29 Maggio 2010
La chiamano sanatoria delle case fantasma, ma non e' altro che un condono di due milioni dicostruzioni abusive con un impatto ambientale devastante, senza precedenti. Oltre ad essere un ulteriore premio all'illegalità. In questo momento, chissà quante cricche di imprenditori si staranno gia' rimboccando le maniche per tirare su case da poter poi condonare il 31 dicembre, tra l'altro, con i proventi derivanti dal condono mascherato, i Comuni dovranno provvedere a tutti i servizi, si pensi solo alle strade e alle fognature, con costi che con ogni probabilità supereranno le entrate. Il Parlamento non può permettere la continua violazione delle regole che, in materia urbanistica, hanno già prodotto la perdita di migliaia di vite umane per la mancanza di Piani regolatori, con conseguenti costruzioni in zone idrogeologicamente instabili, come quelle sui greti dei fiumi.
Ma se quello delle case fantasma è un aspetto inquietante della manovra, ve ne sono altri inquietanti allo stesso modo. Berlusconi ha utilizzato il solito ottimismo da quattro soldi, il solito disco rotto per nascondere tagli feroci allo stato sociale, alle regioni, ai dipendenti pubblici, ai ministeri indiscriminatamente. Annunci, promesse, bugie e nessun pudore da parte di chi, dal '94, ha promesso di diminuire le tasse e che ancora una volta le aumenterà per porre freno a una crisi che fino ad oggi aveva irresponsabilmente negato. Inoltre nessuna delle misure annunciate è strutturale per cui, in mancanza di una crescita notevole del Pil, che nessun indicatore economico lascia prevedere, è addirittura inutile. Ma questa mattina il premier ha raggiunto l'apice della spudoratezza. Nel solito monologo su una delle sue reti ha addirittura detto che è stato tra i primi a capire la portata della crisi economica e che ha reagito immediatamente. Basta rileggersi le dichiarazioni degli ultimi due anni in cui negava addirittura che la crisi ci fosse per comprendere quanto sia in malafede.
La portata di questa manovra è così pesante proprio perche' per due anni il premier e tutto il governo non hanno preso alcuna iniziativa per fronteggiare la depressione. Che oggi venga a dire che se n'era accorto subito e' fuori dal mondo. Ieri si e' paragonato a Mussolini citando una frase dai diari apocrifi del dittatore, oggi afferma ciò che per due anni ha negato. O mente ora, o mentiva prima. In qualsiasi altro paese civile un politico così sarebbe cacciato a pedate.
Invece ce lo terremo anche se farà pagare la crisi alle fasce deboli, come sempre non farà nulla per i precari e i disoccupati e, come al solito, escluderà dai sacrifici la casta e la cricca. Tanto è vero che ieri Confindustria ha rilanciato chiedendo tagli agli stipendi pubblici, alla sanità e aumento dell'eta' pensionabile. Se la ricetta per uscire dalla crisi e' questa significa davvero che è davvero fuori dalla realtà. La crisi la stanno pagando le fasce più deboli e la presidente Marcegaglia pretende di esasperare i tagli gia' pesanti nello scandaloso provvedimento del governo. C'e' sicuramente bisogno di riforme strutturali, ma sono esattamente di segno opposto rispetto a quelle indicate sia dalla Marcegaglia sia dalla ditta Tremonti&Berlusconi. Bisogna rilanciare l'occupazione, la ricerca, la scuola, bisogna puntare sullo sviluppo e sul rilancio dei consumi. Nel frattempo la presidente Marcegaglia potrebbe cominciare col guardare in casa sua. Quanti sono i suoi associati che evadono le imposte? Quanti sono quelli che non rispettano le norme sul lavoro e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro? Quanti sono quelli che hanno deciso di esternalizzare la proprie imprese licenziando in tronco tutti i lavoratori? Faccia un esame di coscienza e poi ne riparliamo.
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