’è poi un epiteto, dalle nostre parti, che condensa in sé quattro offese: macalupente (maiale, cane, lupo e serpente). Caduto in disuso, quando ero bambino i vecchi lo rivolgevano alle varie persone della divinità. Che molti toscani siano grossi bestemmiatori non dipende dal fatto che siano particolarmente accaniti contro la religione, ma dalla grande confidenza. Da noi, il prendersi in giro, la battuta e anche l’offesa sono molto più frequenti e meno pesanti (il permaloso viene subito emarginato) che nel resto d’Italia. Il fatto quindi che, secondo la religione cristiana, Dio si sia fatto uomo, lo relega a prendersi battute e offese come tutti”. Giulio Pagliaricci scrive: “Sono di Pescara e qui vicino c’è una frazione che si chiama Sambuceto. All’età di 8 anni sentii esclamare ‘mannaggia Sambuceto’. Mi parve subito perfetta. Alla prima occasione la usai, ero agli scout, facevo il lupetto. I capi mi fecero una delle più grandi cazziate della mia vita! Non so se è perché l’ho detta talmente bene da sembrare vera o perché era troppo perfetta e li ho spiazzati”. Gianluca Petracci: “Mio padre dice spesso ‘porco diiiii…’ e se mia madre rischia di sentire, conclude con ‘…avolo sporco’. Alle medie, un mio compagno di banco, Romagnoli, per avvicinare il suo banco al mio senza fare rumore lo solleva di peso e lo poggia sopra il mio piede, esattamente sul mellino, rompendomi l’unghia. In preda al dolore sono balzato in piedi esclamando: ‘Romagno’, la focaccia de mammeta!’ La prof mi mise una nota: ‘L’alunno Petracci invoca ad alta voce l’organo riproduttivo della madre dell’alunno Romagnoli’. Inoltre, mi mandò dal preside, che generosamente mi assegnò due giorni di sospensione con obbligo di frequenza, fregandosene del fatto che le mie Converse bianche erano sporche di sangue”. Ne avete altre? Scrivetemi, porca madosca, no? (lettere@ilfattoquotidiano.it).

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/08/26/i-tesori-parablasfemi-vanno-condivisi-e-egoista-mantenere-il-segreto/5910596/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=commenti&utm_term=2020-08-26

Don Flavio. - Marco Travaglio

Coronavirus, le condizioni di Flavio Briatore: È stabile, leggera ...
Ricordate don Ferrante, una delle figure più tragicomiche de I promessi sposi? La peste faceva strage, ma il governo spagnolo e la scienza al seguito la negavano o la minimizzavano. La gente la vedeva, se la buscava, ne moriva. Però don Ferrante, scienziato di regime, diceva che non era peste, ma una “fatale congiunzione di Saturno con Giove”. Scrive Manzoni: “Su questi bei fondamenti, don Ferrante non prese nessuna precauzione contro la peste; gli s’attaccò; andò a letto, a morire, come un eroe di Metastasio, prendendosela con le stelle”. Lungi da noi augurare – come fanno i soliti webeti – la stessa fine a Flavio Briatore, a cui anzi formuliamo i più fervidi auspici di pronta guarigione, come ai 60 e passa sventurati dipendenti del Billionaire. Il Covid non è la peste e Briatore non è uno scienziato, sebbene gli house organ destronzi lo tràttino come tale, anche perché non s’è mai capito esattamente cosa sia. Certamente è, o almeno era fino a ieri, uno degli spiriti guida della destra berlusconian-salviniana.
Poi, dopo mesi passati a raccontare la favola del Covid inventato dal governo comunista per metterci tutti ai domiciliari, imbavagliarci con le mascherine, abolire le elezioni, conservare il potere, distruggere l’economia e regalare soldi ai poveracci con le mogli cesse anziché ai ricchi con le donne fighe, quando bastava qualche pillola di “tachipirigna” (testuale), s’è scoperto che il Billionaire è più contagioso di Codogno, Vo’ e Alzano Lombardo messi insieme, anche se per lui chiudere le discoteche è roba da sfigati che “non fanno un cazzo nella vita”. L’anziano gagà cuneese aveva da giorni i sintomi del Covid ma, visitato al telefono dal professor Zangrillo (“Dica trentatré”), si diagnosticava un raffreddore e, anziché mettersi in quarantena, continuava a girare senza mascherina incontrando centinaia di persone senza mascherina, poi partiva per Montecarlo impestando un altro bel po’ di gente, infine si preoccupava e volava a Milano, perché lui le tasse le paga a Montecarlo ma si cura in Italia, e ora è ricoverato per Covid in un reparto non Covid del San Raffaele, completando la collezione di condotte vietate dalla legge. Quando tornerà in forma, sarebbe buona cosa se ammettesse di aver raccontato un sacco di frottole e suggerisse all’altro cazzaro, quello verde, che incredibilmente gli dà retta, di piantarla di raccontarne. Poi si farà l’inventario dei danni (morti e feriti) di questa demenziale campagna negazionista che rischia di riprecipitarci in piena tragedia. E magari i maître e le maîtresse à penser della cosiddetta destra risponderanno a una semplice domanda: B., Salvini, Bannon, Briatore… ma uno normale mai?

martedì 25 agosto 2020

Referendum confermativo riforma costituzionale taglio parlamentari.

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Mi raccomando, non dimenticate che il 20 e 21 settembre si voterà il referendum confermativo sulla riforma costituzionale che taglia 230 seggi su 630 alla Camera e 115 seggi su 315 al senato.

Questo il quesito sulla scheda: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari», approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019?"».

Per il nostro bene io consiglio di votare si, perchè non sono necessari 945 parlamentari che litigano tra loro per partito preso, 600 sono già più che sufficienti!
E non fatevi abbindolare da chi si appella alla rappresentatività che verrebbe a mancare, perchè già abbiamo una marea di partitucoli inutili, che servono solo ad alimentare l'ego di personaggi in cerca di visibilità e pecunia.
Cetta.

Il Cremlino respinge le accuse su Navalny, sono vuoto rumore.

Alexei Navalny © EPA

Al momento non ci sono motivi per aprire indagine criminale.

"Non possiamo prendere sul serio queste accuse (di avvelenamento di Navalny per ordine delle autorità, ndr). Sono accuse che non possono essere vere in alcun modo e sono piuttosto, direi, un rumore vuoto, quindi non intendiamo prenderle sul serio". Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, citato dalla Tass. "Se l'avvelenamento di Navalny con qualche sostanza particolare verrà stabilito, questo diventerà motivo di indagine".
Il Cremlino al momento non vede alcun motivo per lanciare un'indagine criminale sulla vicenda di Alexei Navalny. "In primo luogo è necessario identificare la sostanza, per scoprire cosa ha causato la sua condizione e allora ci sarebbero i presupposti per un'indagine. Finora tutto quello che possiamo dire è che il paziente è in coma", ha detto Peskov. "Il livello di colinesterasi di Navalny è stato ridotto dai medici di Omsk e non ci sono ancora dati certi sulle ragioni. "Non abbiamo ancora imparato nulla di nuovo da questa affermazione [della clinica tedesca dove si trova Navalny]", ha aggiunto Peskov osservando che "il fatto della colinesterasi ridotta è stato stabilito nelle prime ore nell'ospedale di Omsk", dopo di che al paziente è stata immediatamente somministrata l'atropina. "La diminuzione della colinesterasi è possibile per una serie di motivi", ha continuato Peskov. "Questo è esattamente il motivo per cui né i nostri medici né i tedeschi sono ancora riusciti a determinarlo: la sostanza non è disponibile, purtroppo i test non l'hanno svelata"
LA VICENDA - I medici tedeschi sgomberano il campo dai dubbi: Alexei Navalny, il principale avversario politico di Vladimir Putin in Russia, è stato avvelenato. E adesso Berlino e l'Europa pretendono chiarezza dal Cremlino, che per ora tace. Il dissidente è ancora in coma indotto e le sue condizioni di salute "restano serie", anche se "non versa in acuto pericolo di vita", stando ai sanitari dello Charité di Berlino che lo hanno attualmente in cura. Tuttavia, aggiungono anche i medici, "al momento non si possono escludere delle conseguenze al sistema nervoso". Le analisi hanno fatto emergere tracce di una potente neurotossina, un inibitore della colinesterasi, contro il quale il paziente viene sottoposto ad un trattamento a base di atropina. Poche ore dopo l'atteso bollettino del prestigioso ospedale della capitale tedesca - dove Navalny è stato trasferito sabato scorso dopo il primo ricovero al nosocomio russo di Omsk, che aveva invece escluso un avvelenamento - è arrivata la reazione di Angela Merkel: insieme al suo ministro degli Esteri Heiko Maas, ha chiesto a Mosca di fare subito chiarezza affinché i responsabili siano puniti. "Alla luce del rilevante ruolo che il signor Navalny svolge nell'opposizione politica in Russia, le istituzioni locali sono chiamate con urgenza a chiarire questi fatti, in modo completo, e in piena trasparenza. I responsabili devono essere sottoposti a un'inchiesta e risponderne davanti alla legge", ha fatto mettere nero su bianco la cancelliera.
"L'Ue condanna fortemente quello che appare come un attentato alla vita di Alexei Navalny. E' imperativo che le autorità russe avviino un'indagine indipendente e trasparente sull'avvelenamento di Navalny", che "il popolo russo e la comunità internazionale chiedono" di chiarire. "I responsabili devono essere portati davanti alla giustizia". Lo dice in un comunicato l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell (ANSA).

Flavio Briatore ricoverato “in condizioni serie” al San Raffaele per coronavirus.

Flavio Briatore ricoverato “in condizioni serie” al San Raffaele per coronavirus

L'imprenditore, rivela il settimanale L'Espresso, e confermano fonti ospedaliere a Ilfattoquotidiano.it, è nell'ospedale milanese da lunedì non in terapia intensiva: giunto nel reparto solventi con sintomi da polmonite, sottoposto a una tac e al tampone, è risultato positivo. Negli scorsi giorni era stato protagonista di una polemica con il governo e il sindaco di Arzachena riguardo la chiusura delle discoteche, compreso il suo Billionarie dove 63 dipendenti hanno contratto il virus.
Flavio Briatore ha contratto il coronavirus e si trova in condizioni “serie” all’ospedale San Raffaele di Milano. Il ricovero, rivelato dal settimanale L’Espresso e confermato a Ilfattoquotidiano.it da fonti della struttura ospedaliera, è avvenuto nella giornata di lunedì non in terapia intensiva. Briatore è giunto nel reparto solventi con sintomi da polmonite: sottoposto a una tac e al tampone, è risultato positivo. Negli scorsi giorni l’imprenditore, 70 anni, ha portato avanti una dura polemica contro il governo e il sindaco di Arzachena Roberto Ragnedda riguardo alle ordinanze di chiusura delle discoteche, compreso il suo Billionaire di Porto Cervo.
Proprio tra i dipendenti del locale di Briatore sono risultati infetti 63 dipendenti su un totale 90 tamponi effettuati. I dati del focolaio non sono definitivi e potrebbero subire qualche modifica, come ha spiegato il responsabile dell’Unità di crisi del nord Sardegna Marcello Acciaro. A Ferragosto l’imprenditore era stato tra i protagonisti di una partita di calcetto all’hotel Cala di Volpe con altri vip, tra cui l’allenatore del Bologna Sinisa Mihajlovicanche lui risultato positivo al tampone e attualmente in isolamento senza sintomi. Al match, tra gli altri, erano presenti il cantante Fabio Rovazzi e il presentatore tv Paolo Bonolis, che si è sottoposto al test per la ricerca del virus: “Non ho il covid”, ha spiegato in un’intervista delle scorse ore. Qualche giorno prima, sempre in Sardegna, Briatore aveva incontrato l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Il 18 agosto il proprietario del Billionaire aveva annunciato la chiusura anticipata del suo ristorante-discoteca, rivendicando il fatto essere stato ligio alle regole anti-contagio: “Piange il cuore vedere un’economia trucidata così da gente che non ha mai fatto un cazzo nella vita”. Il sindaco Ragnedda, che aveva emesso un’ordinanza ancora più restrittiva rispetto a quella del ministero della Salute sulla chiusura dei locali, aveva replicato: “È un momento particolare e la guardia va tenuta alta, quest’ordinanza va a tutelare la salute di tutti soprattutto di quelli più anziani come lei che è giusto che si proteggano e mettano la mascherina”.
Nell’ultima settimana i casi in Sardegna sono cresciuti. Secondo i dati diffusi dal ministero della Salute, lunedì sono stati 91 i nuovi positivi accertati. Domenica erano stati 81, mentre sabato il numero dei nuovi infetti era stato di 44. Numerosi anche i casi di rientro in altre regioni tra i turisti provenienti dall’isola. Tra questi oltre una ventina di vip che hanno trascorso le loro vacanze in Costa Smeralda.

"Positiva dopo una sola sera in discoteca. Ho infettato papà: è grave. Non me lo perdono". -




La lettera di Martina, 20 anni, al Corriere della sera.


“Io e i miei amici avevamo deciso di non andare in discoteche e posti chiusi per evitare i contagi, però quel sabato era il compleanno del mio più caro amico, come facevamo a non festeggiare fino a tardi? Decidemmo che per una sera non sarebbe successo niente. Fu l’inizio del film horror che sto vivendo”. Martina ha 20 anni e ha deciso di affidare al Corriere della sera il suo sfogo. In una lettera racconta come dopo una sera in discoteca abbia contratto il coronavirus, infettando anche il padre, che da settimane ormai lotta in terapia intensiva. 
Tutto è cominciato con raffreddore e tosse, sintomi lievi che ha attribuito all’uso dell’aria condizionata. Una visita medica ha allontanato ulteriori dubbi di contagio: per il dottore non sembravano essere riconducibili al virus. Con tranquillità Martina ha quindi proseguito la sua vita, ha continuato a frequentare la sua famiglia, i nonni. Dopo una settimana, l’annuncio: nella discoteca dove era stata per quell’unica sera, una persona era risultata positiva.  
“Fecero il test a tutti i miei familiari. Solo la mamma fu negativa. Positivi i nonni, mia cugina di 12 anni, e papà. Il nonno è finito in ospedale e ora è stato dimesso e si sta riprendendo. Io, mia cugina e la nonna non abbiamo avuto problemi e dopo quattro settimane chiusi in casa siamo tornati negativi. Invece papà no. Siccome stavo bene lui mi diceva che tanto non era il virus, che non aveva voglia di starmi lontano: ‘Dai, Marti, che poi ritorni a Madrid e non ci vediamo per tanto tempo’. E anch’io pensavo così, e gli ho dato abbracci e baci... voglio tanto bene a papà”. 
Da due settimane l’uomo si trova in terapia intensiva, intubato. Martina non può vederlo, non può tornare indietro. ”Non me lo potrò mai perdonare”, dice. 
“Ormai non ho più fame, ma devo sforzarmi di mangiare sennò la mamma sta male. Non riesco più a fare niente, nemmeno alzarmi dal letto al mattino, però lo faccio, per la mamma e per la nonna. A volte provo a fingere un sorriso per alleviare la loro preoccupazione. I giorni passano veloci, e non me ne accorgo neanche. Ripenso continuamente alla felicità di quella serata, alla sua orribile conseguenza, e prego che papà riesca a superare anche questa. Spero almeno che la mia storia possa essere utile ai miei coetanei”.
 https://www.huffingtonpost.it/entry/positiva-dopo-una-sola-sera-in-discoteca-ho-infettato-papa-e-grave-non-me-lo-perdono_it_5f44b24cc5b6c00d03b36b27