I napoletani lo conoscono per quell'albergo 5 stelle Lusso che si affaccia su via Cristoforo Colombo e che porta il suo nome, Romeo Hotel; gli addetti ai lavori lo ricordano per la gestione del patrimonio immobiliare del Comune di Napoli, che gli costò un'inchiesta nel 2008 per il caso Global Service e, soprattutto, 75 giorni di carcere preventivo a Poggioreale con accuse dall'associazione per delinquere alla corruzione. Alfredo Romeo, nato a Cesa (Caserta) il 1° marzo 1953, iscritto all'albo degli avvocati di Santa Maria Capua Vetere, imprenditore poi trapiantato a Napoli, torna oggi in carcere nell'ambito, stavolta, dell'inchiesta sul cosiddetto caso Consip.
I rapporti con la politica affondano nella prima metà degli anni Settanta, quando frequenta la sezione napoletana del Pci di Chiaia e si iscrive alla Federazione dei giovani comunisti. La storia del Romeo imprenditore nasce invece nel 1979 quando, da giovane avvocato, fonda un'impresa immobiliare proponendo alle pubbliche amministrazioni la privatizzazione della gestione dei patrimoni immobiliari pubblici.
Il rapporto con il Comune di Napoli inizia dieci anni dopo, nel 1989, quando Palazzo San Giacomo lancia una gara per catalogare e gestire il suo immenso patrimonio immobiliare, ulteriormente aumentato dopo la costruzione di case nel corso dell'emergenza terremoto. Romeo partecipa e vince: nasce la Romeo Gestioni, società dal fatturato di 130 milioni di euro, 715 committenti pubblici e privati, che con le successive Romeo Alberghi e la Romeo Partecipazioni costituirà l'ossatura del Gruppo Romeo, interamente posseduto dalla famiglia Romeo. Riservato, poche uscite pubbliche ma grande attenzione al look, nel 2008 inaugura l'imponente Romeo Hotel, che sorge al posto del vecchio Palazzo Lauro e che, con i suoi 12 piani, diventa parte del waterfront napoletano.
I primi guai giudiziari arrivano poco dopo con l'inchiesta Global Service, dal nome della società che avrebbe dovuto gestire l'intero patrimonio immobiliare del Comune di Napoli. Romeo viene arrestato, 75 giorni di carcerazione preventiva con l'accusa di associazione a delinquere e corruzione, tangenti che sarebbero state pagate ad esponenti della Giunta comunale guidata da Rosa Russo Iervolino per ottenere l'appalto: il cosiddetto "sistema Romeo".
L'imprenditore viene condannato per corruzione mentre cade l'accusa di associazione per delinquere: la sentenza viene comunque annullata in ultima battuta dalla Cassazione. Il rapporto con il Comune di Napoli nel frattempo viene interrotto dal nuovo sindaco Luigi de Magistris, che revoca la concessione affidando la gestione del patrimonio alla partecipata comunale Napoliservizi.
Oggi tocca al "caso Consip", inchiesta nata a Napoli, condotta dai pm della Dda Henry John Woodcock e Celeste Carrano su presunte irregolarità nell'assegnazione di alcuni appalti come quello per il servizio di pulizia all'ospedale Cardarelli. Da quest'inchiesta nasce il filone che si concentra sulla Consip, centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana, che va alla Procura di Roma per competenza territoriale.
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