mercoledì 16 ottobre 2019

Due palle così. - Tommaso Merlo


Vederli uno di fianco all’altro con Vespa in mezzo, i tre sembravano la trilogia dell’organo genitale maschile. Una specie di “presepe vivente”. Un testicolo più peloso a sinistra, uno più depilato a destra e un asta gobba e flaccida in mezzo. Un presepe vivente fuori stagione come del resto il loro duello politico. Il governo è appena partito, non vi sono elezione politiche all’orizzonte, ma si sa com’è fatta la coppia. Non sta mai ferma. Rotea, dondola. Sempre in mezzo. Evaristo quello sinistro. Ernesto quello destro. In studio l’asta vespasiana penzola di qua e di là ma sembra aver raggiunto la pace dei sensi e da mò. Moscia, superflua. La coppia si scarica addosso spezzoni tratti dal proprio repertorio. Slogan triti e ritriti, battute venute a noia, frasi fatte e strafatte. Due palle così. Davvero. Il mondo cambia ma i due son sempre gli stessi. Magari più gonfi e indolenziti a causa dell’usura e dei calcioni presi dalla vita. Ma alla fine sempre i soliti due. In studio dondolano e roteano a favore di telecamere ma di contenuti politici neanche l’ombra. Davvero. Due palle così. I due si somigliano in maniera impressionante. Cambia solo la peluria che li ricopre. Evaristo quello sinistro. Ernesto quello destro. Anche la concezione di cosa sia la politica è identica, una perenne campagna elettorale. Chiacchiere, promesse. Esibizioni davanti a qualche pubblico per vendere la propria immagine e quella del proprio fans club. Per strappare consensi e quindi voti e quindi poltrone e quindi soldi. Altro che fare le cose. Altro che piegare umilmente la schiena per risolvere i problemi dei cittadini. Realtà virtuale. Recitazione. Una concezione politica figlia del giurassico populismo di natura berlusconiana. Il loro vero padre culturale. Mamma Mediaset. Ruota della fortuna. Un modello che ha fatto danni devastanti. Quello con un cialtrone in cima e le tifoserie sotto a scannarsi sul nulla. Quello della pubblicità ingannevole sparata dalla mattina alla sera. Decenni buttati via dietro a certe coglionate. In studio i due dondolano e roteano. Nella vita non hanno fatto altro che sguazzare nello scroto della politica. E si vede. Identici anche nella loro totale irresponsabilità. Perché i due hanno governato, eccome se lo hanno fatto. Con risultati disastrosi. Eppure sono sempre in mezzo. Come nulla fosse. Come un presepe vivente fuori stagione. Evaristo. Ernesto. Con Vespa che penzola inerme tra i due. Davvero. Due palle così.

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