mercoledì 11 settembre 2013

Vittorio Feltri: “Salvate il soldato Silvio Berlusconi da questi schizofrenici del Pdl”. - Beatrice Borromeo


L'editorialista de Il Giornale, intervistato da il Fatto Quotidiano, commenta la situazione del Cavaliere: "E' in uno stato psicologico confusionale ed è comprensibile. Un giorno sostiene una cosa e il giorno dopo un'altra: è proprio nel pallone".

Così Vittorio Feltri, impietoso, spiega gli ultimi passi falsi del Pdl: gaffes di uomini maldestri che da anni sfruttano il capo e che anche oggi, mentre cala il sipario sul ventennio berlusconiano, si dimenano disordinatamente. Privi non solo di un piano, ma pure di un’idea: “Sa perché nessuno capisce la strategia del Pdl? Perché non c’è! E se c’è è scritta in cinese”.
Eppure Berlusconi paga caro i suoi avvocati e consiglieri.Ma è il comportamento del centrodestra in generale a essere schizofrenico. Da sempre. Non sono mai riusciti a legiferare in modo non dico intelligente, ma nemmeno conveniente.
Pensa alla legge Severino votata anche dal Pdl?Non solo: hanno pure avallato la legge che riguarda i minori, che poi è servita a condannare Berlusconi nel processo Ruby.
Persino l’affannata relazione di Augello in giunta, ha finito per essere controproducente.La verità è che non ci ho capito niente. Qualsiasi cosa facciano Augello o gli esponenti di maggior spicco, si fa per dire, del Pdl, è inutile. Qui non c’è piu niente da fare, la soluzione non c’è. Sono piccoli tentativi per allungare il brodo che non porteranno a nulla.
Le sono piaciuti gli striscioni nelle spiagge a sostegno di B.?Non so chi abbia ideato queste cose, ma non servono a niente. Proprio come le manifestazioni, o certe dichiarazioni esplosive. Bisogna realizzare che siamo di fronte a una condanna de-fi-ni-ti-va.
Hanno anche provato a umanizzarlo, con le foto abbracciato a Dudù il cane.Mah, non voglio fare il pesce in barile ma proprio non capisco come queste mosse possano giovare. Sarà che, da bergamasco, sono un po’ tardo: non afferro .
C‘è malafede o incompetenza?Il problema è che lui comunque non ascolta. Siamo al punto in cui ha ragione l’ultimo che parla. Berlusconi è in uno stato psicologico confusionale, ed è comprensibile. Un giorno sostiene una cosa e il giorno dopo un’altra: è proprio nel pallone. E non perché sia scemo, ma perché la situazione è talmente incasinata che non se ne esce.
Motivo in più perché qualcuno gli dia una mano.Solo che lui si circonda di accondiscendenti a sua disposizione a prescindere dal loro valore e dalla loro sincerità. Anche se alla fine gli stanno pure sulle balle.
Può sempre contare sui figli.Forse sì. Ma a parte loro c’è solo gente che gli vuole male, che pensa solo a se stessa e a spremerlo fino all’ultimo, a proprio esclusivo vantaggio. Oramai è tardi, non c’è più niente da fare. Doveva pensarci prima, ma troppa presunzione, dovuta anche ai suoi successi, ha creato un eccesso di fiducia. Che produce gran stupidaggini.
Però, ripeto, per svicolare da queste situazioni esistono i principi del foro.Io che non sono né avvocato né cancelliere gli ho detto subito l’unica via d’uscita:’Hai il passaporto,vattene’. Se deve fuggire un impiegato dell’Enel ha qualche difficoltà, ma un signore come lui avrebbe fatto la bella vita.
Se vuole scappare per la verità è ancora in tempo.Eh, ma senza passaporto non sarebbe carino.
Ma neanche col passaporto.Ma non sarebbe stato un reato.
Secondo lei c’è chi spera nell’uscita di scena del capo?Se il Pdl fosse un partito vero, organizzato, compatto, gli Alfano e i Lupi farebbero appello agli elettori: ‘Noi resisteremo, vi rappresenteremo’. Invece sono molto divisi e ciascuno pensa al proprio posticino. Si attaccano ancora a Berlusconi senza capire che ormai è fuori gioco.
E nessuno, magari sopravvalutandosi, pensa davvero di poterne prendere il posto?Sicuramente sì, però poi mi vengono in mente i volti dei cosiddetti personaggi di spicco e mi cascano le braccia.
Magari loro si guardano meno allo specchio.Non puoi impedire alla gente di sognare. Ma siamo in campo onirico.

L'economia si sta riprendendo o sta affondando? I gas li ha buttati Assad oppure no? E Casaleggio, è vero che a Cernobbio ha cacciato via giornalisti e fotografi? - Sergio Di Cori Modigliani


Parliamo di ciò che è accaduto a Gianroberto Casaleggio due giorni fa. L'imprenditore è andato a Cernobbio, presumo tutto contento perchè ci teneva a rappresentare un'idea diversa, da quella consueta, dell'italianità manageriale, spiegare che è possibile fornirne una interpretazione nuova e distinta. E' andata a finire che, a noi, è arrivata soprattutto la notizia della sua pretesa di parlare a porte chiuse senza la presenza di giornalisti nè di fotografi, non solo. Ci è stato comunicato che, nonostante il suo aplomb, ha manifestato un'ardente irritazione di fronte ai tweet che stava ricevendo. Nessuno, evidentemente, ha badato al Senso della sua argomentazione. Ci è stato solo offerto il film della sua aristocratica indignazione. E' stata messa in pratica la lezioncina macluhaniana, proprio le nozioni di base, della serie "il mezzo è il messaggio", ovvero: qualunque cosa venga detta è irrilevante perchè vale solo e soltanto il mio modo di diffonderla. Ciò che conta è la piattaforma della diffusione, non il valore di ciò che si sta diffondendo. 
Casaleggio ha rilasciato una comunicazione ufficiale sull'episodio che è la seguente:
".... la fantasia al potere sembra essere la parola d'ordine di alcuni giornalisti. Io non ho vietato l'ingresso di fotografi o giornalisti in sala, non ne avevo comunque la facoltà, e non mi sono adirato per i tweet sul mio intervento, che peraltro non ho neppure letto, come riportato da alcuni favolisti".
Basterebbe leggere le dichiarazioni rilasciate ieri dai quattro uffici politici ufficiali più importanti per la nazione, per riuscire a comprendere le enormi difficoltà che comporta vivere in una società complicata come la nostra. 
Mentre alle ore 13.30 il premier Enrico Letta dichiarava che il governo sta centrando gli obiettivi della ripresa, la recessione è stata battuta e l'ottimismo è di rigore "perchè sono finiti i tempi dei tagli e dell'austerità' e finalmente l'Italia investe nella cultura e nell'istruzione, a dimostrazione che la crisi è ormai superata e ne stiamo venendo fuori, alla stessa identica ora l'ufficio di presidenza dell'Istat, un luogo che diamo per scontato sia in grado di avere il polso della situazione, rilasciava una nota ufficiale di una trentina di righe in cui dichiarava che purtroppo i dati sulla nostra economia sono, in realtà, nettamente inferiori alle nostre aspettative e previsioni, ed è necessario correggere le stime al ribasso; quest'anno il pil nazionale subirà un nuovo arretramento nell'ordine del -2,1%, il peggior risultato dell'intera Unione Europea, di gran lunga più negativo alle attese. In aggiunta, poche ore più tardi, il Ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni ha dichiarato verso le ore 16: " La ripresa è già arrivata, e nell'ultimo semestre dell'anno finalmente ci avviamo verso dati positivi con un pil almeno al +0,8%". Due ore più tardi, a borse chiuse, il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, commentava: la situazione finanziaria del sistema bancario italiano è in grave sofferenza, è' necessario mantenere i conti a posto e quindi bisogna attuare una stretta politica di rigore e di tagli.
Come si fa a decidere chi dei quattro ha ragione?
Come fa un cittadino comune a comprendere, orientarsi, sapere che cosa sta accadendo?
Non solo.
Può addirittura accadere che, in una stessa famiglia italiana, se un membro ascolta il telegiornale delle ore 13.30 viene a sapere che va tutto male ma se per caso un altro ascolta le parole di un importante ministro alle ore 14.30 gli arriva la comunicazione che va tutto bene. Come è possibile che ciò accada?
E'possibile. Anzi, è norma.
E' la caratteristica dei nostri tempi: il crollo dell'oggettività, la cancellazione del Senso.
Le informazioni sono ormai prive di alcun valore di riferimento perchè è possibile essere governati e amministrati da persone che dicono -contemporaneamente- che fa freddo e che fa caldo, che va tutto bene e che va tutto male. Se i destinatari di tali informazioni, invece di essere noi cittadini della specie umana, fossero dei cervelli elettronici, andrebbero in tilt; perchè un computer non contempla la possibilità di ricevere nello stesso tempo un "apri" e un "chiudi", oppure un "salva" e un "cancella". 
L'introduzione della virtualità e la diffusione di quella che il grande Zygmunt Bauman ha definito "la comunicazione liquida" comporta la presa d'atto che la realtà da lineare semplice è diventata intricata e soprattutto complessa.
Basta vedere ciò che sta accadendo in questi giorni convulsi in cui la classe politica italiana si azzuffa discutendo su ciò che hanno definito "le pregiudiziali della giunta del Senato" e nessuno neppure per caso o di passaggio ricorda che ci si sta occupando del fatto che un importante senatore e capo di un'organizzazione politica al governo è un condannato in via definitiva, quindi ogni punto di vista ha una sua nobiltà, ogni interpretazione può avere un suo valore, e la soggettività individuale prevale sul dato oggettivo. Alla fine non vincerà la Verità, il Diritto, la Giustizia, vincerà soltanto il più forte e il più brutale. Ma si è ottenuto che non si parla del "dato oggettivo" (un importante personalità politica legalmente definita delinquente) bensì di quello soggettivo.
Come per l'economia. Non contano le cifre, valgono di più le profezie del Mago Attel.
Come per la Syria. Che cosa sta accadendo in Syria.
Chi ha buttato il gas? C'è chi sostiene sia stato Assad. Chi sostiene siano stati i ribelli. Chi sostiene siano stati alcuni ribelli contrari e antagonisti ad altri ribelli, i quali -secondo alcuni siti- sono stati armati, equipaggiati, finanziati e sostenuti dai sionisti israeliani; secondo altri siti, invece, sono stati armati, equipaggiati, finanziati e sostenuti dai mussulmani jihaddisti qatarioti anti-sionisti; altri siti forniscono prove che sono stati i russi a farlo. Altri ancora che sono stati gli americani. E così via dicendo.
Frastornati da tutte queste prove, controprove, film, documenti, noi cittadini non possiamo che rimanere testimoni passivi in attesa che gli sceneggiatori decidano che tipo di film vogliono farci vedere. 
Il fine di tutto ciò consiste nel riuscire a far applicare un principio elementare della comunicazione mediatica.
Abolire e abbattere prima il Senso. Dopodichè sostenere una qualunque ipotesi di distrazione alimentando la paura, l'insicurezza, il disagio. Quando tutti sono spaventati, tirare fuori dal cappello magico la soluzione, che viene presentata come lenimento e toccasana per far passare la paura. Tutto qui.
Personalmente ritengo che (quantomeno per ciò che riguarda la guerra in genere, ogni guerra, tutte le guerre, e quindi anche l'attuale conflitto in Syria) sia facile posizionarsi. Basta essere veri pacifisti e quindi essere, per principio, contro chiunque usi le armi come strumento di risoluzione di un conflitto. Anche se ci sta simpatico, se è dei nostri, se ci è affine, se ci è amico. Il pacifista ha un solo vero nemico: chi impugna le armi.
Per ciò che riguarda, invece, la nostra vita di cittadini spaesati e spaventati, penso che sia necessario riappropriarsi del Senso delle cose ritrovando la capacità di una insurrezione interiore soggettiva che finisce per coincidere con un dato oggettivo. E lì, pretendere che la selezione venga applicata discriminando tra chi accetta il dato oggettivo e chi, invece, non lo accetta. Attivarsi perchè vengano rispettati parametri condivisibili da una maggioranza e pretendere che vengano rispettati. Il semaforo all'incrocio è utile perchè aiuta la viabilità dei veicoli e soprattutto salvaguarda l'incolumità collettiva. Chi non si ferma davanti al rosso diventa oggettivamente un nemico della società. Se poi vuol far prevalere la sua interpretazione soggettiva "perchè aveva fretta", dovrà pagare in maniera molto salata la sua scelta narcisista.
Poichè siamo nelle mani di chi ci vuole annebbiare, bisogna attivarsi da soli.
Quindi: hanno ragione Saccomanni e Letta oppure, invece, è come sostengono Visco e l'Istat?
I dati possono essere verificati con facilità da chiunque per conto proprio. E' il bello della rete. Ma una volta acquisiti i dati, è necessario mettere in campo energia, passione, vigore, protesta, divulgare i fatti eliminando ogni discussione, polemica e alterco perchè esiste l'oggettività e va rispettata.
Il nuovo modello di quella che chiamo "la vita post-Maya" consiste nella pretesa da parte della cittadinanza di essere "soggetto perennemente vigile e attivo" imponendo a forza (ma non con la forza) il Valore del Dato Oggettivo. E lì inchiodare chiunque alle proprie responsabilità senza tentennamenti, mediazioni, patteggiamenti, perchè non esistono opzioni individuali e soggettive e le interpretazioni sono tutte equi-valenti. Ciò che conta sono i fatti.
E' necessario attenersi ai fatti tornando al valore degli eventi, dei dati, delle cifre.
Altrimenti non se ne esce.
Se la stampa o la televisione dà una notizia, non è detto che quella notizia corrisponda a un fatto vero.
Vale anche per la rete, si intende.
Anche per i siti, anche per i bloggers.
Se ne esce con un risveglio collettivo, nessuno escluso.
La Nuova Italia che vogliamo non abbisogna di dormienti.
Di drogati, ne abbiamo fin troppi.

Bologna, la Regione paga tre stipendi per un solo seggio da consigliere. - Annalisa Dall'Oca

Bologna, la Regione paga tre stipendi per un solo seggio da consigliere

L'Assemblea ha ridotto gli emolumenti del 50% a Giampaolo Lavagetto, condannato per peculato. Ora, oltre a quest'ultimo, sono altri due gli eletti stipendiati con soldi pubblici per ricoprire lo stesso seggio: l'ex capogruppo Villani, sospeso dopo gli arresti domiciliari per l'inchiesta Public Money e Cinzia Camorali, nominata dopo l'entrata in vigore del decreto anti corruzione.

Un consigliere regionale al prezzo di tre. A luglio il pacchetto “anti – casta” proposto all’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna dal Movimento 5 Stelle era stato bocciato quasi all’unanimità. Eppure, fosse passato, il provvedimento avrebbe risparmiato a centrodestra e centrosinistra più di qualche “imbarazzo”, e un rapido dietrofront. Perché oggi, successione dopo successione, e condanna dopo condanna, sono 3 i consiglieri stipendiati dalla Regione con soldi pubblici per ricoprire lo stesso seggio in viale Aldo Moro: l’ex capogruppo Pdl Luigi Villani, sospeso dopo gli arresti domiciliari seguiti all’inchiesta Public Money di Parma, il suo successore, l’ex assessore della giunta guidata da Pietro Vignali, Giampaolo Lavagetto, condannato in primo grado per peculato nell’uso del cellulare di servizio, e infine Cinzia Camorali, recentemente nominata a svolgere l’incarico rimasto vacante dopo che il decreto “anti corruzione” ha imposto a Lavagetto, subentrato in maggio, un passo indietro.
“Il problema – spiega Andrea Defranceschi, unico consigliere a 5 Stelle della Regione – è che secondo la normativa vigente i consiglieri sospesi hanno diritto a un’indennità pari al 50% del loro stipendio”. Quindi, sempre sulla base del regolamento votato a luglio dall’Assemblea legislativa, quello che il pacchetto “anti casta” del Movimento 5 Stelle intendeva modificare, Villani e Lavagetto, pur sospesi, percepiscono ancora il 50% del loro stipendio, cifra che si somma al compenso che viene regolarmente riconosciuto al nuovo consigliere, l’unico che effettivamente ricopre l’incarico in viale Aldo Moro. Insomma, “un consigliere al prezzo di tre”. “Noi avevamo chiesto di ridurre quell’indennità dal 50% al 10% non potendola eliminare in toto per legge – continua Defranceschi – ma con me, allora, aveva votato a favore solo Gian Guido Naldi, presidente di Sinistra, Ecologia e Libertà”.
Tuttavia oggi, a quanto pare, la situazione è cambiata e, almeno in viale Aldo Moro, l’asse Pd – Pdl si è spaccato. La Regione, in seguito alla sospensione di Lavagetto, ha richiesto al consigliere di restituire quanto percepito a partire dal 21 maggio 2013, data del suo insediamento in Assemblea, trattenendo il 50% dell’indennità che gli spetta. Ma la questione, come precisa Defranceschi, “è difficile da spiegare all’opinione pubblica”. Così, durante la prima seduta autunnale dell’Assemblea gli eletti hanno optato per un rapido cambio di rotta, votando un ordine del giorno, passato a larga maggioranza – favorevoli Pd, Lega Nord, Udc, il consigliere ex ‘grillino’ Giovanni Favia e il Movimento 5 Stelle – per ridurre, non al 10%, come proposto dai 5 Stelle, ma a ‘zero’ quell’indennità, e modificare così la legge approvata a luglio.
“Finalmente ci hanno dato ragione – chiosa Defranceschi – spero che l’impegno sia portato avanti dall’Assemblea come preannunciato in aula, e che già entro settembre l’indennità sia eliminata”. I tempi tecnici, infatti, richiedono circa 3 settimane e un paio di passaggi in Commissione, ma la forza politica questa volta c’è. Anche perché l’unico partito contrario al cambio di rotta è il Pdl. Che in aula, per bocca del capogruppo Gianguido Bazzoni, ha letto una lettera di Villani, scritta a bocciare “quell’esborso caritatevole” che sarebbe il taglio al 10% dell’indennità, etichettandolo come una proposta “giustizialista e ipocrita” che non considera “la presunzione di innocenza”.
“Mi sembra che le leggi regionali parlino sufficientemente chiaro su quanto si debba assegnare ma avverto un’aria giustizialista e ipocrita – ha scritto Vignali – intendo rinunciare a qualunque forma di indennità per la mia situazione di sospeso fino a quando non potrò rientrare nelle mie funzioni di consigliere regionale. Sono infatti a conoscenza – continua la missiva – che si vorrebbe ridurre tale emolumento dalla metà dell’indennità di carica fino ad ora prevista, al 10%, nella pratica un esborso caritatevole. Preciso, infatti, a scanso di equivoche e superficiali notizie diffuse anche da alcuni media, che ricevo un assegno di circa 1.560 euro netti e che quindi se passasse la linea dell’ulteriore drastica riduzione, ammonterebbe in tutto a circa 310 euro. Come hanno sottolineato recentemente e pubblicamente alcuni consiglieri di diverse sensibilità politica – prosegue Villani – si dovrebbe stare attenti a non cadere nell’arbitrio verso una persona che non ha ancora subito alcun tipo di condanna. Mi preme peraltro ricordare che il nostro ordinamento giuridico è formalmente garantista, anche se lo dovrebbe essere molto di più sostanzialmente, proprio grazie a quella Costituzione che per molti anche nella nostra Assemblea legislativa regionale è una specie di bibbia intangibile e appunto stabilisce la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva”.

Ballarò : MAURIZIO CROZZA: ''Immaginate Berlusconi ai servizi sociali.

martedì 10 settembre 2013

G8 Genova, Cassazione: “A Bolzaneto accantonato lo Stato di diritto”.

G8 Genova, Cassazione: “A Bolzaneto accantonato lo Stato di diritto”


La Suprema corte rende note le motivazioni della sentenza dello scorso 14 giugno. "Contro i manifestanti portati in caserma violenze messe in atto per dare sfogo all'impulso criminale". "Inaccoglibile", secondo la Quinta sezione penale, "la linea difensiva basata sulla pretesa inconsapevolezza di quanto si perpetrava all’interno delle celle".

Un “clima di completo accantonamento dei principi-cardine dello Stato di diritto”. La Cassazione mette nero su bianco quello che accadde nella caserma di Bolzaneto dove furono portati i manifestanti no global arrestati e percossi durante il G8 di Genova nel luglio del 2001: “Violenze senza soluzione di continuità” in condizioni di “assoluta percettibilità visiva e auditiva da parte di chiunque non fosse sordo e cieco”. Nelle 110 pagine depositate oggi dalla Suprema corte si spiega perché, lo scorso 14 giugno, sono state rese definitive sette condanne e accordate quattro assoluzioni per gli abusi alla caserma contro i manifestanti fermati.
La Cassazione ha così chiuso l’ultimo dei grandi processi sui fatti del luglio 2001. Nel precedente verdetto d’appello, i giudici avevano dichiarato prescritti i reati contestati a 37 dei 45 imputati originari tra poliziotti, carabinieri, agenti penitenziari e medici – riconoscendoli comunque responsabili sul fronte dei risarcimenti. Risarcimenti che però la sentenza definitiva ha ridotto. I giudici puntano il dito contro chi era preposto al comando: “Non è da dubitarsi che ciascuno dei comandanti dei sottogruppi, avendo preso conoscenza di quanto accadeva, fosse soggetto all’obbligo di impedire l’ulteriore protrarsi delle consumazioni dei reati”.
Oltretutto, scrive la Cassazione “non risulta dalla motivazione della sentenza che vi fossero singole celle da riguardare come oasi felici nelle quali non si imponesse ai reclusi di mantenere la posizione vessatoria, non volassero calci, pugni o schiaffi al minimo tentativo di cambiare posizione, non si adottassero le modalità di accompagnamento nel corridoio (verso il bagno o gli uffici) con le modalità vessatorie e violente riferite” dai testimoni ascoltati nel processo.
I giudici di piazza Cavour denunciano come il “compimento dei gravi abusi in danno dei detenuti si fosse reso evidente per tutto il tempo, data l’imponenza delle risonanze vocali, sonore, olfattive e delle tracce visibili sul corpo e sul vestiario delle vittime”. Ecco perché, osserva la Quinta sezione penale, è “inaccoglibile la linea difensiva basata sulla pretesa inconsapevolezza di quanto si perpetrava all’interno delle celle, e anche nel corridoio durante gli spostamenti, ai danni di quei detenuti sui quali i sottogruppi avrebbero dovuto esercitare la vigilanza, anche in termini di protezione della loro incolumità”.
La Cassazione descrive inoltre i comportamenti inaccettabili di chi aveva il comando e non ha mosso un dito per fermare le violenze sui no global: “E’ fin troppo evidente che la condotta richiesta dei comandanti dei sottogruppi consisteva nel vietare al personale dipendente il compimento di atti la cui illiceità era manifesta: ciò non significa attribuire agli imputati una responsabilità oggettiva, ma soltanto dare applicazione” alla norma che regola “la posizione di garanzia da essi rivestita in virtù della supremazia gerarchica sugli agenti al loro comando”.
Erano poi “ingiustificate” le vessazioni ai danni dei fermati “non necessitate dai comportamenti di costoro e riferibili piuttosto alle condizioni e alle caratteristiche delle persone arrestate, tutte appartenenti all’area dei no global”, si legge nelle motivazioni. Insomma, conclude la Suprema corte, le violenze commesse alla caserma di Bolzaneto sono state un “mero pretesto, un’occasione per dare sfogo all’impulso criminale

Coercizioni governative.


Ci vogliono pecore, ma non lo siamo


Visco: Stretta conti ok, instabilità pesa su ripresa. (ansa)

Ancora frasi subliminali.

Vogliono farci accettare coercitivamente la continuità di un governo anomalo dalla nascita.
Visco pare che non capisca che l'instabilità l'ha provocata l'attuale governo delle "larghe intese", fortemente sponsorizzato da Napolitano, alleandosi con un "partito non partito" nato con l'unico scopo: quello di salvaguardare un essere indegno che non ha alcuna morale e ama aggirare le leggi avvalendosi del parlamento per costruirsene altre pro domo sua.

Coerenza innanzi tutto!



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