lunedì 25 giugno 2012

"Confessioni di un sicario dell'economia. - John Perkins




Per oltre 20 anni economista in una delle principali società di consulenza ingegneristica, la Chas.T.Main, di Boston. Successivamente imprenditore nel settore della produzione di energia elettrica e scrittore. Il suo libro più conosciuto è Confessions of an Economic Hit Man (2004), pubblicato in Italia da Minimum fax nel 2005 e in una nuova collana nel 2010(in occasione dei 15 anni dell'editore) con il titolo "Confessioni di un sicario dell'economia - La costruzione dell'impero americano nel racconto di un insider" (www.minimumfax.com), che rappresenta una straordinaria testimonianza di come un "pezzo" di potere politico ed economico americano abbia pianificato e praticato lo sfruttamento dei paesi, cosiddetti in "via di sviluppo", dall'America Latina all'Indonesia, attraverso una nuova forma di colonialismo che al potere delle armi, antepone quello della finanza e dei "progetti di sviluppo". Dal libro: “I sicari dell’economia sono professionisti ben retribuiti che sottraggono migliaia di miliardi di dollari a diversi Paesi in tutto il mondo. Riversano il danaro della Banca Mondiale, dell’Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale (USAID) e di altre ‘organizzazioni umanitarie’ nelle casse di grandi multinazionali e nelle tasche di quel pugno di ricche famiglie che detengono il controllo delle risorse naturali del pianeta. I loro metodi comprendono il falso in bilancio, elezioni truccate, tangenti, estorsioni, sesso e omicidio. Il loro è un gioco vecchio quanto il potere, ma che in quest’epoca di globalizzazione ha assunto nuove e terrificanti dimensioni”. Parole che racchiudono l’argomento del libro di John Perkins - uno di loro - che lavorando come economista per la sua società, a fronte della costruzione di grandi lavori pubblici, tramite proiezioni economiche volutamente falsificate, portavano quei paesi ad indebitarsi oltre le loro reali capacità di rimborso, per costringerli, in una sorta di ricatto, a rimanere fedeli politicamente agli Stati Uniti e a cedere le proprie risorse naturali alle condizioni imposte dalla multinazionali L’autobiografia di Perkins è raccontata con la vivacità di un romanzo e consente di rileggere la storia della politica estera americana dalla seconda guerra mondiale agli anni novanta attraverso un punto di vista molto particolare, di un uomo "dall'interno". La presa di coscienza delle conseguenze catastrofiche del proprio operato lo porterà dapprima ad uscire dalla società (pur essendone divenuto, nel frattempo, socio), per fondare un'impresa attiva nella produzione di energia elettrica da fonti alternative, per poi ritornare in quel mondo attraverso rapporti di "collaborazione" e "consulenza", per lo più offerti, come afferma lo stesso autore, per disincentivare eventuali ripensamenti, confessioni o denunce. L’11 settembre, però, incide pesantemente sulla vita di Perkins, convincendolo dell'ineluttabilità del proprio "pentimento", che troverà manifestazione nella pubblicazione di questo coraggioso libro; il leit motiv è che l'odio che milioni di persone covano nei confronti degli Stati Uniti, infatti, è del tutto incomprensibile se non si prende coscienza delle reali politiche intraprese da governo, società petrolifere, CIA, potere politico locale corrotto; e ben più grave è che gran parte dell'opinione pubblica americana e degli stessi collaboratori diretti delle diverse società coinvolte risultano, a detta dell'autore, agiscono per lo più inconsapevolmente. Il suo successivo libro del 2007 La storia segreta dell'Impero Americano fornisce un'ulteriore testimonianza delle conseguenze catastrofiche per i paesi coinvolti di queste politiche attuate con sapiente organizzazione e spietatezza. Il suo lavoro più recente è Hoodwinked: An Economic Hit Man Reveals Why the World Financial Markets Imploded – and What We Need to Do to Remake Them (2010).


http://it.wikipedia.org/wiki/John_Perkins_(economista)

Nessun commento:

Posta un commento