L’altra sera, a Otto e Mezzo, Alessandro Sallusti ha evocato la dittatura “comunista” modello Stasi, incaricata di spiare ed eventualmente incarcerare le famiglie italiane non rispettose dei famigerati Dpcm. Se il direttore del Giornale – in buona compagnia con Libero e LaVerità – avesse pazientato appena qualche ora, avrebbe facilmente accertato che l’Italia trasformata in uno Stato di polizia che si affida alle delazioni dei vicini come nella Germania Est, non esiste. E ciò, aggiungiamo, purtroppo per lui e per i suoi colleghi del partito del partito preso contro il governo impegnati nella quotidiana, spasmodica ricerca della sia pur minima traccia di Stato totalitario pur di spedire, metaforicamente, Giuseppe Conte in piazzale Loreto.
In questo caso lo scatenato trio può invocare come parziale attenuante l’improvvida dichiarazione del ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla possibilità di “segnalare” alle forze dell’ordine coloro che, malgrado il crescente contagio, non rinunciassero a organizzare affollati festini casalinghi. Ipotesi assurda di cui infatti non si trova traccia nel decreto “bolscevico”. Sono i guai dello schermo ideologico precostituito attraverso il quale, a furia di cercare la dittatura che non c’è si tralasciano le magagne che ci sono. Due in particolare. Il caos tamponi con i cittadini costretti ad attese interminabili in condizioni inaccettabili quando (vero commissario Arcuri?) c’era tutto il tempo per organizzare la tamponatura rapida di massa. Quella richiesta dal virologo Andrea Crisanti che oggi, in piena emergenza, non si sa ancora quando sarà attivata. Il secondo problema, colpevolmente irrisolto, è quello dei trasporti pubblici, “situazione sicuramente critica” come ammette il premier. Che senso ha infatti proibire movida e assembramenti davanti ai locali pubblici quando su bus e metro i passeggeri viaggiano stipati come sardine per la gioia del Covid? Sembrano emergere in sostanza due opposizioni, parallele e diverse. La prima è quella delle Regioni, in maggioranza di centrodestra, che pur tra le scintille cercano di risolvere i problemi in un confronto continuo col governo. La seconda opposizione è quella orchestrata dalla destra parlamentare, con la grancassa di giornali e talk. Demagogica. parolaia e sostanzialmente inutile.
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