Il caso Briatore - Il 19 agosto dice: “Ho avuto la febbre”. Al Billionaire test fatti per tempo?
Sembra che le condizioni di Flavio Briatore, ricoverato da ieri al San Raffaele con il Covid (confermato per tutto il giorno dall’ospedale e dunque smentito in serata dalla Santanchè), siano stabili e giudicate buone. E chi scrive è felice per due motivi: il primo è che per quanto possa essere sgradevole e arrogante, auguriamo a Briatore salute, fortuna e gnocca in quantità e il più a lungo possibile. Il secondo è che ci deve spiegare un po’ di questioni e per farlo avrà bisogno di energie e lucidità, perché le cose che non tornano sono parecchie.
Sorvoliamo sulla quantità di sue ultime parole famose (“la movida non fa danni”, “chiedo scusa ai nostri dipendenti per essere amministrati da gente così”, “l’economia è trucidata da gente che non fa un cazzo nella vita” e così via) e passiamo alla faccenda più spinosa e cioè alla sua condotta. Al Billionaire, al momento, ci sono più di 60 persone positive tra i dipendenti. Le prime domande sono: erano tutti asintomatici? Possibile che nessuno avesse avuto mezzo sintomo? Venivano monitorati, vista la notevole quantità di dipendenti? E ogni quanto, dal momento che hanno avuto il tempo di contagiarsi in 60? Perché potrebbero esserci dei risvolti penali nella vicenda, a meno che non si dimostri di aver adottato ogni precauzione. E qui però sorge il dubbio. In un’intervista a Nicola Porro del 19 agosto, quindi due giorni dopo la chiusura delle discoteche e già in collegamento da Montecarlo, un infuriato Briatore spiegava “Io ho parlato stamattina con Zangrillo, mi ha detto: ‘È un raffreddore’. Io l’altro giorno ho avuto anche la febbre… era un raffreddore, non esistono più raffreddori, tumori e polmoniti, è tutto Coronavirus!”. Quindi Briatore in Sardegna ha avuto la febbre, ma ha continuato a fare vita sociale e viaggiare. E questo in virtù di una diagnosi telefonica del professor Alberto Zangrillo, quello che “il virus è clinicamente morto”. Si vede che il virus al Billionaire è clinicamente resuscitato. Sarà il Cristal.
Non solo. Briatore vola a Montecarlo ed evidentemente non sta ancora bene, per cui va a Milano per farsi controllare dal suo medico di fiducia Zangrillo, al San Raffaele. Quindi, con sintomi riconducibili al Covid, anziché starsene in isolamento e rivolgersi alla sanità sarda, ha continuato a frequentare locali e persone e ha viaggiato tra Sardegna, Montecarlo e Milano (con che mezzi?), facendo dirette dal suo locale di Montecarlo Crazy Pizza, quello con la pizza anemica.
Nel mentre, accusava politici, virologi e giornalisti di essere degli allarmisti un po’ coglioni che tenevano per le palle il paese. A tutta questa imbarazzante situazione si aggiunge il fatto che a marzo Briatore aveva raccontato in tv di aver avuto già il Covid perché a dicembre quando ancora non si parlava di Coronavirus era stato male e sempre Zangrillo, con senno di poi, lo aveva chiamato a emergenza scoppiata dicendogli: “Quello era sicuramente Covid”. Insomma, una seconda diagnosi telefonica sbagliata, questa volta pure retroattiva. C’è da chiedersi se Zangrillo operi via whatsapp, a questo punto. E c’è da chiedersi cosa dirà Briatore quando starà bene. Perché la medicina gli salverà la vita, per fortuna, ma a salvare la faccia dovrà pensarci da solo. E l’operazione potrebbe non riuscire, questa volta.