I guai non finiscono mai. La maggioranza creata a tavolino, quella fatta di acquisti e promesse – l’ultimo parlamentare arriva da Fli, si chiamaGiulia Cosenza, che, piccolo particolare, è anche la compagna del finiano fu ministro Andrea Ronchi, ed è un ritorno al Pdl – diventa per Silvio Berlusconi un problema più serio di quanto potesse pensare. Dopo quindici giorni sono tutti alla porta in cerca di un ministero, un sottosegretariato, un posto in un’azienda pubblica. Un gran bazar che probabilmente non era previsto. Berlusconi conta di avere alla Camera 330 voti, ma non ha ancora deciso come ricambiare i nuovi arrivati. Sull’argomento, proposto in apertura alla conferenza stampa per la presentare “l’epocale riforma della giustizia” Berlusconi ha spiegato al giornalista di essere andato fuori tema. “Mancano due ministri per problemi che ci sono stati all’interno della maggioranza, ma non è questo il tema dell’incontro”, ha risposto quasi seccato. Segno che non ci sarà nessun rimpasto a breve.
Rastrellamento della Lega. Bossi e i suoi, anche sulla riforma della giustizia, non sarebbero stati così celeri. Non che non la condividano, ma di padano ha poco. Però hanno deciso di votarsi comunque alla causa. In cambio, però, il ministero delle Politiche agricole deve arrivare.Federico Bricolo, capogruppo del Carroccio al Senato, sarebbe in trepida attesa da giorni di una chiamata al Colle. Non sarà oggi, perché il rimpasto il premier vorrebbe affrontarlo la prossima settimana, una volta confezionata la riforma della giustizia. Ma non è questione di tempi. C’è un problema relativo alle quote latte e i leghisti vogliono un loro uomo per provare a risolverlo. Questo vorrebbe dire voti. Il fatto è che Berlusconi deve accontentare anche i Popolari per l’Italia (cinque deputati e un senatore) che premono per Saverio Romano. Un veto non esiste da parte della Lega, ma Bossi vuole poltrone alternative. E pesanti. La presidenza dellaFinmeccanica, in primis (occupata saldamente da Pier Francesco Guarguaglino, che a suo favore porta anche risultati), e quella delle Poste perché, da qui, dovrebbero passare gli immigrati in cerca di permesso di soggiorno. Un rebus molto intricato. Berlusconi (e Letta) ci lavorano giorno e notte, ma la coperta è corta, i ministeri liberi sono due: quello alla Cultura (Sandro Bondinon è formalmente dimissionario, ma non lo vedono da tempo al lavoro) e quello alle Politiche comunitarie. Questo per quanto riguarda i ministeri. Sulle aziende a partecipazione pubblica bisogna che trovino un accordo, oltre al premier, Letta e Giulio Tremonti. E tra i due ultimamente, non sono rose e fiori. Tremonti, il più leghista tra i berluscones, sarebbe per accontentare Bossi e piazzare qualcuno dei suoi, Letta invece frena. Con queste premessse non è possibile parlare di tempi brevi.
La grana dei Responsabili. C’è chi minaccia di lasciare il gruppo se Saverio Romano verrà nominato ministro. Non c’è accordo nel gruppo dei Responsabili sul rimpasto: Sardelli ha visto ieri sera Berlusconi proprio per ribadire la necessità di un via libera al pacchetto completo, ministri e sottosegretari. Ma dal Colle, è emerso nei giorni scorsi, c’è forte perplessità in quanto non si avverte l’urgenza di un disegno di legge per l’ampliamento dell’esecutivo, tanto che il premier si sarebbe convinto a procedere attraverso questa strada, che però comporta un allungamento dei tempi. In un primo momento sembrava esserci un’accelerazione sul cambio al ministero dell’Agricoltura con Romano addirittura pronto a salire al Quirinale per il giuramento. Accelerazione che però non ci sarà. Restano le tensioni nel gruppo creato per soccorrere l’esecutivo: per Antonio Razzi è diventato un “kindergarten”, ovvero “un asilo d’infanzia”. L’ex Idv è rimasto deluso per la nomina di Pisacane a segretario d’Aula.
Ma Berlusconi non chiude la campagna acquisti. Intanto il premier è in continuo contatto con altri deputati che potrebbero passare nella maggioranza. Tra questi una esponente di Fli, Giulia Cosenza, già ufficializzata, due dell’Mpa. E nel Pdl si insiste anche sulla possibilità di un ingresso proveniente dall’Idv anche se il partito di Di Pietro smentisce fuoriuscite. Il Cavaliere, oltre a fare il punto sulla giustizia (l’iter della riforma partirebbe non dal Senato, ma dalla commissione Affari costituzionali di Montecitorio, spiega una fonte parlamentare che garantisce: “Non si creerà nessun ingorgo, perché gli altri provvedimenti, processo breve e intercettazioni, andranno avanti in commissione Giustizia e in aula”) dovrebbe fare il punto sulle amministrative. Berlusconi ha vistoVerdini e Cosentino per il via libera su Lettieri. Sul nome dell’ex capo degli imprenditori napoletani, viene spiegato, rimane per qualche perplessità, che tuttavia i vertici di via dell’Umiltà sono certi di superare già nella riunione di stasera. Sempre ieri sera, spiegano le stesse fonti, sono state affrontate anche le candidature per i presidenti di provincia, soprattutto laddove la Lega ha fatto sapere che intende correre da sola. C’è preoccupazione per la decisione del Carroccio e anche per l’esito della prossima tornata elettorale in alcune regioni. Si teme, per esempio, che lo scandalo che ha coinvolto Moratti jr possa nuocere al primo cittadino.
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