sabato 29 maggio 2010

Il premier a casa sua - Paolo Ojetti


29 maggio 2010
Tg1
Per darsi conforto dopo le gaffe sparpagliate fra Roma e Parigi (di cui il
Tg1 non ha dato né mai darà conto), il “premier” sceglie una sede ancora più sicura, il suo Canale 5, angolo ombroso e quieto con Maurizio Belpietro che dirige Libero, ma ha tempo e collaborazioni a disposizione. Ebbene, come dubitare che Berlusconi non dica bene di se stesso? La “manovra” (ormai sembra di parlare di un treno in stazione o di una nave all’ormeggio) è magnifica, raddrizza la barca, ritrova la giusta via, non mette le mani nelle tasche degli italiani (e via, basta con questi riferimenti a un frugare in posti poco decenti) e poi ce la chiede l’Europa, come dirle di no? Se la presidentessa Marcegaglia non apprezza e non vuole fare la ministra, affari suoi, significa che non ha capito il momento magico. Nicoletta Manzione, la conduttrice acqua e savon (in francese), dall’andamento sempre sul filo dell’ansia, è rilassata, sorprese non sono annunciate, riferimenti a Hitler eStalin (quelli sì che avevano potere, altro che Berlusconi) non erano in vista.

Tg2
Siccome il “premier” non sbaglia mai, ciò vuol dire che l’errore sta da qualche altra parte. Forse sono gli industriali “che non hanno letto con attenzione” gli articoli della “manovra”. Anche il
Tg2, che parte così, omette di ricordare le gaffe parigine sul Duce e passa oltre, forse per un senso di misericordia e di pietà umana. Il resto è tiritera: la barca è sulla rotta giusta, l’Ocse approva con giubilo, non abbiamo messo le mani nelle solite tasche, eccetera. Che strani concetti sulla natura delle “tasse” : cos’altro sono i tagli agli stipendi, la compressione dei servizi pubblici; cosa comportano – se non una diminuzione della capacità di spesa e di consumo – i rinvii di diritti acquisiti o di rinnovi contrattuali? Pescando altrove, si possono evitare le impopolari “tasche”.

Tg3
Mussolini torna nel Tg3, ma nella versione berlusconiana, un pover’uomo che non poteva decidere niente perché il vero potere “ce l’avevano i gerarchi”:
Starace,Ricci, Federzoni, Bottai, Balbo, Pavolini o Farinacci? Chi lo sa. O forse – come suggerisce Pierluca Terzulli – Berlusconi intendeva riferirsi allo strapotere dei gerarchi contemporanei, Tremonti per esempio? In studio, l’uomo che vede il federalismo, complice la manovra, a rischio aborto: Roberto Formigoni. E messo al punto giusto, arriva anche Gianfranco Fini, che di fascismo se ne intende , in gioventù l’avrà certamente studiato: oggi non c’è la dittatura – ha detto – ma ci “sono altre insidie dalle quali ci protegge proprio la Costituzione”. Servizio “vivo” a contatto con gli statali: una corsa al pensionamento prima che la “manovra” li congeli sulla soglia.

da Il Fatto Quotidiano del 29 maggio 2010


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