Crediamo di essere abituati alle bugie della politica e dell’economia, ma non è vero. Le bugie si rinnovano, come i virus dei computer, e dobbiamo continuamente aggiornarci. Qualcuno già pensa che ci siamo lasciati alle spalle le vecchie panzane berlusconiane, dal milioni di posti di lavoro alle nipotine adottive. Bugie condite da ammiccamenti e barzellette. Ripetute con tale faccia tosta da generare assuefazione: costui le spara tanto grosse che non dobbiamo più farci caso. Peccato che con queste bugie smascherate e palesi, Silvio abbia regnato per vent’anni, e niente vieta di pensare a un suo ritorno con un nuovo repertorio.
Ultimamente impazza la bugia cosiddetta del Tesoriere. Traditori malvagi che hanno maneggiato soldi per anni, all’oscuro degli onestissimi partiti. Rutelli scarica Lusi, Bossi scarica Belsito. Il primo si dà del coglione ripetutamente, e per una volta tutti gli credono. Il secondo dà la colpa al figlio, al calo del potere d’acquisto della paghetta settimanale e naturalmente ai magistrati persecutori di idee. Basta guardare in faccia il Trota per capire che un’idea gli provocherebbe uno choc anafilattico. Anche il suo autista lo ha fatto padanamente fesso.
Eppure ci stiamo abituando anche a questo tipo di bugia, ci rassegniamo all’evidenza che i politici non cercano la corruzione, ma è la corruzione che cerca i politici e prima o poi li seduce con irresistibile fascino e astuzia. Non sono disonesti, sono posseduti.
Ma un nuovo tipo di bugia chiede il nostro benestare. E più elegante delle altre, è pronunciata in buon inglese, con numeri e dati garantiti da Wall Street e dagli analisti finanziari. Non siamo più dentro a un carnevale di maneggioni, ma nel politically correct e nell’economically cool, quindi non chiamiamole bugie ma comunicazioni “diversamente sincere”. Mario Monti è maestro del politically correct, il fatto che parli un buon inglese ha fatto risalire l’Italia nella stima del mondo, adesso c’è chi pensa di mandare i mafiosi in confino a Oxford. In quanto all’economically cool (leggesi cul) ognuno si sbizzarrisca nei doppi sensi preferiti. Monti non è solo correct e cool, ma anche abbastanza smart, nel senso di furbo. Ha studiato gli effetti ipnotici che ha sugli italiani l’effetto Bancomat.
Quando noi andiamo al bancomat col nostro tesserino, e la portentosa fessura sforna i soldi, ci sentiamo come se avessimo vinto, e soprattutto ci riteniamo al centro di una grande tecno-economia che fa spuntare soldi dai buchi nel muro. La chiave del sortilegio è il Pin, il numero magico. Che i soldi siano nostri non ci interessa più, siamo grati a questo sistema che ogni volta ce li regala e ce li concede. Monti, con mossa lesta, si è impossessato di tutti i nostri Pin. È colui che possiede l’abracadabra della finanza, è Pin-man. Solo lui possiede la cura, l’accesso magico alle ricchezze e, fidandoci dalle sue manovre, prima o poi dal buco nel muro sgorgherà una montagna di danaro e posti di lavoro.
Per rafforzare questo sistema Pin-man usa un metodo molto semplice. Se i dati economici sono positivi, allora vuol dire che il governo agisce bene. Se i dati sono negativi, è perché gli altri sbagliano. Della Grecia indebitata, dei mutui americani, dei toreri spagnoli, dei codardi cinesi che non investono, della speculazione contro le incolpevoli banche (come tutti sanno, gli speculatori non muovono soldi tramite le banche, ma usano carriole da muratore). Poco importa se numeri e indici cambiano valore ogni giorno: il Pil preoccupa il lunedì ma non il martedì. La disoccupazione è grave il mercoledì, un po’ meno il giovedì, lo spread passa in ventiquattro ore da tsunami a peto.
Negli ultimi mesi, fateci caso, ogni giorno un ministro ci assicura che la crisi è finita e il giorno dopo un altro ci dice che la recessione durerà cinque anni. O sono balle o siamo in mano di gente caratterialmente labile. Ma niente paura, non ci saranno nuove tasse. È però allo studio una proposta di legge: il Bancomah.
Tutti i vecchi distributori di contante verranno sostituiti da nuovi macchinari. Il bello dei nuovi Bancomah è che quando digitate il vostro Pin a volte vi danno i soldi, a volte appare la scritta. La cifra richiesta oggi non ti verrà erogata ma ti verrà tolta dal conto. Ma non perdere la speranza, riprova! Vincerà lo Stato? Vincerai tu? Mah! Avremo nello stesso tempo la suspense della slot-machine e il brivido del gioco in borsa. Se l’economia moderna è una lotteria, almeno diciamolo. Siamo in una fase nuova, la fase in cui nessuno ci dice in quale fase siamo. L’impressione è che nessuno ci capisca niente, e che il gioco sia fuori da ogni regola. Ma qualcuno, come Monti, assicura che ha il Pin, la cura, la soluzione, e che dobbiamo fidarci. Crediamoci e chiamiamolo Pinman, oppure più all’italiana PINocchio.
L'incertezza fa parte del gioco. Chi sa può reagire, chi non sa resta a guardare.
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