mercoledì 15 maggio 2019

Dal Tav al reddito, quando il falso è dei giornali.



L’Unione europea ha pronta una procedura di infrazione contro l’Italia per deficit eccessivo. Il reddito di cittadinanza provocherà l’assalto agli uffici postali. Anzi no, contrordine lettori, è un flop. Intanto gli immigrati costringono al matrimonio una bambina di nove anni. Se queste notizie vi preoccupano, tranquillizzatevi. Sono fake news. Solo che non nascono nei bassifondi dei social, bensì dai nostri maggiori quotidiani (un articolo più ampio sul tema si trova sul mensile Fq MillenniuM attualmente in edicola).

CELEBRE il caso di una certa Beatrice Di Maio, individuata da La Stampa come una produttrice di bufale contro Pd e Quirinale. “Ha qualcosa a che fare con la Casaleggio o la comunicazione ufficiale del M5S?”, si chiedeva il quotidiano. Si trattava in realtà di Tommasa Giovannoni Ottaviani, moglie del forzista Renato Brunetta, che agiva in proprio.

Ancora, avrebbe meritato qualche verifica in più il trattamento riservato all’allora deputato Luigi Di Maio nell’indagine su Raffaele Marra, l’ex vicecapo di gabinetto della sindaca di Roma Virginia Raggi: “E Di Maio scrisse alla sindaca: Marra è un servitore dello Stato” (Corriere della Sera). “M5S, le chat che smentiscono Di Maio. Scrisse a Raggi: Marra è uno dei miei”(Repubblica). Peccato che quei titoli fossero basati su uno scambio WhatsApp finito monco negli atti giudiziari. Nella versione integrale, diffusa la mattina dopo, così Di Maio rispondeva alla Raggi: “Quanto alle ragioni di Marra. Aspettiamo Pignatone (il procuratore di Roma, ndr). Poi insieme allo staff decidete/decidiamo. Lui non si senta umiliato. È un servitore dello Stato. Sui miei il Movimento fa accertamenti ogni mese. L’importante è non trovare nulla”. Una telefonata all’interessato avrebbe chiarito tutto per tempo.

È invece esploso pubblicamente a inizio anno lo scontro interno al Corriere della Sera. Il corrispondente da Bruxelles Ivo Caizzi ha accusato il direttore Luciano Fontana di aver pubblicato titoli del tutto fuorvianti nel dibattito incandescente sulla manovra economica del governo gialloverde. Il primo novembre 2018, ha sostenuto Caizzi, il quotidiano apriva “titolando in prima pagina su una “procedura d’infrazione” Ue contro l’Italia inesistente, oltre che tecnicamente impossibile, in quella data”.

OPPURE fate finta di arrivare oggi da Marte e provate a farvi un’idea sul Tav leggendo i quotidiani: sarà un disastro economico e ambientale oppure un’infrastruttura fondamentale per restare in Europa? E chissà se qualcuno ha deciso di tenersi lontano dagli uffici postali leggendo, all’avvicinarsi del debutto del reddito di cittadinanza, titoli come “Uffici postali e Caf potrebbero andare in tilt” (La Stampa, 6 marzo) o “Reddito, partenza nel caos” (Repubblica). Poteva non distinguersi Libero? “Un’orda mai vista invaderà Poste e Inps”. Un incubo, dal quale per fortuna è stato facile risvegliarsi il giorno dopo: “L’assalto al reddito parte al rallenty” (Repubblica, 7 marzo).

Quando i protagonisti sono gli immigrati, è ancora più facile che le fake news bollinate dalla carta stampata imbocchino il senso unico, come la raccapricciante storia di una sposa-bambina di 9 anni abusata dal marito “musulmano” pubblicata dal Messaggero a novembre 2017, poi completamente smentita dai carabinieri di Padova. Quando ormai i commenti indignati di politici e opinionisti di prima pagina avevano inondato l’opinione pubblica.

https://infosannio.wordpress.com/2019/05/14/dal-tav-al-reddito-quando-il-falso-e-dei-giornali/?fbclid=IwAR1DDOUHLZZx0MSbFF8ojsbTNki5HJqy34dlh9tg0GBXth5njnvU9YgwvD0

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